L’ipocrisia delle parole
La turbolenza politica alimentata dalla disastrosa crisi che sta mettendo in ginocchio l’Italia ha prodotto un ulteriore esaltazione dell’ipocrisia delle parole. A onor del vero l’ipocrisia è frutto solo della stupidità dell’uomo, ovvero della sua incapacità di essere coerente, perché poco professionale e oramai avvezzo a cambiare opinione ad ogni variazione del vento.
Oggi il mondo, in particolare il sistema Italia, si fonda sulle parole, sulle frasi pronunciate, per la maggioranza delle volte solo per protagonismo e, peggio ancora, senza nemmeno riflettere più di tanto su quello che si sta dicendo. Il mondo delle parole ha oramai preso il sopravvento su quello dei fatti. Probabilmente perché dire due fesserie è molto più semplice che mettere in atto quello di cui il paese ha realmente bisogno.
L’allineamento mentale delle idee verso un appiattimento fuori da ogni logica del paese reale è preoccupante. E’ di moda parlare o meglio sparlare sulla violenza. Tutte le cariche più autorevoli dello stato sono sempre allineate e coperte da frasi fatte, che spesso ritengo siano incoerenti, non essendo mai seriamente intervenuti a osteggiare e condannare la più vile e feroce delle violenze: il turpiloquio, i gesti di cattivo gusto di cui buona parte della classe politica trovano, molto spesso, tacita condiscendenza.
La violenza di piazza è coralmente e come aggiungo io giustamente additata quale elemento di paura per un sistema democratico e sociale e quindi da osteggiare, frenare ma soprattutto comprendere. E’ questo che la politica sbaglia o peggio ancora continua a perseverare nei suoi errori, non avendo ancora capito che la vera causa è proprio se stessa. La mia personale convinzione è che questo degrado sia frutto proprio dell’ipocrisia delle parole e che la società in generale non riesca più ad assumere una linea seria, convinta di chiara e esplicita distanza da queste becere forme verbali, peraltro particolarmente diseducative nei confronti delle classi più giovani del paese.
Non è offensivo ne denigrante asserire che la fonte vera della violenza oggi risieda nel degrado etico. E’ altresì mortificante constatare l’indifferenza con cui soprattutto la classe dirigente di questo paese continua nel valzer dell’ipocrisia delle parole, alimentando o peggio ancora esasperando un clima già teso, reso particolarmente caldo dal continuo dilagare della disoccupazione, contraltare di tanti spregevoli sprechi di denaro pubblico, per non parlare poi della frattura che loro stessi hanno creato tra politica e cittadini.
Pompeo Maritati