L’esperienza sensibile di Grazia Varisco alla Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce
La Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce ospita, dal 9 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023, Sensibilità percettive, l’avventura singolare di Grazia Varisco, l’artista milanese di rara sensibilità che ha incarnato tutta la sua cifra stilistica attraverso i differenti linguaggi del dubbio e del gioco con la costante di rendere partecipe co-creatore lo spettatore.
L’artista
Grazia Varisco nasce nel capoluogo lombardo nel 1937; nel 1959-1960 affianca i colleghi Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi nell’avventura avanguardistica del Gruppo T, col quale formula e supera l’interpretazione estetica del concetto cinetico con il miriorama, indirizzandosi sull’idea della variazione dell’immagine nella sequenza temporale. È in questo frangente che si inseriscono le tavole magnetiche presenti alla mostra leccese: Tavola magnetica a elementi quadrati (1959) e Tavola magnetica trasparente ”Filamenti liberi” (1960).
Ma prima di procedere con la parabola artistica di Grazia Varisco, meritano di essere menzionati altri capolavori della stagione cinetica dell’artista: Oggetto cinetico luminoso (1962), Variabile + Quadrionda 130, Sacchiera nera (1964), +Rossonero- (1968) e Oggetto ottico-cinetico (1968-1969).
Qui, come scrive Paolo Bolpagni, direttore scientifico e curatore della mostra:
Per Grazia Varisco è anche un invito al gioco, ma la componente ludica, che pure è presente e importante, non esaurisce il significato di questi lavori, che implicano la partecipazione attiva dello spettatore e la moltiplicazione delle possibili configurazioni dell’opera stessa, che perde la sua aura di compiutezza definitiva.
Dopo il Gruppo T
Dopo l’esperienza del Gruppo T, Grazia Varisco, contribuisce in solitaria con la sua ricerca artistica, sperimentando dagli anni Settanta la manipolazione libera della carta e del cartoncino e l’apertura programmatica all’azione perturbante del caso, mantenendo sempre al centro l’analisi dei meccanismi percettivi. Da qui, trovano la propria genesi le serie di Extrapagine e di Extralibri, presenti alla mostra con Meridiana 2 (1974), Extralibro (1975), Spazio potenziale (1976) ed Extrapagina ”Spartito musicale” (1977).
Successivamente, nella seconda metà degli anni Ottanta, la Varisco crea il ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali e uno studio delle soglie e delle disarticolazioni. In tal senso, occupano gli spazi espositivi della Fondazione, Implicazioni B (1986), Incastro giallo (1987) e Fraktur-Ferro I (1997).
Sempre tenendo come punto di riferimento la mostra, approdiamo al nuovo millennio con Quadri comunicanti (2008) e Filo rosso (2009).
Ultima opera, non per importanza ma per cronologia, Silenzi (2006), un’articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai: un altro salto concettuale per interpretare il mondo di un’artista visionaria e ad alto tasso di creatività.
Uno sguardo critico
Dalle esperienze con il Gruppo T, Grazia Varisco, dona all’ambiente culturale italiano ed europeo, l’incipit di un’arte rinnovata: il suo operato lo vediamo farsi testimonianza di una sensibilità pura, con memorie percettive e sperimentali.
Per l’artista milanese, l’arte è completo coinvolgimento, donazione allo spettatore e quindi, gioco e condivisione.
La sacralità del dubbio e delle infinite percezioni che può offrire la creatività umana.
Nelle opere di Grazia Varisco si incarna la spiritualità del contemporaneo dove l’arte possiede un ruolo determinante, fondamentale.
Un’arte utilizzata come medium espressivo dedito all’equilibrio dialettico e costante col pubblico.
In altre parole, in Grazia Varisco e nella sua produzione artistica troviamo una sintesi linguistica sempre attuale e unica, senza trascurare la poetica variabile ed espressiva dei materiali impiegati come la carta o il ferro che diventano simboli di movimento ed individualità sensibile.
Elementi questi, che mettono in comunicazione le percezioni umane come riflesso di un’arte a disposizione di tutti, tra meditazione e silenziosa contemplazione.
Grazia Varisco perciò, offre attraverso la sua arte, un contesto contemporaneo che instilla dall’esperienza con il Gruppo T al dialogo con lo spettatore, il senso mai negato della varietà di percezioni che non si consuma nel presente ma con la validità della creatività individuale.
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