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L’ALLEANZA DEI PAESI AUTORITARI: UNA SFIDA GEOPOLITICA ALLA STABILITÀ GLOBALE

Sfida glocale conferenza

Larry Moffitt, Segretario generale, Nord America-UPF

“Catalyst for Conflict on the Korean Peninsula. A belligerent North Korea, aligned with Russia, China, and Iran creates a volatile chemistry” ovvero “Catalizzatore di conflitti nella penisola coreana. Una Corea del Nord belligerante, allineata con Russia, Cina e Iran, crea una chimica instabile”, è stato tema del 33° forum mensile di esperti “The Washington Brief”, che si è tenuto in diretta streaming per l’Italia martedì 2 gennaio 2024, organizzato da “The Washington Times Foundation.

Sono intervenuti: l’Amm. Harry Harris, Comandante del Comando U.S.A Indo-Pacifico (2015-18) e Ambasciatore degli Stati Uniti in Corea del Sud (2018-21); l’Amb. Joseph DeTrani, già Inviato speciale per i negoziati con la Corea del Nord; il Prof. Alexandre Mansourov, del Centro per gli Studi sulla sicurezza dell’Università di Georgetown; e il Dr. Michael Jenkins Presidente “The Washington Times Foundation”.

Il forum ha preso in esame la retorica sempre più bellicosa della Corea del Nord e l’insistenza sul fatto che il Nord non perseguirà più la riunificazione della Corea, poiché considera la Corea del Sud solo uno Stato vassallo degli Stati Uniti.

Il tono della discussione è stato cupo, a causa del recente lancio di missili ICBM Hwasong-18 che possono colpire qualsiasi punto degli Stati Uniti e che si trovano su vettori mobili che possono viaggiare senza essere rilevati dai satelliti. Inoltre, le recenti dichiarazioni del presidente nordcoreano Kim Jong-un, che ha dichiarato di non essere più interessato a una riunificazione pacifica con il Sud, stanno spingendo gli Stati Uniti e i loro alleati a escogitare nuovi modi per affrontare le armi nucleari della Corea del Nord.

I giorni in cui si cercava di “negoziare” il programma di armi nucleari della Corea del Nord solo con la diplomazia sono finiti, ha affermato Harris, sostenendo che gli Stati Uniti e i loro alleati del Pacifico devono “alzare il tiro” di fronte alle crescenti minacce di Pyongyang. L’ammiraglio ha aggiunto che è sempre più chiaro che il leader nordcoreano Kim Jong-un non ha intenzione di abbandonare i suoi programmi nucleari nonostante anni di pressioni diplomatiche ed economiche. Le sue valutazioni arrivano pochi giorni dopo che la Corea del Nord ha lanciato tre missili balistici a corto raggio al largo della sua costa orientale e Kim ha parlato di un’espansione “esponenziale” dell’arsenale nucleare della sua nazione nel prossimo anno.

L’amministrazione Biden e gli alleati statunitensi del Pacifico temono che Kim possa presto ordinare un altro test di armi nucleari, che sarebbe il primo del Paese dal 2017. L’ammiraglio Harris ha ammonito che questa minaccia deve essere presa sul serio. “Perché la Corea del Nord… è una sfida per il mondo intero? La risposta è semplice: I missili di Kim Jong-un puntano in ogni direzione”, ha rimarcato. “L’incessante ricerca da parte del Nord di armi nucleari, dei mezzi per lanciarle e la sua aggressività senza limiti verso il Sud e gli Stati Uniti, dovrebbero preoccupare tutti noi”.

“Credo che l’obiettivo della nostra politica statunitense di negoziare l’abbandono del programma nucleare della Corea del Nord abbia raggiunto il suo esito utile”, ha proseguito l’ammiraglio Harris. “Dobbiamo alzare il tiro. La deterrenza attraverso l’acquiescenza non è per niente una deterrenza”.

L’uso della diplomazia diretta con Kim ha raggiunto il suo apice durante l’amministrazione Trump, quando l’allora presidente tenne tre incontri di persona senza precedenti con il leader nordcoreano, compresa una storica visita congiunta alla Zona demilitarizzata. Quei colloqui però non hanno prodotto un accordo per porre fine al programma nucleare di Pyongyang o per alleggerire le sanzioni sostenute dagli Stati Uniti sull’economia del Nord. Da allora Kim ha aumentato costantemente le sue provocazioni, ignorando tutte le aperture diplomatiche dell’amministrazione Biden. Solo l’anno scorso, ad esempio, la Corea del Nord ha effettuato più di settanta lanci di missili balistici.

“Un’altra delusione dell’ultimo anno per me è stato il fatto che gli Stati Uniti e la Corea del Sud non sono riusciti a invogliare o costringere… la Corea del Nord a tornare ai colloqui per la denuclearizzazione”, ha dichiarato Alexandre Mansourov, professore del Centro per gli studi sulla sicurezza della Georgetown University. “Per come la vedo io, la diplomazia è morta. Non vedo alcuna prospettiva per la ripresa dei colloqui a sei, a essere onesti, o per qualsiasi altra iniziativa”.

I colloqui a sei erano negoziati multilaterali che coinvolgevano Stati Uniti, Corea del Sud, Corea del Nord, Giappone, Russia e Cina. L’iniziativa è terminata più di dieci anni fa.

I test missilistici di Pyongyang non sono l’unica causa di preoccupazione nella penisola coreana. Nelle ultime settimane, anche i droni nordcoreani hanno attraversato la zona di demarcazione della Corea del Sud, facendo temere che un conflitto diretto tra le due nazioni si stesse avvicinando.

L’ammiraglio Harris si è detto convinto che gli Stati Uniti e la Corea del Sud devono potenziare i sistemi difensivi per contrastare questi velivoli senza equipaggio.

“Tutti i sistemi di guerra con i droni devono essere installati in Corea del Sud”, ha detto. “Le regole d’ingaggio devono essere discusse e giocate in modo che i comandanti sul campo a livello tattico sappiano come rispondere e non debbano chiedere autorizzazioni che potrebbero richiedere ore, se non giorni, per essere ottenute. E a quel punto è troppo tardi”.

Anche se gli Stati Uniti e la Corea del Sud lavorano insieme per contrastare Pyongyang, questa settimana è emersa una certa confusione sulla possibilità che le due nazioni possano organizzare esercitazioni nucleari congiunte. Il Presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol avrebbe detto all’inizio della settimana che tali esercitazioni erano in discussione.

Il presidente Biden ha respinto l’idea lunedì, rispondendo con una sola parola alla domanda dei giornalisti se gli Stati Uniti stessero valutando esercitazioni nucleari congiunte con Seul. “No”, ha detto Biden.

Un portavoce di Yoon ha affermato che le parole del presidente erano state mal interpretate e ha detto che invece di esercitazioni i due alleati stanno “discutendo di condivisione d’informazioni, pianificazione congiunta e piani di esecuzione congiunta per quanto riguarda il funzionamento dei mezzi nucleari statunitensi, al fine di contrastare le minacce nucleari della Corea del Nord”.

Harris ha anche espresso preoccupazione per le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri sudcoreano Cho Tae-yul, che cerca di migliorare le relazioni con la Cina.”Egli cerca di stabilire un’equivalenza tra Cina e Stati Uniti”, ha detto Harris. “Non c’è alcuna equivalenza. La Corea del Sud ha un solo alleato che le coprirà le spalle in caso d’invasione della Corea del Nord, e la Cina non è quel Paese”.

I forum mensili “The Washington Brief” sono sponsorizzati da “The Washington Times Foundation”, un’istituzione privata impegnata a sostenere e diffondere i più alti ideali e valori in ambito culturale e nell’opinione pubblica.

La Fondazione sostiene una serie d’iniziative volte a risolvere i conflitti e a rafforzare la pace attraverso la costruzione di ponti d’intesa e di cooperazione tra popoli, etnie, culture, sistemi di governo e tradizioni religiose.

Trasmessa in diretta una volta al mese su YouTube e www.washingtonbrief.org la serie raggiunge centinaia di professionisti che lavorano attivamente nei settori degli affari esteri, delle politiche pubbliche, delle forze armate e delle iniziative umanitarie.

Larry Moffitt, Segretario generale, Nord America-UPF


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