La poesia visiva a Matino. Il MACMA
di Paolo Vincenti
La città di Matino, mèta di turisti nazionali e internazionali per via del suo magnifico borgo antico, si impone alla nostra attenzione anche perché da sempre si è dimostrata sensibile all’arte e alla poesia. Al suo concittadino più illustre, il pittore Luigi Gabrieli (1904-1992), infatti, già nel 2006 l’Amministrazione Comunale di Matino ha intitolato un premio: il “Premio Gabrieli” coinvolge tutti i ragazzi frequentanti gli istituti superiori ad indirizzo artistico delle tre provincie salentine di Lecce Taranto e Brindisi.
Nel maggio-giugno 2006, alla sua seconda edizione, questo premio si è arricchito di una mostra di “Artisti Contemporanei Salentini”, tenuta presso il Palazzo Marchesale Del Tufo, che ha dato vita ad un volume nel quale è stato pubblicato il catalogo delle opere, a cura di Salvatore Luperto[1]. I testi del volume erano curati da Toti Carpentieri[2] e da Antonio Lucio Giannone[3], con la Presentazione di Salvatore Luperto[4], mentre le schede biografiche erano curate da Anna Panareo.
Molti gli artisti presenti: tra gli altri, Vittorio Balsebre, Giovanni Dell’Anna, Corrado Lorenzo, Sandro Greco, Pietro Liaci, Romano Sambati, ecc., facenti parte della “Donazione Gabrieli”, prezioso lascito del pittore matinese alla propria città. A questa, si aggiunse poi la “Donazione Balsebre”, circa 80 opere donate a Matino dal famoso artista e critico d’arte Vittorio Balsebre, oggetto della mostra “Vittorio Balsebre e i gruppi Gramma e Ghen”, realizzata l’anno successivo, e del libro omonimo, curato da Salvatore Luperto[5]. Nel libro, Luperto tracciava un profilo di Vittorio Balsebre, riportando una densa bibliografia sulla sua opera[6]. Inoltre, due saggi, a firma di Toti Carpentieri[7] e di Antonio Lucio Giannone[8], sull’attività di questi gruppi sperimentali, come Gramma e Ghen, negli Anni Settanta.
Si passava poi al catalogo delle opere di Balsebre, con alcune note biografiche sul grande artista salentino, a cura di Anna Panareo[9]. L’Amministrazione Comunale di Matino coltivava da molto l’idea di creare un polo artistico-letterario che potesse decentrare la cultura salentina dal capoluogo alla periferia e nel contempo divenisse un riferimento per il Sud Salento, uno spazio museale per convegni ed incontri ed uno spazio per la pinacoteca, il cui nucleo fondante fosse la “donazione Gabrieli”. In questo solco, si collocava nel maggio-giugno 2008, la mostra “Enzo Miglietta e il Laboratorio di Poesia di Novoli”, cui fece seguito l’omonimo volume-catalogo, per le cure di Salvatore Luperto[10].
Il libro, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Lecce e dalla Banca Popolare Pugliese, faceva luce su un periodo molto importante per la cultura salentina e su uno dei suoi protagonisti più brillanti: l’artista Enzo Miglietta, sperimentatore di nuove forme di espressione, fra i principali protagonisti della nuova poetica verbo visiva salentina, sviluppatasi negli Anni Settanta, il quale, con la fondazione del suo Laboratorio di Poesia sperimentale a Novoli, ha creato un punto di riferimento e un luogo di incontro dove, negli anni, si sono ritrovati e confrontati i più disparati intellettuali salentini e nazionali. Nel libro, numerosi interventi a firma di Antonio Lucio Giannone[11], Salvatore Luperto[12], Ilderosa Laudisa[13], Fernando De Filippi[14], Marinilde Giannandrea[15], Anna Panareo[16]. Molto importanti, il Catalogo e le testimonianze degli autori della poesia verbo-visiva.
Questi, fin qui elencati, i prodromi della costituzione del “Museo di Arte Contemporanea” (MACMA) avvenuta nel 2011. Dedicato al pittore Luigi Gabrieli, il museo contiene oltre 450 opere provenienti dalle donazioni “L. Gabrieli”, “V. Balsebre”, “E. Miglietta”, “M. Bentivoglio” e di vari autori della poesia verbo-visiva italiana. È il primo in Puglia ad accogliere importanti autori della Poesia Visiva, tra cui Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Michele Perfetti, Adriano Spatola, Mirella Bentivoglio, Lucia Marcucci, Emilio Isgrò, Franco Vaccari, Luciano Caruso, Martino Oberto, William Xerra.
Nelle Scuderie del Palazzo Marchesale Del Tufo, magistralmente restaurate dagli architetti Tobia Scarpa e Alberto Torsello, nel maggio 2011, con l’apertura della mostra sulla poesia verbo-visiva “Di-segni poetici”, curata da Luperto e Panareo, venne presentato il relativo omonimo catalogo. Di segni poetici La collezione di poesia visiva del Museo Arte Contemporanea Matino[17] presenta, sulla bellissima copertina, un’opera di Enzo Miglietta, Vivere insieme 2011, realizzata per l’occasione. Su questo disegno compaiono a piccolissimi caratteri i nomi di tutti gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione del MACMA, un cacofonico acronimo per un grandioso progetto.
La città di Matino entra così nei percorsi turistico culturali nazionali per questo museo all’avanguardia definito da Vito Primiceri, Direttore della Banca Popolare Pugliese, principale sponsor dell’iniziativa, “un punto di riferimento per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale non solo della città ma anche della stessa provincia di Lecce”[18]. E l’entusiasmo del Direttore Primiceri era condiviso dall’allora Sindaco di Matino, Giorgio Primiceri e dall’Assessore ai Beni culturali Antonio Costantino.
Nella sua Presentazione, Casualità, occasione, Arte, il curatore Salvatore Luperto spiega il percorso, irto di ostacoli, che ha portato alla realizzazione del Museo, e scrive: «Quest’idea nasce da circostanze casuali ovvero da un effetto domino di eventi che hanno dato l’opportunità di stabilire nuove conoscenze e intessere relazioni con coloro che sono stati a loro volta designati dal ‘caso’. Il primo evento fu la donazione Balsebre e la relativa mostra Vittorio Balsebre e i gruppi Gramma e Ghen, organizzata a Matino nel Dicembre del 2006. L’iniziativa avviò un vivo interesse per la poesia verbo-visiva non solo tra gli operatori del luogo ma soprattutto nei visitatori ignari di questi eventi culturali sorti a Lecce negli anni Settanta a seguito di iniziative tenutesi in Puglia sull’esperienza di poesia visiva del Gruppo ’70, nel 1968, organizzata da Michele Perfetti nell’Italsider di Taranto.
Molto importante fu quella mostra perché, insieme con le altre manifestazioni che si tennero a partire dai primi anni Sessanta in Puglia, sensibilizzò i giovani artisti del luogo alle nuove sperimentazioni poetiche e artistiche che andavano affermandosi in quegli anni nel territorio nazionale. Fu proprio l’intervento in loco dei verbo-visivi provenienti dai vari centri italiani (Michele Perfetti, Eugenio Miccini, Ugo Carrega, Arrigo Lora Totino) insieme con le iniziative culturali salentine a vivacizzare l’ambiente artistico leccese, tanto da dare origine al gruppo e alla rivista Gramma di Giovanni Corallo, Salvatore Fanciano e Bruno Leo (sull’esempio della rivista Téchne di Eugenio Miccini) nel 1970, al gruppo e all’omonima rivista Ghen di Saverio Dodaro nel 1976 e al Laboratorio di Poesia di Novoli nel 1980.
Alla donazione Balsebre seguì la donazione Miglietta nel 2008, la quale sollecitò ulteriormente l’interesse del pubblico salentino ma anche degli autori visuali dei vari luoghi d’Italia, incuriositi dalla produzione letteraria e grafica di Miglietta, dalla storia del suo laboratorio, dalle testimonianze dirette e dalle opere degli autori storici riportati nel catalogo tra cui Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Arrigo Lora Totino, Michele Perfetti, William Xerra, Stelio Maria Martini, Giovanni Fontana, Enzo Minarelli, Ignazio Apolloni e di autori stranieri che negli anni Ottanta furono presenti nel laboratorio con mostre, incontri, performance, reading, per far conoscere gli sviluppi delle nuove poetiche della scrittura visuale: dalla poesia concreta di Adriano Spatola e di Lora Totino alla Nuova scrittura di Ugo Carrega e Vincenzo Ferrari; dalla poesia visiva di Miccini, di Luciano Caruso, di Michele Perfetti, di Marcucci e di Pignotti alla poesia sonora di Fontana e di Minarelli, sino alla singlossia di Ignazio Apolloni e di Francesco Pasca.
Dopo quella mostra numerosi sono stati i riscontri positivi sulle attività svolte a Matino e molte le sollecitazioni ad aprire all’interno del costituendo Museo Arte Contemporanea di Matino “Luigi Gabrieli” (MACMA) una sezione dedicata alla poesia verbo-visuale, con l’esposizione di opere di autori che la rappresentano»[19]. Oltre a quello di Luperto, nel libro compaiono gli interventi di Eugenio Giannì, Forme di comunicazione non verbale nelle poetiche contemporanee[20], e di Antonio Lucio Giannone, La Puglia e la poesia visiva[21].
Eugenio Giannì traccia un profilo della storia della poesia verbo-visiva in Italia partendo dalla scrittura visuale per arrivare alla poesia concreta, utilizzando moltissime testimonianze dei principali protagonisti di questa arte, e poi attraverso la mail art e la nuova scrittura o scrittura totale, per arrivare alla poesia variamente aggettivata. Scrive Giannì: «Proporre una data di inizio della Poesia visiv in Italia non è facile. Miccini, ad esempio, fissa la data nel 1963, anno in cui si forma il Gruppo 70, chiamato ad indagare sui rapporti tra l’arte e la comunicazione, tra l’arte e la tecnologia. Fissare però un anno così preciso ci sembra una forzatura, poiché sarebbe come stabilire chi è poeta visivo e chi no.
Dalla vastissima documentazione rileviamo che forme di scrittura visuale erano già presenti proprio in Italia prima ancora del 1963. Per esempio, Carlo Belloli aveva prodotto nel 1944 un volume dal titolo Testi poemi-murali. Nella introduzione, dal titolo Poesia visuale, l’autore annuncia, per la prima volta, i concetti sulla ‘visualità poetica’ con chiari riferimenti alle esperienze visuali del poeta francese Apollinaire e dei futuristi italiani. La stessa Poesia concreta – una delle diverse tendenze, fondata proprio da Carlo Belloli nel 1956, per quanto indirizzata alla ricerca di una strutturazione geometrica del testo, e quindi alla conformazione di un’immagine ben definita, si propone nella realtà come “poesia visiva”. Ma non è questo il solo caso presente, ve ne sono altri, come quello del Gruppo 58 operante a Napoli; dei gruppi di Torino, Genova, Roma, ecc. Per esempio, tra il 1958 e il 1959, appaiono, sulla rivista Documento-Sud, interventi di Luigi Castellano e Guido Biasi in cui si preannuncia una ‘maniera di pensare’ e di operare che ingloba la stessa scrittura visuale determinandone il superamento».
Antonio Lucio Giannone, sempre a proposito della storia della poesia visiva in Puglia, con riferimento allo specifico del Salento, scrive: «Nel 1971, intanto, nasce a Lecce, in collaborazione con il Centro Téchne di Firenze, diretto da Miccini, uno dei primi periodici italiani di poesia visiva, Gramma, fondato da tre giovani artisti salentini provenienti dalla pittura, Giovanni Corallo, Bruno Leo e Salvatore Fanciano. Di questo «bollettino trimestrale di cultura contemporanea» (questo è il sottotitolo), in quell’anno, uscirono in tutto quattro fascicoli per complessivi cinque numeri.
Gramma ricalca fedelmente la prima serie della rivista di Miccini, Téchne, sia nell’aspetto esterno che nei contenuti. Come quella, infatti, si presenta come un assemblaggio di materiali eterogenei (fogli ciclostilati non numerati, locandine, serigrafie, inserti, collage, depliant), tenuti assieme da alcuni punti metallici e con una copertina di cartoncino bianco. Stampato con lo strumento, ormai obsoleto, del ciclostile, questo bollettino si caratterizza per la presenza di numerose composizioni visive e concrete. La poesia visiva vera e propria è presente, in Gramma, con composizioni del caposcuola Miccini (Rebus ) e di altri operatori, spesso legati all’ambiente fiorentino, come Achille Bonito Oliva, Roberto Malquori, Giusi Coppini, Andrea Granchi e Renato Ranaldi. Ma nelle pagine del periodico non mancano nemmeno alcuni pugliesi (oltre ai tre fondatori, lo stesso Perfetti, Vittorio Balsebre, Beppe Piano, Francesco Pasca, Enzo Miglietta, Sandro Greco e Corrado Lorenzo), nonché esponenti stranieri delle ricerche verbo-visive, come Jean Claude Moineau, Jochen Gerz, Miguel Lorenzo, Timm Ulrichs, Alain Roussel, Jirí Valoch, Clemente Padín, Paul de Vree. Accanto alla poesie visive, comunque, si possono trovare anche quelle puramente verbali, accomunate per lo più da contenuti di tipo ideologico-politico».
Ut pictura poesis-ut imago scriptura. Attualità di una poesia da guardare e di una pittura da leggere è il contributo nel libro di Carla Lezzi[22]. Ma quello che colpisce di più è il catalogo delle Opere, curato dalla Panareo[23]. Non meno interessanti, per chi voglia davvero conoscere l’argomento della poesia visiva, sono le testimonianza di Mirella Bentivoglio[24], Sergio Cena[25], Giovanni Fontana[26], Ruggero Maggi[27], Lamberto Pignotti[28], Martino Oberto[29], Salvatore Luperto[30]. Sono ben 119 gli autori verbo-visivi presenti al MACMA, le cui schede biografiche sono curate da Michele Afferri, Marinilde Giannandrea, Alessandra Guareschi e Anna Panareo. Proprio la sezione della poesia verbo-visuale, all’interno del Museo, è la fonte di maggiore attrattiva per i numerosissimi visitatori, specie per chi opera nel campo dell’arte e della letteratura. Un’iniziativa, questa, che porta in auge il nome del Salento, associandolo a quello della poesia, e che invita ad una indifferibile visita al museo matinese.
PAOLO VINCENTI
Pubblicato in “Il Paese Nuovo”, 31 maggio 2011e poi in “Frequenze poetiche”, Napoli, marzo 2019
[1] Città di Matino, Artisti Contemporanei Salentini. Premio Luigi Gabrieli 2006, a cura di Salvatore Luperto, Lecce, Edizioni Del Grifo 2006.
[2] Toti Carpentieri, I dintorni di un premio. Tra storie, riferimenti ed omaggi al maestro di tanti maestri, Ivi, pp.23-27.
[3]Antonio Lucio Giannone, Arte e letteratura nel Salento dagli anni Settanta ad oggi, Ivi, pp.29-37.
[4] Salvatore Luperto, Presentazione, Ivi, pp.13-21.
[5] Città di Matino, Vittorio Balsebre e i Gruppi Gramma e Ghen, a cura di Salvatore Luperto, Lecce, Edizioni Del Grifo, 2007.
[6] Salvatore Luperto, Vittorio Balsebre. Un artista salentino, Ivi, pp.13-18.
[7] Toti Carpentieri, Gruppi e dintorni. Una storia di sperimentazione, Ivi, pp.1924.
[8] Antonio Lucio Giannone, Due riviste sperimentali degli anni Settanta: “Gramma” e “Ghen”, Ivi, pp.25-34.
[9] Anna Panareo, Vittorio Balsebre. Note biografiche, Ivi, pp.65-70.
[10] Città di Matino, Enzo Miglietta e il Laboratorio di Poesia di Novoli, a cura di Salvatore Luperto, Lecce, Edizioni Del Grifo, 2008.
[11] Antonio Lucio Giannone, Itinerraio di Enzo Miglietta: dalla poesia verbale alla “scrittura” e oltre, Ivi, pp.11-18.
[12] Salvatore Luperto, Enzo Miglietta e il Laboratorio di Poesia di Novoli, Ivi, pp.19-30.
[13] Ilderosa Laudisa, Nel diario di bordo di uno scrittore le avventurose pagine di un artista, Ivi, pp.31-44.
[14] Fernando De Filippi, Sul significante e sul significato, Ivi, pp.45-46.
[15] Marinilde Giannandrea, Enzo Miglietta. Opere, Ivi, pp.47-76.
[16] Anna Panareo, Enzo Miglietta. Note biografiche, Ivi, pp.77-82.
[17] Città di Matino, Di segni poetici La collezione di poesia visiva del Museo Arte Contemporanea Matino, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo, Lecce, Edizioni Del Grifo, 2011.
[18] Vito Primiceri, Ivi, p.9.
[19] Salvatore Luperto, Casualità, occasione, Arte, Ivi, pp.11-12.
[20] Eugenio Giannì, Forme di comunicazione non verbale nelle poetiche contemporanee, Ivi, pp.19-58.
[21] Antonio Lucio Giannone, La Puglia e la poesia visiva, Ivi, pp.59-68.
[22] Carla Lezzi, Ut pictura poesis-ut imago scriptura. Attualità di una poesia da guardare e di una pittura da leggere, Ivi, pp.69-70.
[23] Anna Panareo, Opere, Ivi, pp.71-190.
[24] Mirella Bentivoglio, Tokio 1976, Ivi, pp.193-194.
[25]Sergio Cena, La variazione come oggetto poetico, Ivi, pp.195-196.,
[26] Giovanni Fontana, Il libro d’artista come luogo di contaminazione e artificio trasversale, Ivi, pp.197-200.
[27] Ruggero Maggi, Attrazione fatale. Caos: Caotica Arte Ordinata Scienza, Ivi, pp.201-203.
[28] Lamberto Pignotti, Sui segni verbo-visivi e il loro contesto, Ivi, 204-205.
[29] Martino Oberto, Frammenti di un discorso Afilosofico, Ivi, pp.206-208.
[30] Salvatore Luperto, Il fascino dell’autorevolezza, Ivi, pp.209-211.