La Pizzica della libertà
di Maria Celeste Agrimi
Che cos’é la libertà?
Da sempre, l’Umanità si è preoccupata di dare una definizione chiara e univoca al concetto di libertà. Ci hanno provato numerosi filosofi, come Thomas Hobbes o Cartesio, che dedicando la loro intera esistenza a tale tema, formularono riflessioni così profonde e attuali che ci guidano ancora oggi come fari nella notte.
Eppure, proprio perché riflettere ed educare alla riflessione sulla libertà è una sfida complessa, ma necessaria per ogni individuo a qualsiasi età, il plesso “Aldo Moro” dell’Istituto Comprensivo di Bruino (To) ha proposto agli alunni un progetto originale e stimolante allo stesso tempo, dal titolo
La Pizzica della libertà
La Pizzica della Libertà: le fasi
Il progetto ha previsto delle fasi di realizzazione ben articolate:
- Fase Riflessiva: gli alunni di ogni classe del plesso Aldo Moro – I.C. Bruino, con l’aiuto delle docenti di lettere hanno riflettuto intensamente sul concetto di libertà, formulando poi una loro definizione personale;
- Fase Musicale: Tutte queste idee e definizioni sono state raggruppate e utilizzate per comporre il testo del brano musicale di pizzica. Quest’ultimo realizzato grazie all’aiuto di un professionista del settore, Gioele Nuzzo, che ha suonato il tamburello e il didgeridoo.
- Fase Coreografica: Sul ritmo incalzante del tamburello, un gruppo di alunni ha messo in scena una coreografia di pizzica;
- Fase di Montaggio: Con il materiale raccolto delle sessioni di registrazione e montaggio audio e video realizzando così il video qui di seguito;
La Pizzica un esempio di libertà
La pizzica salentina è un tipo di musica popolare particolare in quanto è strettamente connessa a un patrimonio culturale rilevante: Il tarantismo. Un fenomeno che unisce sacro e profano, mito e credenze religiose. Secondo il mito del ragno, tra la fine di maggio e gli inizi di settembre del secolo passato, giovani donne e uomini per i campi salentini potevano essere punti dal morso di un ragno, causando un turbamento inconscio paragonabile a una crisi. Per questo morso, le vittime del ragno iniziavano a muoversi e a contorcersi. L’unico modo per farli smettere di impazzire era la musica. Così tutto la comunità si riuniva suonando chi il tamburello, chi il violino, chi la chitarra per purificare e calmare la povera vittima del morso.
Grazie alle ricerche antropologiche, possiamo comprendere che quel ragno era la solitudine, la frustrazione, quel male sociale che le donne erano costrette a sopportare in una società contadina povera e fortemente patriarcale. Le vittime erano donne violentate, vittime di soprusi e violenze domestiche, ma anche uomini omosessuali, malati, poveri ed emarginati che potevano rivendicare la loro esistenza solo con il ballo. Solo avendo quelle crisi e con quella musica potevano sentirsi liberi di essere considerati.
Sono passati anni da quel male, ma la pizzica non è morta. Si è prestata a continue evoluzioni e arrangiamenti permettendole di mescolarsi con altri generi, ad aprirsi al nuovo e di viaggiare arrivando in tutto il mondo.
La pizzica della libertà: un inno alla diversità culturale
Il messaggio che i ragazzi lanciano attraverso questo progetto è profondo e ricco di valori essenziali per la crescita e la formazione delle nuove generazioni. Un verso in particolare centra perfettamente il senso del lavoro in sé:
“La libertà è mia e anche tua, io rispetto la tua che è diversa dalla mia”.
Una frase semplice, senza grandi parole, che solo un orecchio attento percepisce, ascolta e accoglie.Con questo verso, si afferma che affinché ci siano dialogo, confronto e quindi pace, è essenziale che tutti noi siamo liberi sia fisicamente e sia da pregiudizi, paure e frustrazioni che ci condannano a essere rinchiusi nella scintillante cella di insicurezza e fragilità. Perché ci siano scambio di idee, cambiamento e progresso è necessario riconoscere i diversi volti della libertà: di espressione, di pensiero, di stampa…
Questa diversità di libertà porta con sé bellezza e cultura che devono essere difese e protette come un’eredità. La libertà quindi è la madre della diversità culturale e il nostro dovere è quello di garantirla ed esigere che sia garantita nel resto del mondo.
E’ grazie al Diritto inalienabile della Libertà che è possibile educare le nuove generazioni alla cultura, al rispetto dell’Altro e all’ambiente. Gli alunni del plesso Aldo Moro dell’Istituto Comprensivo di Bruino ce l’hanno ricordato. Senza le loro idee e riflessioni non sarebbe stato possibile portare a termine questo progetto.
Grazie ragazzi,
Sciamu a zumpare liberi addunca ni porta lu jentu! – Andiamo a saltare liberi dove ci porti il vento!