“L’avvenire di Lecce è verso il mare” …
di Giorgio Mantovano
“L’avvenire di Lecce è verso il mare”, scrisse il Sindaco di Lecce, avv. Giuseppe Pellegrino. Ed aggiunse: “Lecce oggi non è, né può esserlo una città industriale o commerciale, può diventarla a patto che si avvicini al mare” (la citazione è tratta dal prezioso saggio di Carmelo Pasimeni, Il Governo del Municipio: politica fiscale, crescita urbana, controllo sociale (1860 – 1919), in AA.VV., Storia di Lecce. Dall’Unità al secondo dopoguerra, a cura di Marcella Rizzo, Editori Laterza, 1992).
L’avv. Giuseppe Pellegrino (1856- 1931) fu Sindaco di Lecce dal 1895 al 1899.
Membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, esordì nella vita politica con l’avvento della Sinistra al potere.
Vinse la campagna elettorale contro il suo avversario politico più importante, il dr. Vito Fazzi, conservatore moderato, a cui sarà intitolato nel 1922 l’ospedale civile cittadino.
L’elettorato si divise in due accanite fazioni, che si sfidarono senza esclusioni di colpi nelle vie, nelle piazze, nei circoli e nei salotti. In quegli anni era fortemente avvertita la volontà di rinnovamento, anche se le precedenti Amministrazioni, giudicate più sonnolenti, erano state guidate da Sindaci dalla grande statura morale, come Raffaele D’Arpe, Michele Lupinacci, Bartolo Lopez y Royo, Antonio Guariglia, Antonio Panzera, Giovanni Battista Libertini, Francesco Falco ed altri.
L’avv. Giuseppe Pellegrino rappresentò l’impegno di tutta la città alle innovazioni ed al cambiamento. Il primo atto ufficiale della sua Giunta fu l’acquisto di Palazzo Carafa, per lire 120.000, con un mutuo cinquantennale di lire 4.200 annue.
Nel 1896, il 27 gennaio, la Giunta approvò il capitolato per la tranvia Lecce – San Cataldo. Con i suoi 12 km circa si trattò della più lunga linea tranviaria d’Italia.
Nel 1897 fu realizzata la grande Tettoia per il Mercato coperto.
Fu individuata anche una “Zona industriale” e fu dato particolare impulso alle Arti, ai Mestieri ed al Commercio. Fu anche incentivata la costruzione di abitazioni per impiegati ed operai. Anche le scuole di ogni ordine e grado ricevettero un forte impulso, migliorandone le strutture ed attrezzandole con più idonei laboratori scientifici.
Furono innalzati monumenti agli uomini illustri della città e chiamati gli artisti salentini ad esprimere pienamente le loro qualità scultorie. Istituì borse di studio e avviò le prime procedure per dare alla città una Scuola Artistica Industriale, che sarà inaugurata nel 1916.
Nel campo assistenziale e della beneficenza lasciò la sua impronta: abolì l’antica “ruota” dei trovatelli istituendo il Brefotrofio, il Dormitorio pubblico e rilanciando la Congregazione di Carità.
Si adoperò per far sì che il Comune creasse un fondo di 1800 lire “per private sventure” e avviò un censimento delle famiglie indigenti della città, che al dicembre 1896 ammontavano a 1.174, a cui assegnò un medico condotto e i medicinali gratuiti (cfr. Resoconto sui servizi pubblici del Comune di Lecce dall’agosto 1895 al dicembre 1896, Lecce, 1897).
Tuttavia, il 4 novembre 1899, malgrado il riconosciuto successo politico ed amministrativo, il Sindaco Pellegrino rassegno’ le proprie irrevocabili dimissioni.
Tornò nel gennaio 1908, per altri tre anni, alla guida del Comune, in qualità di pro Sindaco.
Eletto deputato, furono note le sue interpellanze rivolte al Ministro di Grazia e Giustizia sulla imprescindibile necessità di istituire in Lecce una sezione di Corte d’appello.