La storia della Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce. Di Giuliana Lubello
La storia dell’impresa De Giorgi, produttrice di alcol e liquori per il mercato provinciale ma nota anche in tutta Italia per il liquore Anisetta, è un caso di studio esemplare dell’imprenditoria del meridione d’Italia della prima metà del Novecento.
Vito (padre) e Nicola De Giorgi diventano distillatori sul finire dell’Ottocento. Nel 1906 smettono di lavorare nel mulino di Carmine de Bonis (suocero di Vito) e si dedicano esclusivamente alla produzione in proprio di alcol e liquori, iscrivendosi alla Regia Camera di Commercio ed Arti della provincia di Terra d’Otranto al n° 1570. Questa decisione fu presa dai De Giorgi perché favoriti dalle buone possibilità che offriva l’abbassamento dei costi di produzione dell’alcol, causato dall’aumento della materia prima (vinacce e fecce) e dalla riduzione delle imposte di fabbricazione. Sin dal 1906 Casa De Giorgi è molto attiva nella pubblicizzazione dei propri prodotti, partecipando a numerose esposizioni.
Tra i riconoscimenti, spesso ricordati anche sulle etichette dei prodotti, le medaglie d’oro ricevute all’Esposizione di Siena del 1907 e alle Esposizioni riunite di Roma del 1911. Tra il 1912 e il 1915 avviene il passaggio di gestione dell’attività da Vito al figlio Nicola; negli stessi anni quest’ultimo sceglie di investire non solo nella produzione ma anche nella distribuzione dei propri prodotti: la scelta è evidente, visto che nel 1915 Nicola è definito negli atti pubblici «commerciante». Sempre nel 1915 La Distilleria è tra le ditte premiate iscritte al «Gran Libro d’Oro» dei Benemeriti del Lavoro. A distanza di qualche anno Nicola è ormai pronto per divenire un vero e proprio «industriale» e tra il 1917 e il 1920 affida a Giovanbattista Forcignanò la progettazione e la costruzione, in via Vittorio Emanuele III, di un grande stabilimento.
Egli progetta il suo complesso industriale puntando alla differenziazione dei prodotti e avviando perciò contemporaneamente una distilleria con annesso liquorificio e fabbrica di vermouth, con reparto di imbottigliamento, uno stabilimento vinicolo con reparto per la trasformazione delle vinacce e delle fecce. Per le dimensioni e l’economia di San Cesario di Lecce il progetto di Nicola De Giorgi assume dimensioni ambiziose. Dalla fine degli anni trenta in poi lo spirito non rettificato prodotto a San Cesario di Lecce viene, oltre che venduto a fabbriche di rettifica, viene inviato nell’altro stabilimento di San Pietro Vernotico (BR) e in seguito anche in quello di Squinzano (le due distillerie furono costruite, la prima nel 1936 e la seconda nel 1938ed erano entrambe dotate di un impianto autorettificatore).
De Giorgi riesce a raggiungere anche il mercato nazionale e internazionale attraverso il liquore Anisetta, divenuto la specialità della Distilleria De Giorgi sin dai primi anni di attività; la fama raggiunta dal liquore va di pari passo con i riconoscimenti e la pubblicizzazione del prodotto fatta realizzare al noto pittore e illustratore Luigi Bompard. L’attenzione sull’opificio “Distilleria De Giorgi” di alcuni esperti di archeologia industriale e della comunità scientifica locale per lo svolgimento di un’attività congiunta su Archeologia e patrimonio industriale, permise al Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino di finanziare un progetto di ricerca dal titolo: Progetto pilota per la conservazione e valorizzazione del patrimonio archeo-industriale pugliese a San Cesario di Lecce.
La Distilleria De Giorgi il 16 marzo 2011 è stata aggiudicata alla Fondazione “Rico Semeraro” a seguito di una procedura fallimentare che ha avuto la durata di undici anni. Il 28 settembre 2012 la Fondazione, a nome del suo Presidente Giovanni Semeraro, cede gratuitamente al Comune di San Cesario di Lecce la distilleria con finalità sociali e culturali a beneficio della comunità di San Cesario. Grazie a questa donazione gli spazi produttivi, con tutte le aree di pertinenza e dei suoi macchinari, sono passati nei beni patrimoniali del Comune di San Cesario di Lecce.
Su ricerche di Giuliana Lubello