La reazione alla corruzione della Chiesa: l’eresia Catara
di Francesco Abate
La storia del Cristianesimo, in special modo quello medievale, è storia di nefandezze e corruzione, di interessi puramente terreni e immoralità. I vescovi, i preti e i papi si comportavano come dei comuni nobili, a caccia semplicemente di titoli e vantaggi economici. In questo contesto di profonda corruzione nacquero numerosi movimenti poi condannati come eretici; di questi l’eresia catara fu quella che ebbe il maggiore impatto sugli eventi storici dell’epoca.
La parola “cataro” deriva dal latino medievale catharus, che significa “puro”. La purezza fu infatti il dogma principale di questo movimento, in risposta al clero cristiano corrotto. Il movimento si diffuse principalmente tra l’Italia settentrionale e la Francia meridionale, trovando adepti in abbondanza sia tra il popolo che tra i nobili. I catari francesi furono anche detti “albigesi”, nome derivante dalla zona di Albi.
I catari furono molto diffusi tra la seconda metà del XII secolo e la prima del XIV, anche se c’è chi si dichiara cataro ancora oggi. Favorì la loro nascita, oltre alla ricchezza e alla profonda corruzione del clero cristiano, il disappunto per il fallimento delle crociate in Terrasanta.
Per quanto concerne il dogma cataro, è difficile tratteggiarlo con esattezza perché lo conosciamo solo attraverso le testimonianze dei loro nemici.
Furono dualisti, credevano nell’opposizione tra materia e spirito. Essi vedevano inoltre una distinzione tra il Dio del Vecchio Testamento, che ritenevano solo un cattivo demiurgo, e quello vero rivelato nel Nuovo Testamento.
Per loro la materia è cattiva e non esiste la resurrezione della carne. La punizione che spetta ai malvagi è la trasmigrazione dell’anima nel corpo di un animale; per questo seguivano una dieta vegana, anche se mangiavano i pesci, che credevano che si moltiplicassero per via non sessuata.
Aborrivano il sesso e addirittura consideravano il matrimonio peggiore dei rapporti occasionali, perché nel matrimonio il peccato è continuo.
Non avevano nulla da obiettare contro il suicidio.
Per descrivere la contrapposizione tra catari e cristiani, il filosofo Russell cita: “I persecutori narrano il caso di un uomo accusato di eresia, il quale si difese dicendo che mangiava carne, mentiva, spergiurava, ed era un buon cattolico” (B. Russell – Storia della filosofia occidentale).
Erano precetti duri, ma non tutti erano obbligati ad osservarli per intero. Solo persone eccezionalmente sante, chiamate “i perfetti”, dovevano osservarli tutti; gli altri potevano tranquillamente mangiare carne e sposarsi.
Il catarismo è importante da conoscere sia per l’impatto che ebbe sul piano dogmatico sia per quello storico.
La loro dottrina conquistò i popoli, stanchi di guide spirituali peccatrici e false, e anche i nobili, che vedevano nella povertà del clero l’occasione per acquisire più ricchezze e poteri. La loro richiesta di povertà e umiltà, sebbene osteggiata dalla chiesa cristiana, fu accolta in seguito da diversi ordini monastici, come quello domenicano.
Per quanto riguarda la storia, i catari furono perseguitati e subirono numerosi massacri. La loro espansione portò alla prima crociata indetta da cristiani contro altri cristiani e, fallita questa, alla creazione da parte di papa Gregorio IX dell‘Inquisizione. La Chiesa, impegnata all’epoca nell’affermazione del proprio potere temporale, decise di rispondere col fuoco alle richieste di una religione più pulita e spirituale.