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L’Ecocidio finalmente è stato inserito nel diritto europeo

Ecocidio

Ecocidio

Il 17 novembre, dopo lunghi negoziati, la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento ha finalmente trovato un punto di intesa che consente di fatto di inserire nel diritto europeo il concetto di ecocidio. Ancorché attraverso uno stratagemma lessicale e giuridico. Il testo introduce un’infrazione definita “qualificata” che punta a consentire di incriminare i casi più gravi.

L’ecocidio è il termine usato per indicare la distruzione deliberata o la degradazione grave dell’ambiente naturale. Si tratta di un crimine contro la natura, la vita e le generazioni future, che minaccia la sicurezza, la pace e lo sviluppo sostenibile del pianeta.

Nel 2021, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede di riconoscere l’ecocidio come un reato internazionale e di istituire una corte penale internazionale per l’ambiente. Tuttavia, al momento non esiste una definizione universale e vincolante di ecocidio, né una giurisdizione internazionale competente a perseguirlo.

Tuttavia, alcuni paesi europei hanno già introdotto nel loro ordinamento giuridico nazionale delle norme che puniscono i danni ambientali gravi o irreversibili. Si tratta di una forma di ecocidio “nazionale”, che non ha lo stesso valore e la stessa portata di un reato internazionale, ma che rappresenta comunque un passo avanti nella tutela dell’ambiente e nella responsabilizzazione degli autori di tali danni.

Ad esempio, in Francia dal 2019 esiste il reato di “prevaricazione ecologica”, che consiste nel causare un danno grave e duraturo all’ambiente attraverso l’abuso della propria autorità o funzione. La pena prevista è fino a 10 anni di carcere e 1 milione di euro di multa.

In Italia, dal 2015 esiste il reato di “disastro ambientale”, che consiste nel provocare un danno grave e irreversibile all’equilibrio degli ecosistemi, alla salute pubblica o al patrimonio culturale. La pena prevista è da 2 a 15 anni di reclusione e una multa da 10 mila a 150 mila euro.

In Spagna, dal 2015 esiste il reato di “danno ambientale qualificato”, che consiste nel causare un danno grave o molto grave all’ambiente protetto o alla biodiversità. La pena prevista è da 1 a 5 anni di prigione e una multa da 6 a 24 mesi.

Questi sono solo alcuni esempi di come alcuni paesi europei hanno cercato di contrastare il fenomeno dell’ecocidio a livello nazionale, pur in assenza di una normativa internazionale. Si tratta di un segnale positivo, ma non sufficiente, per affrontare una sfida globale che richiede una risposta coordinata e condivisa da parte della comunità internazionale.


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