IL PENSIERO MEDITERRANEO

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L’allarme e l’appello lanciati dalla Società Italiana di Geologia Ambientale

foto del Gurgo di Andria di Domenico Belfiore

foto del Gurgo di Andria di Domenico Belfiore

Lo ha affermato Antonello Fiore, geologo, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.
Una scelta incomprensibile!
“Una scelta progettuale quella di utilizzare il “Gurgo di Andria”, geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come “altri contesti” dal Piano Paesaggistico Territoriale regionale (PPTR) della Regione Puglia, come recapito di un’opera di sistemazione idraulica. Si ricorda che nel PPTR della Regione Puglia sono stati individuati e perimetrati ulteriori contesti paesaggistici meritevoli di tutela (art. 143 lett. e D. Lgs. 42/2004), tra questi gli elementi appartenenti alla “Struttura idro-geo-morfologica” quali: le Doline, gli Inghiottitoi, le Grotte e i Geositi. Per essi è l’Art. 56 del PPTR che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione.
Il Gurgo è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia, si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria di Trimoggia, nelle immediate vicinanza del Santuario del Santissimo Salvatore. La dolina si apre su una superficie sub-pianeggiante e presenta una forma ellittica con asse maggiore lungo circa 260 metri; il suo perimetro eccede di poco gli 800 metri e la sua profondità è di 38 metri nel suo punto più basso. Le pareti della depressione mostrano pendenze generalmente elevate. La successione stratigrafica delle rocce che affiora sui fianchi del Gurgo è costituita quasi interamente da calcari del Cretaceo inferiore. Lungo il perimetro della dolina sono state riconosciute 9 piccole cavità carsiche formatesi lungo le principali discontinuità del substrato roccioso.

La dolina oltre a essere un geosito – ha concluso Fiore – ha un valore archeologico, infatti nella Relazione Archeologica (ED09) del Progetto di fattibilità tecnico economico dell’intervento si legge: “L’area del Gurgo è nota sin da epoca altomedievale per la presenza del casale di Trimoggia: si tratta di uno dei primi luoghi dell’aggregazione urbana disposti a corona intorno ad Andria e caratterizzato dallo schema del casale bizantino ricavato all’interno di una depressione carsica naturale che era dotato anche di una chiesa. Le testimonianze della prima frequentazione dell’area risalgono almeno alla prima metà del IX secolo d.C. (trimodie in un documento dell’843 d.C.). Successivamente, con lo spostamento della popolazione verso il centro urbano di Andria, l’area venne abbandonata, ma continuò ad essere frequentata la cappella di Santa Maria, edificata in superficie, durante l’XI secolo d.C.”


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