“L’inumano della guerra” Nel tempo dell’umanesimo “MUTO”. Poeti salentini in dialogo il 27 maggio presso Teatro Asfalto – Officina delle Arti (Lecce)
Il prossimo incontro poetico in risposta all’Umanesimo ‘muto’, nei confronti dell’inumano della guerra di questo nostro tempo ritornato ad essere violento fino alla barbarie più ostile, nasce da un’idea di poetica ‘dell’esserci’ senza tacere, in replica al silenzio della storia, che è ‘inzittimento’ della coscienza, distrazione della responsabilità, azzeramento del Logos parlante da sempre e nel profondo dell’anima.
Il sempre ed il profondo dell’anima sono i ‘vuoti’ originari, in cui si sentono le risonanze ‘ecoiche’, da cui parla la Parola poetica: parola ‘divinamente’ umana, che parla quando l’umano ‘troppo’ umano è muto nel dire ‘no’ all’uccisione dell’altro uomo.
Ebbene, nei confronti delle guerre terribili in Ucraina e sulla Striscia di Gaza assistiamo a parole tristemente assenti, ‘mute’ da parte dello stesso Umanesimo Occidentale: la parola è affidata alla Politica, alla Diplomazia delle parti, che promettono aiuti armati, collaborazioni belliche, accompagnamenti in favore di vittorie prossime e di risoluzioni a venire.
E, però, nel frattempo Si Muore in modo innocente, inerme, disarmato, rassegnato … l’Umano è ‘offeso’ in ciò che è vita, dignità del vivere, diritto a esserci… a gridare sì del ‘vogliamo vivere’, ‘vogliamo far vivere’.
Ebbene, quando le altre parole, funzionali, funzionarie, amministrate, interessate, complici, parlano solamente di Guerra…ancora Guerra, allora la Poesia si appropria della Parola umana della Pace, risveglia la Parola umanissima di Pace, invita a dialogare sulla Pace… richiama a raccolta i Poeti, perché la Gente veda la Pace come unica possibilità di parola ammissibile e possibile.
L’incontro del 27 maggio sarà l’inizio del risveglio poetico alla parola della Pace…seguiranno incontri in vari Centri del Salento, fino a raggiungere S. Maria di Leuca, luogo simbolico di affaccio e di rivolgimento a tutti i Poeti del Mediterraneo, perché si uniscano a ‘gridare’ la ‘sola Pace’ in ogni luogo abitato e civilmente vissuto