L’Amore: come è stato affrontato dai più grandi filosofi
di Lunetta Milù
Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo sul grande amore tra Abelardo ed Eloisa, che mi ha fatto riflettere e pensare su come i grandi filosofi hanno affrontato quest’argomento, sul quale poggia la vita dell’umanità. Ho cercato di affrontare la tematica, e mi scuso in anticipo se qualche mia affermazione non sarà condivisa.
L’amore è uno dei temi più affascinanti e profondi della filosofia. Da Platone a Kant, da Nietzsche a Sartre, molti pensatori hanno cercato di definire, analizzare e comprendere questo sentimento che muove il mondo e le azioni umane. In questo articolo, voglio offrirvi una panoramica di alcune delle concezioni più famose e influenti dell’amore nella storia della filosofia.
Platone lo considerato il padre della filosofia dell’amore. Nel suo dialogo Simposio, egli presenta la teoria dell’amore come aspirazione al bello e al bene, che si realizza attraverso una scala ascendente di gradi, dal sensibile all’intelligibile, dal corporeo allo spirituale, dal particolare all’universale. L’amore è dunque un desiderio di perfezione e di immortalità, che si esprime nella ricerca della bellezza e della saggezza.
Aristotele, invece, distingue tra tre tipi di amore: l’amicizia, la passione e la benevolenza. L’amicizia è un amore basato sulla reciprocità, sulla virtù e sul piacere. La passione è un amore irrazionale, violento e fugace, che dipende dalla bellezza fisica. La benevolenza è un amore disinteressato, generoso e stabile, che vuole il bene dell’altro. Per Aristotele, il vero amore è quello che unisce tutti e tre questi elementi.
San Tommaso d’Aquino riprende la concezione aristotelica dell’amore come benevolenza, ma la integra con la visione cristiana dell’amore come carità. Per lui, l’amore è un atto della volontà che tende al bene reale o apparente. L’amore naturale è quello che si dirige verso il bene naturale, come la vita, la salute, la felicità. L’amore soprannaturale è quello che si dirige verso il bene soprannaturale, come Dio e la grazia. L’amore perfetto è quello che ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso.
Kant propone una visione razionale e morale dell’amore. Per lui, l’amore non è un sentimento, ma un dovere. L’amore pratico è quello che si basa sul rispetto della legge morale e sulla dignità della persona. L’amore patologico è quello che si basa sull’inclinazione sensibile e sull’interesse egoistico. Kant sostiene che l’amore pratico è superiore all’amore patologico, perché è universale, incondizionato e autonomo.
Nietzsche critica la visione tradizionale dell’amore come altruismo, idealizzazione e sacrificio. Per lui, l’amore è una forma di volontà di potenza, di affermazione di sé e di dominio sull’altro. L’amore non è né bene né male, ma dipende dal tipo di persona che lo prova. Ci sono due tipi di amore: l’amor fati e l’amor mundi. L’amor fati è l’amore per il destino, per tutto ciò che accade nella vita, anche il dolore e la sofferenza. L’amor mundi è l’amore per il mondo, per la vita in tutta la sua varietà e ricchezza.
Sartre analizza l’amore come un tentativo fallito di superare la propria condizione di essere separato dagli altri e dal mondo. Per lui, l’amore è un conflitto tra due libertà che si oppongono: quella di chi ama e quella di chi è amato. Chi ama cerca di appropriarsi dell’essere dell’altro, di ridurlo a un oggetto o a uno specchio del proprio io. Chi è amato cerca di sfuggire a questa pretesa, di affermare la propria soggettività e indipendenza. L’amore è dunque impossibile e tragico.
Queste sono solo alcune delle tante riflessioni filosofiche sull’amore che potremmo approfondire. Spero di avervi incuriosito e stimolato a leggere le opere originali dei grandi filosofi che hanno decantato l’amore in modi diversi e affascinanti. La discussione comunque resta aperta.