“Lettere dal mare” Il destino di un amore scritto dalle onde. L’ultimo libro di Pompeo Maritati
di Mariella Totani
Un mare di EMOZIONI
La Voce dei Ricordi in Lettera dal mare
La storia di Afroditi e Dionisi si conclude con un trionfo che appartiene solo a chi ha il coraggio di credere davvero nell’amore, un trionfo che non è privo di sofferenza, di attesa, di lunghe distanze e di silenzi. Ma proprio per questo è ancora più prezioso. Un amore che nasce timido, in silenzio, fatto di sguardi e di gesti non detti, di momenti sospesi in cui tutto sembrava possibile, ma niente veniva detto ad alta voce. Un amore che si è rafforzato nel tempo, che ha sfidato le convenzioni, che ha visto due anime crescere insieme, anche quando erano lontane fisicamente, e che alla fine è riuscito a riconquistare il suo spazio, dove tutto era cominciato, sulla stessa isola, davanti allo stesso mare.
Penso che in questa storia ci sia una romantica bellezza rappresentata dai sentimenti dei protagonisti, che nel loro percorso e nel modo in cui hanno saputo affrontare le sfide senza mai cedere, senza mai dimenticare l’importanza dell’uno per l’altra, hanno manifestato una forza silenziosa, una capacità di rimanere fedeli a un sentimento che sembrava più grande di loro. Una storia, questa, che è un inno all’amore vero, quello che non svanisce, ma che, al contrario, cresce con il tempo e si fortifica nutrendosi di attimi, di ricordi e di promesse. L’immagine finale di Afroditi e Dionisi, seduti insieme sul loro scoglio, a cinquant’anni di distanza dal giorno in cui avevano fatto la loro promessa, ci restituisce una visione struggente e commovente di ciò che significa davvero amare. Non si tratta solo di parole, di dichiarazioni fatte in momenti speciali, ma di una quotidianità condivisa, di una fedeltà reciproca che va oltre ogni avversità.
È l’amore che resiste alla distanza, che attraversa il tempo senza mai perdere la sua intensità, e che, alla fine, torna al punto di partenza, come un cerchio che si chiude. Ma proprio quando sembra che tutto sia stato detto, proprio quando ci si aspetta una conclusione limpida, nasce un dubbio, un’incertezza che aggiunge un ulteriore strato di profondità a questa storia. Quella lettera ritrovata tra gli scogli, ingiallita dal tempo e custodita dal mare per tutti quegli anni, è reale? È davvero un segno tangibile del passato, una testimonianza di quel legame così forte da resistere a tutto, o è semplicemente il frutto della fantasia, un simbolo creato per dare forma a un sogno, a un desiderio che tutti noi in fondo nutriamo? Anche il petalo, quel piccolo frammento di un fiore che Afroditi aveva conservato per cinquant’anni nel suo medaglione, senza che Dionisi se ne fosse mai accorto, è reale? È davvero un ricordo tangibile di quel primo momento in cui si erano sentiti vicini, in cui l’amore era sbocciato in silenzio, o è un altro simbolo, un altro dettaglio che ci porta a chiederci dove finisce la realtà e dove inizi la fantasia? È qui che la storia diventa ancora più affascinante.
Non è mai detto esplicitamente se tutto ciò che è stato scritto sia accaduto davvero o se sia semplicemente il frutto di una fervida immaginazione. Ed è proprio questo dubbio, questa ambiguità, che rende questa storia universale e coinvolgente. Perché, in fondo, che importanza ha sapere se Afroditi e Dionisi siano davvero esistiti, se abbiano davvero vissuto tutto ciò che ci è stato raccontato? Quello che conta è l’emozione che questa storia ha suscitato nel lettore, il modo in cui vi ha fatto battere il cuore, e riflettere sull’amore, sulla sua forza, sulla sua capacità di sopravvivere a tutto. Che sia una storia vera o una finzione, ciò che resta è il messaggio profondo che essa ci trasmette: l’amore è una forza che può superare ogni ostacolo, che può resistere al tempo e alle difficoltà, se solo si ha il coraggio di credere in esso. E chi può dire che non si tratti di una vita vissuta o qualcosa di simile? Chi può dire che non sia vero quell’amore silenzioso, fatto di sguardi e di gesti non detti, quell’amore che cresce lentamente, senza bisogno di parole, ma che, alla fine, diventa la cosa più importante della vita?
È possibile che, dietro le parole di questa storia, ci sia una verità nascosta. O forse, al contrario, si è voluto semplicemente creare una storia che potesse toccare il cuore di chiunque, una storia che potesse parlare a tutti, indipendentemente dalle nostre esperienze personali. E forse è proprio in questa ambiguità, in questo sottile confine tra realtà e fantasia, che risiede la vera bellezza di questa storia. Non importa se Afroditi e Dionisi siano esistiti davvero, se abbiano davvero vissuto tutti quei momenti che sono stati raccontati. Ciò che conta è che la loro storia ci ha fatto credere nell’amore, ci ha fatto sperare che, anche nelle situazioni più difficili, anche quando tutto sembra andare contro di noi, l’amore possa trionfare. E non è forse questo il potere delle storie? Non è forse questo il motivo per cui leggiamo, per cui ci immergiamo in mondi che possono essere reali o immaginari, ma che, in ogni caso, ci fanno sentire qualcosa di profondo, qualcosa che ci tocca nel profondo dell’anima? La storia di Afroditi e Dionisi, con la sua dolcezza, con la sua intensità, ci ricorda che l’amore è qualcosa di universale, qualcosa che tutti possiamo sperimentare, indipendentemente dalle circostanze della nostra vita. È una storia che ci parla di speranza, di perseveranza, di fiducia nell’altro.
Ma è anche una storia che ci lascia con una domanda aperta, una domanda che non ha una risposta definitiva. È stata una storia vera, vissuta realmente da due persone che hanno trovato e difeso il loro amore contro tutto e tutti, o è stata semplicemente un sogno, una fantasia romantica? Forse non lo sapremo mai. La bellezza di questa storia sta nel fatto che ognuno di noi può interpretarla come vuole, ognuno di noi può decidere se credere che Afroditi e Dionisi siano stati due persone reali o semplicemente due personaggi creati dall’immaginazione. E forse, in questo dubbio, in questa incertezza, si nasconde la verità più profonda di tutte: l’amore, quando è raccontato con autenticità e passione, non ha bisogno di essere reale per essere vero. Che sia stato vissuto realmente o meno, l’amore tra Afroditi e Dionisi è diventato reale per noi. È entrato nei nostri cuori, ci ha fatto sognare, ci ha fatto riflettere. Ed è questo, in fondo, ciò che conta davvero. L’amore, come tutte le grandi emozioni, non ha bisogno di conferme esterne per esistere. Esiste nel momento in cui lo sentiamo, nel momento in cui ci lasciamo toccare dalla sua forza, nel momento in cui ci lasciamo trasportare dalla sua bellezza. Che questa storia sia stata reale o no, ha compiuto il suo scopo. Ci ha fatto sentire l’amore, ci ha fatto credere in esso, e ci ha lasciato con una speranza: che anche nelle nostre vite, l’amore possa trionfare, possa superare ogni difficoltà, possa durare per sempre.