L’arte per Vito Russo: “far pensare e parlare la materia”
Di Paolo Vincenti
“Raccogliere le antiche esperienze insieme alle nuove tecnologie, ritrovare la forza delle proprie mani. Con la mente scavare nell’anima, riprendersi i simboli dei linguaggi universali e con essi superare i limiti dell’incomprensione. Realizzare il proprio immaginario con il proprio saper fare, confrontarlo con tutti per capire e capirsi, intuire le verità estreme. L’arte non avrà mai fine finché l’uomo, incontrando i materiali che gli stanno intorno o creandosene di nuovi, saprà trasmettere loro, con la sua manualità, le forme del proprio pensiero.”
Così scrive Vito Russo, affermato pittore e scultore salentino, nella presentazione del suo sito on line www.vitorusso.it. L’arte di Vito Russo è stata al centro della mostra “Unì la terra ed il cielo”, tenutasi dal 23 al 27 aprile 2014 presso l’Atrio della Casa di Betania Hospice Onlus –Tricase, organizzata dall’Associazione taurisanese “Arte in Terra” insieme con Casa di Betania Hospice. Annunziata (terracotta policroma), In un frammento… la luce (calcite e pietra di Pescoluse), Battesimo, porta della fede (legno di frassino), Unì la terra e il cielo (legno di tiglio ed eucalipto), Volto di Cristo (bronzo), Spiritualità e materia (calcare e pietra di Pescoluse): sono alcune delle opere esposte nella mostra in oggetto.
Vito Russo, nato nel 1948, vive ed opera a Salve ed è stato titolare della cattedra di Scultura presso l’Istituto Statale d’Arte di Lecce. Fra le sue realizzazioni, citiamo almeno: la Vergine Maria, in pietra leccese, per la Chiesa di Torre Vado, del 1991; I Santi, la Chiesa ed il Popolo, cinque pannelli dipinti in olio su legno, per la Chiesa di San Giovanni Elemosiniere di Morciano di Leuca, del 1992; l’ Annunciazione ed Assunzione della Vergine, due tele dipinte ad olio per la Chiesa della Madonna di Depressa, frazione di Tricase, del 1994; il grande Monumento marmoreo a Padre Pio nella Piazza Unità d’Italia di Andria, del 1997; il gruppo scultoreo della Pietà, realizzato in pietra leccese, per il Cimitero di Morciano di Leuca, del 2001; grande Portale in bronzo della “Chiesa dei Santi Martiri Giovanni Battista e Maria Goretti” di Taurisano, del 2006.
Le opere di Russo contengono in sé, potrei dire, la cultura del Basso Salento ma, al tempo stesso, sono state definite “mediterranee”. Assistere alla sua esposizione dà delle emozioni intense; non si può, di fronte alle sue opere, fare a meno di toccare con mano per capire l’importanza e al tempo stesso la semplicità dei materiali usati. “L’arte di Russo è continua ricerca e sperimentazione, senza mai perdere di vista la tradizione, prediligendo la materia che affiora copiosamente e generosamente dalle viscere della sua Terra”, scrivono Marco Cavalera e Sandra Sammali[1].
L’arte di Vito Russo è una suggestione che coinvolge tutti i sensi in un’esperienza profonda, quasi mistica, totalizzante.
Personalmente sono affascinato dalle sue sculture in legno (soprattutto d’ulivo) e in terracotta. Ma Vito Russo, come già detto, utilizza molto la pietra locale, in un riappropriarsi delle matrici materiche della nostra terra che è sempre stata la prima fonte di ispirazione per la sua arte. Egli coniuga tradizione e sperimentazione nei suoi manufatti dalle forme e dai colori più disparati e questo aspetto delle sue creazioni è stato sottolineato da tutti coloro che le hanno recensite. Russo, che lavori la creta, il legno, oppure il marmo o il bronzo, sa infondere alla materia quella lievità che rende le sue opere aerodinamiche, leggere, e sembra quasi che esse si stacchino dalla base cui sono fissate e prendano il volo per i cieli tersi dell’arte.
La spinta verso il sublime connota tutta la sua produzione, animata da quell’intimo impulso spirituale che modella le sue figure. Il classicismo che la sottende (nel quale, è evidente, affonda le radici la sua formazione) è temperato, bilanciato direi, dalla tensione evolutiva del suo percorso creativo. Il processo di levigatura e di lucidatura (secondo la tecnica degli antichi maestri liutai) certo mette in risalto la composizione della materia usata, come si può notare anche nelle opere presenti nella personale di Tricase. “L’arte è anche realtà, materialità, non solo concetto”, spiega il maestro, “oggi, dietro il concettualismo, in tanti nascondono il fatto che non sanno fare niente”.
«Nell’ambito della cultura contemporanea l’arte di Vito Russo occupa un posto di rilievo per competenza tecnica e grande sensibilità. Conosciuto in Europa e nel resto del mondo ha ottenuto sempre grandi consensi. Egli conosce bene il messaggio della scultura moderna, le grandi esperienze di Moore, di Marini, di Manzù, ma a queste affianca la forza evocatrice dell’impulso emotivo che coinvolge l’Io e diventa il momento unico ed irripetibile del “fare arte”», scrive Luciana Palmieri[2].
Da una vita, a cercare e poi lavorare pietre e tronchi, Vito Russo non si adagia sugli allori di una affermazione personale innegabilmente raggiunta ma continua a sperimentare nuovi miscugli e traiettorie. Sue opere si trovano presso numerose collezioni, pubbliche e private, in tutto il mondo.
PAOLO VINCENTI
Pubblicato in “Presenza Taurisanese”, maggio 2014
[1] Marco Cavalera e Sandra Sammali, La vita svanisce, ma l’arte no. Vito Russo, scultore e pittore salvese, in www.fondazioneterradotranto.it
[2] Luciana Palmieri, nota critica, in Vito Russo, “Spiritualità e materia”, Catalogo della mostra, Bastione Carlo V –Lecce, 2006.