IL PENSIERO MEDITERRANEO

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L’Eco della Serenità: una riflessiva analisi della poesia “Ninna Nanna del Destino” destinata all’eternità

un angelo in una notte stellata

di Bettina Sarrilli

Ninna nanna del destino (di Pompeo Maritati)

Dormi, dolce anima, tra le ali della notte,
dove il silenzio è un abbraccio, soffice e lieve,
il tuo sonno è eterno, come un canto d’addio,
nella quiete dell’infinito, in un cielo di neve.
Le stelle vegliano sul tuo sonno sereno,
come lacrime luminose nel buio profondo,
e la luna, mite, ti accarezza con il suo raggio,
portando conforto in questo silenzioso mondo.

Il tuo respiro, oramai sospeso nel tempo,
è diventato un sospiro d’angelo, leggero,
e il tuo sorriso, come un’ombra di luce,
ha lasciato il suo riflesso nell’aria del mistero.

Dormi, dolce anima, in un giardino di stelle,
dove i fiori del ricordo mai appassiranno,
nel regno dell’eternità, tra dolci melodie,
dove il tempo si è fermato, e tu riposerai.
Ninna nanna del destino, culla questa vita,
ormai trasformata in un sogno senza fine,
che il tuo viaggio oltre il velo della notte
sia sereno e leggero, come l’aurora del mattino.

Dormi, dolce anima, tra le note del silenzio,
dove la tua essenza danza con l’eternità,
il tuo ricordo è come un raggio di luna,
che accompagna il sonno, in perpetua serenità.


La poesia “Ninna nanna del destino” di Pompeo Maritati è una profonda meditazione sull’eternità e sul viaggio dell’anima oltre i confini della vita terrena. Attraverso un linguaggio dolce e delicato, il poeta sembra rivolgersi a un’anima che ha appena oltrepassato la soglia dell’esistenza, trovando riposo in un mondo ultraterreno fatto di pace, serenità e ricordi imperituri. Il testo è una sorta di elegia che esprime sentimenti di perdita, speranza e, soprattutto, di accettazione del destino come un’inevitabile transizione verso l’eternità.

Nel momento della composizione di questi versi, Pompeo Maritati sembra essere pervaso da un senso di malinconia profonda, mitigata però dalla consapevolezza di una continuità spirituale. La poesia non è solo un lamento per una vita perduta, ma una riflessione intima sulla trasformazione dell’esistenza in qualcosa di eterno. Le immagini delicate, come le “ali della notte” e il “giardino di stelle”, suggeriscono una dimensione onirica e ultraterrena, dove l’anima non è più vincolata dai limiti del corpo.

Il poeta, con ogni probabilità, ha vissuto un momento di grande introspezione. Si percepisce un’aura di tristezza, ma anche di amore e compassione. Forse il ricordo di una persona cara, o la contemplazione del destino umano universale, ha ispirato questa meditazione poetica. Maritati sembra parlare con dolcezza a un’anima che ha amato profondamente, cercando di alleviare la pesantezza del distacco con immagini di bellezza e serenità. Il suo intento è quasi consolatorio, come se volesse trasformare il dolore della perdita in un canto di speranza e pace.

La poesia descrive l’anima come una presenza eterea che si distacca dalla materialità per fondersi con l’infinito. Questo viaggio è rappresentato come un’esperienza pacifica e naturale, accompagnata dalla musica silenziosa delle stelle e della luna. Maritati utilizza simboli che richiamano una dimensione spirituale elevata:

  • Le stelle: Vegliano come custodi luminose, testimoni dell’immortalità dell’anima.
  • La luna: Rappresenta la guida benevola, un faro di conforto nel buio.
  • Il giardino di stelle: Un luogo metaforico dove i ricordi diventano immortali, suggerendo che nulla di ciò che amiamo veramente viene mai perduto.

L’anima, secondo questa visione, non scompare ma continua a esistere in una forma diversa, sospesa nel tempo e nello spazio. Il poeta sembra voler dire che ogni individuo lascia un segno indelebile, proprio come un “raggio di luna” che illumina la notte, anche se per un istante.

L’uso della “ninna nanna” è particolarmente significativo. Nella tradizione culturale e letteraria, la ninna nanna è un canto di protezione e amore rivolto ai bambini per accompagnarli nel sonno. Qui, però, Maritati la trasforma in un canto rivolto all’anima, quasi a volerla rassicurare e cullare mentre intraprende il suo viaggio verso l’eternità. Questo parallelismo tra il sonno e la morte – tema ricorrente nella letteratura e nella poesia – è trattato con estrema delicatezza, senza alcun senso di angoscia. Al contrario, la morte è vista come un passaggio naturale, dove il silenzio e la pace prendono il posto delle inquietudini terrene.

Un elemento centrale della poesia è la rappresentazione dell’eternità come una dimensione serena e immutabile. Frasi come “il tuo sonno è eterno” e “il tempo si è fermato” evocano un luogo dove ogni sofferenza è cessata. L’eternità è dipinta come un giardino di stelle, un regno di dolci melodie e di ricordi che non svaniscono mai. Questo suggerisce che, per il poeta, l’eternità non è una condizione vuota o priva di significato, ma un luogo dove tutto ciò che è stato amato e vissuto trova una nuova forma di esistenza.

Una poesia universale

La bellezza di “Ninna nanna del destino” risiede nella sua universalità. Ogni lettore può riconoscersi in questi versi, poiché affrontano domande fondamentali sull’esistenza, la perdita e il significato della vita. Maritati non offre risposte definitive, ma invita il lettore a riflettere e a trovare conforto nella poesia stessa. La musicalità dei versi, con il loro ritmo dolce e cadenzato, amplifica il senso di serenità e di armonia.

In “Ninna nanna del destino”, Pompeo Maritati ci regala una visione profonda e commovente del viaggio dell’anima. La poesia è intrisa di malinconia, ma anche di una bellezza luminosa che riflette la capacità umana di trasformare il dolore in arte. Attraverso immagini evocative e un linguaggio delicato, il poeta esplora i misteri dell’esistenza e dell’eternità, offrendoci un canto di pace e di speranza. Questa poesia non è solo un omaggio a chi ha lasciato questa vita, ma anche una consolazione per chi rimane, ricordandoci che, al di là del velo della notte, l’anima continua a danzare con l’eternità.


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