IL PENSIERO MEDITERRANEO

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La poesia “Ninna Nanna del destino” di Pompeo Maritati è un’opera carica di dolcezza, sensibilità e significati profondo

Ninna Nanna del Destino

Ninna Nanna del Destino

di Mariella Totani

Ninna nanna del destino

Dormi, dolce anima, tra le ali della notte,

dove il silenzio è un abbraccio, soffice e lieve,

il tuo sonno è eterno, come un canto d’addio,

nella quiete dell’infinito, in un cielo di neve.

Le stelle vegliano sul tuo sonno sereno,

come lacrime luminose nel buio profondo,

e la luna, mite, ti accarezza con il suo raggio,

portando conforto in questo silenzioso mondo.

Il tuo respiro, oramai sospeso nel tempo,

è diventato un sospiro d’angelo, leggero,

e il tuo sorriso, come un’ombra di luce,

ha lasciato il suo riflesso nell’aria del mistero.

Dormi, dolce anima, in un giardino di stelle,

dove i fiori del ricordo mai appassiranno,

nel regno dell’eternità, tra dolci melodie,

dove il tempo si è fermato, e tu riposerai.

Ninna nanna del destino, culla questa vita,

ormai trasformata in un sogno senza fine,

che il tuo viaggio oltre il velo della notte

sia sereno e leggero, come l’aurora del mattino.

Dormi, dolce anima, tra le note del silenzio,

dove la tua essenza danza con l’eternità,

il tuo ricordo è come un raggio di luna,

che accompagna il sonno, in perpetua serenità.


Attraverso le parole di questa poesia, si viene trasportati in un paesaggio immaginifico, dove l’anima si addormenta cullata dalle braccia della notte, protetta dal silenzio, vegliata dalle stelle e accarezzata dalla luna. Il tema centrale della poesia è il viaggio dell’anima verso l’eternità, un percorso che viene presentato non come una separazione tragica o definitiva, ma come una trasformazione verso una serenità senza fine.

Le immagini che Maritati sceglie per dipingere questo passaggio sono simboliche e poetiche: la notte, il silenzio, le stelle, la luna. Questi elementi universali richiamano alla mente un’atmosfera di pace e di riflessione, come se la morte stessa fosse solo un passaggio dolce, una transizione naturale verso un luogo di riposo eterno. Il tono della poesia è delicato, quasi ipnotico, e la ripetizione del verbo “dormi” invita il lettore a immaginare l’anima che si lascia andare in un sonno tranquillo e ristoratore, protetta da forze benevole e misteriose.

La scelta di ambientare la scena tra le stelle e la luna dona alla poesia una dimensione cosmica. Le stelle, con la loro luce tremolante, rappresentano l’infinito e la connessione tra il mondo terreno e quello celeste. Nella tradizione poetica, le stelle sono spesso viste come simboli di eternità e di guida, e qui assumono un ruolo di custodi silenziose del sonno dell’anima. Vegliano, “come lacrime luminose”, a testimoniare il passaggio dall’esistenza terrena a un’altra dimensione. Il loro luccichio è il riflesso di ciò che è stato e di ciò che sarà, collegando passato e futuro in un momento sospeso nel tempo.

Anche la luna assume un significato particolare. Non è solo fonte di luce in mezzo all’oscurità, ma è una presenza amorevole e materna che “accarezza” l’anima con il suo raggio. È come se la luna, simbolo femminile per eccellenza, incarnasse una figura protettrice, una madre che veglia il riposo del proprio figlio. Il raggio lunare, così soffice e delicato, non è invadente, ma quasi un sussurro, una promessa di tranquillità e pace.

Questa ambientazione cosmica trasporta la poesia oltre la dimensione umana, rendendola un canto universale. L’anima, persa nel suo viaggio, non è abbandonata, ma accolta in un mondo di armonia e serenità. La notte, che per molti rappresenta il simbolo della fine, diventa invece un rifugio sicuro, un luogo dove il destino si compie in modo gentile.

Il concetto di riposo eterno è centrale nella poesia. L’anima “dorme” in un giardino di stelle, un’immagine che unisce la bellezza della natura terrena con l’infinito dello spazio celeste. Questo riposo non è angoscioso né inquietante, ma piuttosto sereno e naturale. La morte non è vista come una fine dolorosa, ma come un momento di quiete, un abbandono dolce nelle braccia di una forza più grande. Il termine “ninna nanna” evoca subito l’idea di protezione e conforto. Come una madre che canta per far addormentare il suo bambino, così il destino canta per l’anima, cullandola verso il suo riposo finale.

Questa immagine è ulteriormente rafforzata dall’idea che il ricordo dell’anima non svanisce, ma continua a vivere. Maritati usa l’immagine dei “fiori del ricordo”, che “mai appassiranno”, per indicare che, anche se l’anima ha lasciato il mondo terreno, il suo ricordo è eterno, preservato nelle menti e nei cuori di chi l’ha amata. Come i fiori che rimangono sempre freschi in un giardino speciale, così l’anima rimane viva attraverso il ricordo.

Una delle immagini più toccanti è quella del respiro che “è diventato un sospiro d’angelo”. Qui, Maritati trasforma il gesto più umano, il respiro, in qualcosa di celestiale. Il respiro, che è sinonimo di vita, si trasforma in un sospiro, un’emanazione dell’anima che passa dalla vita alla dimensione spirituale. L’idea che l’anima possa diventare un “sospiro d’angelo” è profondamente poetica: non solo l’anima continua a esistere, ma assume una forma quasi divina, elevandosi a uno stato di purezza e leggerezza.

Il sorriso dell’anima, che diventa “un’ombra di luce”, è un’altra immagine che aggiunge profondità al concetto di transizione tra vita e morte. Il sorriso, un segno di gioia e vitalità, non svanisce completamente, ma rimane come un riflesso, un’eco di ciò che l’anima era in vita. Questa luce, sebbene tenue, è comunque presente, segno che l’anima lascia una traccia indelebile nel mondo.

La poesia culmina con il tema del viaggio, un viaggio che l’anima compie “oltre il velo della notte”. Questo velo rappresenta la barriera tra il mondo dei vivi e l’eternità, una soglia che l’anima attraversa con dolcezza e senza paura. Il viaggio è descritto come “sereno e leggero”, quasi un volo, un distacco morbido dalla realtà fisica verso un mondo fatto di luce e tranquillità.

Il paragone con l’aurora del mattino sottolinea la speranza che accompagna questo passaggio. L’aurora, infatti, segna un nuovo inizio, una rinascita dopo la notte. Anche se l’anima lascia la vita terrena, c’è la promessa di un nuovo inizio, un’esistenza eterna che non conosce più il dolore e la sofferenza.

Nella parte finale della poesia, Maritati introduce l’immagine dell’anima che “danza con l’eternità”. Questa è forse l’immagine più suggestiva e potente dell’intera opera. La danza, simbolo di libertà e gioia, rappresenta il modo in cui l’anima si muove nel mondo eterno. Non c’è più la rigidità e la finitezza della vita terrena, ma un movimento armonioso, libero da ogni costrizione. L’anima è libera di danzare, in pace con se stessa e con l’universo che la circonda.

“Ninna Nanna del destino” è una poesia che tocca profondamente chi la legge, poiché parla di uno dei temi più universali e misteriosi: la morte e ciò che viene dopo. Tuttavia, lo fa con una dolcezza e una serenità che spingono a vedere la morte non come una fine, ma come una transizione naturale verso un luogo di pace e bellezza. Maritati riesce a trasformare il dolore della perdita in una celebrazione della vita eterna, in cui l’anima trova il suo riposo tra le stelle e le melodie dell’universo.

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