IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

La Tarantella di Hölderlin Testimonianza del primo lettore: Giovanni Pellegrino

Tarantella - copertina edizione italiana

Tarantella - copertina edizione italiana

Sono stato il primo fortunato lettore di questo romanzo di Klaus Voswinckel sul “Fenomeno Salento” così come si è affermato in questi decenni tra la meraviglia (e l’invidia) di tutti.

Vi ho trovato, in forma avvincente e leggera, storie e riflessioni che vanno oltre la superficie e le apparenze, verso un “quid” che è il motore di un vero e proprio movimento culturale e sociale; oltre a originali elementi di conoscenza e di fantasia che ne allargano l’orizzonte geografico e temporale. Ma al di là del fascino della musica, della danza e della festa popolare (e del consumo non sempre appropriato che se ne fa) Klaus sottolinea e scommette invece sulle valenze di consapevolezza, di affermazione e ridefinizione dei valori sociali, di liberazione delle persone e dei popoli. Valori spesso trascurati eppur sempre attuali, depositati dalla tradizione tra le pieghe della civiltà mediterranea; valori utili o forse indispensabili in tempi di confusione e di crisi.

Le armonie del canto e delle danze, la socializzazione spinta delle “vere” feste popolari sono “in parallelo” col pensiero di pace tra gli uomini e con la natura; quindi con l’idea della sobrietà e del risparmio; dell’autoproduzione e del riuso; della cura della terra; delle buone relazioni nel vicinato, nel quartiere e nel territorio; dell’inclusione del forestiero e del naufrago. In sintesi, “popolare” è quel pensiero  pure surclassato e offeso dalla sopravveniente cultura “moderna” dell’individualismo, quindi della competizione, del dominio, del denaro, del consumo, delle carriere e della cattiva cultura. Nel libro c’è una radiografia storica di ciò che siamo stati e siamo, chissà se ancora per poco, in tempi di pandemie, di catastrofi climatiche annunciate e oggi persino di guerre…

Nella intricata macchia mediterranea sulle colline di Ugento, attorno alla casa di Klaus sotto la “Specchia del Corno” aleggia una prossimità intrigante di “visitor” d’eccezione, pilastri del romanticismo tedesco, della poesia e della resistenza culturale e politica alle dittature della prima metà del 900, evocati chissà come. Dapprima Hölderlin, poi Novalis, poi ancora Celan e Beckett… Ognuno con il suo pensiero, i suoi sogni, i suoi fantasmi con i quali hanno tentato di scuotere il mondo. Essi girano, pensano, si innamorano, discutono animatamente. Questo innesto tra passato e presente, con riecheggiamenti che vanno fino alla Magna Grecia che qui creò importanti città e scuole filosofiche millenni addietro, è il “frutto immaginifico” di un viaggiatore nel tempo che corre lungo il sentiero utopico di liberazione e di felicità. Sogno eterno, sempre represso o temporaneamente sconfitto e rimosso, eppure mai estinto; semmai sommerso come un fiume carsico, altrimenti vivo e operante nelle viscere mediterranee, ai margini del pensiero dominante. Tutto questo grande passato, pur lontano per origini di tempo e di luogo, sembra accadere qui, sotto i nostri occhi.

“Posseduti, circondati, intrappolati” si dichiareranno poi questi “nordici”: dal luogo, dalla sua gente, dai suoi artisti popolari. Con questa dichiarazione di empatia totale La Tarantella di  Holderlin racconta la singolare avventura umana e culturale dell’autore e dei suoi amici, nel profondo (e ancora originario) Sud del Sud, nutrendola di storia e cultura europea.

L’autore si apre a noi completamente e ci fa entrare nel suo mondo di fine intellettuale, ricercatore e saggista. Interessante quindi assumere, almeno per una volta, il suo punto di vista; seguirlo nelle sue esplorazioni, che privilegiano piccole, ma numerose occasioni di felice armonia; gustare pezzi di poesia e di condivisione sorprendenti. Ma egli va oltre ciò che appare a molti di noi. Egli reinterpreta ciò che vede alla luce della sua formazione e del suo vissuto, compreso quello dei suoi visitatori e ospiti: per loro, infatti, qui risuonano le aspettative che in più occasioni si sono presentate nella grande Europa: i sogni epocali di Libertà (e di Uguaglianza e Fraternità) a cavallo tra 700 e 800; i movimenti di resistenza al nazifascismo e infine l’esplosione giovanile degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. Aspettative quasi sempre eluse o rifluite, eppure ancora presenti nell’immaginario dei popoli.

Grande curiosità destano i suoi personali motivi di interesse, che traboccano a ogni pagina, per questa terra dalla quale molti nostri concittadini scappano alla disperata. Non ci sarà per caso qualcosa che a noi sfugge? Qualcosa che noi non vediamo? In ogni caso l’occasione di guardarci allo specchio con gli occhi degli altri ci aiuta a crescere, a capire meglio noi stessi, a “studiare di più”… chissà…

Klaus gira il Salento, sempre in buona compagnia, con la sua vecchia Panda chiara “usata e riusata”. Partecipa, collabora, prende e dà buone energie, gode di momenti impagabili e quasi sempre gratuiti; conosce “boni e fiacchi”, accompagnato spesso dai suoi “ospiti” maestri e ispiratori della poesia e della cultura tedesca ed europea. Sono tutti qui, ai piedi della Specchia del Corno, attratti dalla PACE dei boschi a

vista mare; attratti soprattutto dalle tracce di un pensiero antico e carico di saggezza ancora funzionante, anche se quasi ammutolito. Rilanciato però dalle vibrazioni dei tamburelli e dal frinire impazzito delle cicale; un pensiero che alimenta progetti di vita e di sogno, TEMPESTE E PASSIONI, innamoramenti…

Finiamo per sentirli nostri, questi visitor! Appassionati come noi (cosa dico?), tarantati come noi!!!

“Fuoritempomassimo” direbbe qualcuno; ma non c’è tempo massimo per il sogno e le utopie; non c’è tempo massimo per i miti e il cammino delle civiltà, come afferma e dimostra autorevolmente Arnold J. Toynbee nella sua monumentale “Storia”. Le civiltà sconfitte e schiacciate non scompaiono come recita la vulgata dei vincitori, ma si inabissano per secoli e addirittura millenni, RESISTONO, pronte a riemergere quali nuove risorgenti, appena nuove intuizioni modificano la consapevolezza di sé oppure quando il dominio repressivo si attenua… Così non c’è un tempo massimo per l’amore, che nella “banda di Klaus” appare spesso, se c’è l’incontro fortunato, alla vista della bellezza o altrimenti drammatizzato, nello strazio dei ricordi e dei fallimenti…

Sono tutti qui, attratti da qualcosa di misterioso che sceglie il Salento per Essere; al di là della sfocatura che non permette di vedere chiaro. Qualcosa che il corso del racconto aiuta a intravvedere.

Tanto affollamento di segni, di linguaggi, di pensieri non può essere casuale: da est a ovest, da nord a sud, sentieri aperti da tempi ancestrali si incrociano qui: inevitabile il passaggio e il mescolamento delle genti.

Soprattutto in vicinanza del mare, storica “frontiera aperta” valicabile all’improvviso dal materializzarsi del forestiero, del diverso, dell’estraneo che ti obbliga a una risposta “umana” non sempre facile, ma sempre doverosa.

La “quasi isola” salentina, nuova “isola sonante”, raccoglie echi di antiche culture e li rimanda in un futuro forse prossimo, forse l’unico accettabile…

Cicatrizzato ormai l’annientamento post-romano e medievale, le superstiti “Pietre Messapiche” sparse nella campagna desolata cantano da tremila anni un canto sommesso, ma riconoscibile.

I sogni, la poesia (e possibilmente anche i progetti) oggi possono trafilare ancora, come l’erba dalle fessure delle pietre tombali.

Veramente nella storia, come “in tutte le cose, c’è una crepa; e da lì entra la luce” come dice il poeta-filosofo Leonard Cohen. Ed è la chiave di lettura di questo romanzo…

          …Allora, la nostra luce è qui…

Giovanni Pellegrino

Copertina edizione tedesca

Opere di Klaus Voswinckel

Nasce ad Amburgo nel 1943. Studia letteratura e filosofia a Friburgo e Monaco.

Realizza la sua tesi di dottorato su Paul Celan. Dal 1979 pubblica romanzi e saggi. Contemporaneamente realizza film per la televisione, documentari sull’Italia meridionale, sul Sahara, sul Ghana e sull’Africa occidentale, insieme e una serie di ritratti cinematografici di compositori contemporanei.

Vari sono i premi e i riconoscimenti che riceve, tra i quali nel 2000

il Premio Wilhelm-Hausen-Stein dell’Accademia di Belle Arti della Baviera.

Klaus Voswinckel vive come scrittore e regista a Monaco e nei pressi di Ugento.


I libri pubblicati con la Casa Editrice Bibliothek der Provinz sono:

1979 Lapidu

1999 Helen – Messaggi mediterranei
2002 Storie pugliesi
2006 Il corpo invisibile – Diario di Tonda
2009 La notte dei tamburi – Appunti dal Ghana
2013 Partenze, ritorni

2016 Tarantella o Hölderlin danza

2023 La Tarantella di Hölderlin (traduzione italiana)


I film per la televisione sono:


1977 Scampagnata
1987 La Banda (Premio del Cinema del Reale, 2015)
1989 Il silenzio prima del suono
1990 Ragazzi o L’invenzione della commedia
1992 Wolfgang Rihm – Compositore
1994 Steve Reich – Musica in parole
1996 Un passo verso il mio desiderio
1998 One Man Band
1999 Morton Feldman – Il suono e la sua ombra 2000 Musica dai boschi
2001 Il Tamburo divino – Viaggio in Ghana
2002 Veglie notturne
2003 Coming Together

2005 Winterreise – Schubert in Siberia
2007 Partenza verso l’interno
2008 L’incantatore di Roma
2009 Nel buio, all’aperto

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