Lecce – Porta Rudiae – Dettagli
di Giorgio Mantovano
Ricostruita nel 1703 dal “clan” dei Guido nel sito della vetusta porta medievale, Porta Rudiae conduceva all’antica città messapica di Rudiae.
L’arco della Porta si apre tra due colonne, per lato, con capitelli corinzi, e termina con la statua di S. Oronzo, che benedice i forestieri, affiancata da quelle di Sant’Irene e di San Domenico.
Al di sopra dei capitelli vi sono i busti con i mitici protagonisti della storia di Lecce: Malennio, figlio di Dasumno e nipote di Salo; Dauno, figlio di Malennio; Euippa, sorella di Dauno e, infine, Lizio Idomeneo che, secondo la leggenda, avrebbe rifondato e dato il nome alla città.
Dal prezioso volume del Prof. Mario De Marco, Monumenti leccesi. Le iscrizioni latine, Edizioni Formamentis, 2010, traggo le seguenti preziose informazioni.
Sotto il busto, a sinistra nella foto, è riportata l’epigrafe:
DAUNUS REX EGO FILIUS MALENNI
SCEPTRO MILITIAEQUE LAUDE CLARUS
“Io sono il re Dauno, figlio di Malennio, illustre per il regno e per la lode militare”
Sotto il busto, a destra nella foto, si può leggere:
CONIUGIO EUIPPAE QUAM CONDIDERAT
SOCER URBEM OBTINUI
ATQUE AUXI LICTIUS IDOMENEUS
“Io Lizio Idomeneo, sposando Euippa, ottenni la città che mio suocero aveva fondato e che ampliai.”
Il simulacro del Santo poggia sul fastigio che contiene un’epigrafe latina, ove è possibile leggere la leggendaria origine di Lecce.
D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO)
DIVO ORONTIO
CIVITATIS ET PROVINCIAE PATRONO
UT QUI URBI PATROCINABATUR ET PORTAE
NOMEN DARET
NOVUM HUNC ARCUM ANTIQUAS RUDIAS RESPICIENTEM
PROSPER LUBELLUS P(ATRITIUS) L(YCIENSIS)
REPONENDUM CURAVIT
CUMQ(UE) UT PRO ALIA PENE COLLAPSA MOLES HAEC
AUGUSTIOR ASSURGERET PROPRIO AERE NON PEPERCISSET
CAESAR BELLI PATER PAT(RIAE) EIUSDEM.
SOCER ET HAERES
ANNUENTE PRINCIPE PUBLICOQ(UE) SEN(ATU) P(OPULO)
LYCIEN(SI) CONSILIO
VOLUIT
(QUAMQUAM ILLE SECUS TESTAMENTO CAVISSET)
NE PARCERETUR ET NOMINI.
MDCCIII
” A Dio Ottimo Massimo. A Sant’Oronzo Patrono della città e della provincia, affinché colui che proteggeva la città desse anche il nome alla porta, Prospero Lubelli, patrizio leccese, curò di costruire questo nuovo arco che guarda l’antica Rudiae. E poiché egli non lesinò il proprio denaro perché questo monumento sorgesse più maestoso di quello che era quasi crollato, il sindaco Cesare Belli, suocero ed erede dello stesso, con consenso unanime del Primo Cittadino e del Municipio di Lecce e per volontà del popolo, volle che qui ne fosse ricordato il nome (sebbene altrimenti avesse disposto nel testamento). 1703″.
Di grande interesse anche il volume di Mario Cazzato, Lecce: la quarta porta: piazzetta Gaetano Quarta, Porta Rudiae, 18 dicembre 2011, Congedo Editore.