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Libertà di Scegliere: Il Diritto Inalienabile all’Auto Eutanasia in una Società Democratica

Eutanasia e la legge

Eutanasia e la legge

Mariella Totani

Ho letto con particolare interesse l’articolo apparso ieri su questa bella rivista di Zornas Greco che trattava un argomento delicatissimo quanto controverso “l’auto eutanasia”. Qui di seguito desidero riportare una mia personalissima riflessione.

Il diritto di ogni individuo a decidere liberamente di porre fine alla propria vita è un tema che sfida le fondamenta dell’etica e della moralità, ma che, in un’ottica di autodeterminazione, dovrebbe essere riconosciuto come una libertà inalienabile. In una società che si dichiara libera e democratica, l’autonomia individuale è uno dei principi cardine, e questo principio non dovrebbe fermarsi davanti alla scelta più personale e intima di tutte: quella di decidere se e quando morire.

Ogni essere umano ha una visione unica della propria esistenza, basata su esperienze personali, convinzioni, valori e prospettive, e il fatto di poter prendere una decisione così importante senza l’ingerenza dello Stato, delle istituzioni o della società dovrebbe essere un diritto fondamentale.

Viviamo in un mondo in cui il diritto all’autodeterminazione è generalmente accettato in molte sfere della vita: abbiamo il diritto di scegliere il nostro percorso educativo, professionale, le nostre relazioni e persino di modificare il nostro corpo attraverso interventi chirurgici o trattamenti medici. In molti paesi, ci viene riconosciuto il diritto di rifiutare cure mediche, anche se questo potrebbe portarci alla morte, come nel caso delle direttive anticipate.

Tuttavia, quando si tratta della decisione di porre fine volontariamente alla propria vita, il dibattito diventa improvvisamente molto più complesso e carico di giudizi morali. Ci si interroga su chi abbia il diritto di decidere in merito a una vita che, per definizione, appartiene all’individuo che la vive, e non alla società nel suo complesso. La possibilità di scegliere l’auto eutanasia dovrebbe essere un diritto incondizionato, non soggetto a influenze esterne o a considerazioni etiche imposte dalla società, dalle religioni o dallo Stato.

Le istituzioni non possono assumersi il ruolo di giudici sulla sofferenza individuale o sulla qualità della vita che un individuo ritiene accettabile. Ogni persona ha una tolleranza diversa per il dolore fisico e psicologico, e ciò che può sembrare gestibile o superabile per alcuni potrebbe essere insopportabile per altri. Imporre una vita di sofferenza, di disperazione o di vuoto esistenziale a chi non trova più senso nell’esistenza non è altro che un atto di violenza morale.

La società, sotto il velo dell’etica e della moralità collettiva, spesso tende a imporre le proprie convinzioni a livello individuale, ignorando la natura profondamente personale di queste scelte. Uno degli argomenti più frequentemente sollevati contro l’auto eutanasia è che permettere alle persone di porre fine alla propria vita potrebbe portare a conseguenze sociali negative, come una svalutazione del valore della vita umana. Questo argomento, però, ignora il fatto che il valore della vita non può essere determinato da norme sociali universali, ma è intrinsecamente soggettivo. Il valore della vita varia da individuo a individuo e dipende dalla qualità dell’esperienza di ciascuno.

La libertà di scegliere l’auto eutanasia non implica una svalutazione generalizzata della vita, ma piuttosto il riconoscimento che, in determinate circostanze, la vita può non essere più considerata degna di essere vissuta dall’individuo stesso. Permettere l’auto eutanasia significa rispettare la capacità di una persona di definire il proprio destino. Quando si nega a qualcuno la possibilità di porre fine alla propria vita, si assume implicitamente che la vita appartenga alla società o allo Stato, piuttosto che all’individuo. Questo è un concetto profondamente paternalistico, che vede lo Stato come un guardiano della vita, anche contro la volontà del soggetto interessato.

Una delle preoccupazioni più comuni sollevate contro la legalizzazione dell’auto eutanasia è il timore che le persone possano essere costrette o influenzate a scegliere la morte, per esempio a causa della pressione sociale, economica o familiare. Tuttavia, questo timore può essere mitigato attraverso regolamentazioni e procedure chiare che assicurino che la scelta sia libera e consapevole. In molti paesi in cui il suicidio assistito è legale, esistono già rigide salvaguardie per garantire che la decisione di morire sia volontaria, ben informata e presa in condizioni di lucidità mentale. L’auto eutanasia non è una decisione che viene presa alla leggera, e le leggi potrebbero essere formulate in modo tale da garantire che sia una scelta ponderata, informata e non influenzata da pressioni esterne.

Per esempio, potrebbe essere richiesto un periodo di riflessione obbligatorio o la consultazione con uno psicologo o un altro professionista della salute mentale per assicurarsi che il richiedente sia pienamente cosciente della sua decisione. In questo modo, il rischio di coercizione o pressione indebita può essere minimizzato. Un altro argomento spesso citato contro l’auto eutanasia è il ruolo del medico e la loro responsabilità etica di salvare vite. Molti professionisti della salute, soprattutto quelli con una formazione tradizionale, vedono l’eutanasia come una violazione del giuramento di Ippocrate, che li obbliga a fare tutto il possibile per preservare la vita.

Tuttavia, la medicina moderna si basa non solo sul prolungamento della vita, ma anche sull’alleviamento della sofferenza e sul rispetto della dignità del paziente. In molte situazioni, mantenere una persona in vita a tutti i costi può essere considerato disumano, specialmente quando la qualità della vita è compromessa in modo irreversibile. Dare ai medici la possibilità di assistere i pazienti nel processo di auto eutanasia non significa che essi diventino “strumenti di morte”, ma piuttosto che il loro compito si espande per includere il rispetto della volontà del paziente e il sollievo dalla sofferenza, anche quando questo significa accettare la morte come una parte naturale della vita.

Inoltre, l’argomento secondo cui una legalizzazione dell’auto eutanasia potrebbe portare a un “pendio scivoloso” è esagerato. Nei paesi dove l’eutanasia è già legale, come i Paesi Bassi e la Svizzera, le leggi sono strettamente regolamentate e non ci sono prove che suggeriscano un aumento di casi di eutanasia non consensuale o coercitiva. Al contrario, le persone che desiderano terminare la propria vita in questi paesi sono spesso quelle che hanno già attraversato lunghi periodi di sofferenza fisica o mentale e che hanno riflettuto attentamente sulla loro decisione. La legalizzazione dell’auto eutanasia garantirebbe che queste persone possano porre fine alla loro vita in modo dignitoso, senza dover ricorrere a metodi violenti o pericolosi.

Infatti, un altro problema associato alla criminalizzazione dell’auto eutanasia è che le persone disperate potrebbero tentare di porre fine alla propria vita in modo clandestino, con il rischio di fallire e causarsi danni irreparabili o di morire in condizioni traumatiche. Consentire l’auto eutanasia legale e regolamentata fornirebbe un’opzione sicura e compassionevole per coloro che hanno deciso di terminare la propria vita.

Infine, c’è la questione della libertà personale e dei diritti umani. In una società che valorizza la libertà individuale, il diritto di scegliere come vivere e come morire dovrebbe essere riconosciuto come un aspetto fondamentale della dignità umana. Impedire a una persona di prendere una decisione consapevole riguardo alla propria morte è una violazione del suo diritto all’autodeterminazione. Ogni essere umano ha il diritto di vivere la propria vita secondo i propri termini, e questo dovrebbe includere la possibilità di porvi fine se ritiene che la sua esistenza sia diventata insopportabile.

Il dolore fisico e psicologico non è qualcosa che può essere giudicato da altri, e la sofferenza di un individuo non dovrebbe essere negata o minimizzata solo perché non rientra nei parametri della società su ciò che costituisce una vita degna di essere vissuta.

In conclusione, l’auto eutanasia è una questione che riguarda principalmente la libertà individuale e il rispetto per le scelte personali. Non possiamo permettere che l’etica collettiva o le convinzioni religiose di una parte della società impediscano ad altri di prendere decisioni riguardo alla propria vita e morte. La legalizzazione dell’auto eutanasia, con adeguate garanzie per evitare abusi, riconoscerebbe il diritto di ciascun individuo a determinare il proprio destino e a morire con dignità. La vita è un’esperienza profondamente personale, e il diritto di porre fine a tale esperienza dovrebbe essere visto come una delle libertà fondamentali che ogni essere umano ha il diritto di esercitare.


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