IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

La Giustizia come Intelaiatura Etica del Paese

La legge è uguale per tutti

Verso un Sistema Legislativo di Equità e Coerenza di Pompeo Maritati

La giustizia dovrebbe rappresentare il cuore pulsante dell’etica di una nazione, l’intelaiatura che regge la struttura sociale e ne orienta la direzione. Le leggi, emanate da un parlamento democraticamente eletto, non sono semplicemente regole astratte, ma il timone che tiene dritta la rotta di una società che aspira al rispetto, alla tutela e all’equità. Tuttavia, in Italia, questa visione ideale sembra sgretolarsi sotto il peso di contraddizioni e inefficienze, alimentando un sentimento di sfiducia profonda nel sistema legislativo.

Uno degli aspetti più dolorosi del sistema italiano è la percezione, sempre più diffusa, che la legge appaia forte con i deboli e debole con i forti. Questo squilibrio mina alla base il principio fondamentale di uguaglianza di fronte alla legge, sancito dalla Costituzione. Quando il cittadino vede potenti interessi privati influenzare le leggi, favorendo specifiche correnti politiche o, peggio, individui privilegiati, si sgretola la fiducia nell’imparzialità delle istituzioni.

Questa deriva crea una spaccatura tra il popolo e la classe dirigente, alimentando un senso di amarezza e alienazione. Chi subisce l’ingiustizia non vede nella legge uno strumento di protezione, ma una minaccia che agisce a seconda della posizione sociale, economica o politica.

Uno degli effetti più tangibili di questa disfunzione è l’incertezza della pena. Sentenze che sembrano fatte su misura, pene che non vengono applicate o che vengono mitigate da cavilli legali, e lenti processi giudiziari sono solo alcuni esempi di come la giustizia perda la sua efficacia. La mancanza di certezza genera una società in cui le regole vengono percepite come flessibili e negoziabili, favorendo un clima di impunità che alimenta la delusione collettiva.

L’incertezza della pena ha anche un impatto devastante sulla percezione della sicurezza. La cronaca quotidiana offre innumerevoli esempi di reati gravi puniti con leggerezza, lasciando le vittime e le loro famiglie abbandonate a loro stesse. La mancanza di una punizione proporzionata non solo non scoraggia i comportamenti illeciti, ma li normalizza, creando un terreno fertile per il disordine sociale.

Non è raro osservare leggi che sembrano andare in direzione opposta rispetto al principio di equità sociale. Ad esempio, la tutela di determinati interessi economici o corporativi a discapito del bene comune, o l’approvazione di norme che penalizzano le fasce più deboli della popolazione. Queste scelte legislative, spesso frutto di compromessi politici, evidenziano una mancanza di visione etica e strategica, in netto contrasto con il ruolo che il sistema giuridico dovrebbe avere.

Una società etica richiede un sistema legislativo coerente, capace di riflettere i valori di uguaglianza, giustizia e solidarietà. Se invece le leggi si trasformano in strumenti di potere per pochi, il contratto sociale che lega i cittadini allo Stato viene irrimediabilmente compromesso.

In una democrazia, il Parlamento dovrebbe essere il baluardo dell’etica pubblica, un luogo in cui le leggi vengono concepite e approvate con l’unico scopo di servire il bene collettivo. Tuttavia, la realtà italiana ci mostra un Parlamento spesso diviso, incapace di produrre una legislazione chiara, giusta e orientata al lungo termine. Questo genera non solo confusione normativa, ma anche una crescente irritazione nel popolo, che percepisce le istituzioni come distanti e scollegate dai suoi bisogni reali.

Per ricostruire la fiducia nel sistema legislativo, è essenziale che il Parlamento si riappropri del suo ruolo centrale, lavorando per produrre leggi che rappresentino un’autentica guida morale e sociale. Questo richiede non solo competenza tecnica, ma anche integrità e trasparenza, valori spesso sacrificati sull’altare della convenienza politica.

Oltre alla qualità delle leggi, un sistema giuridico equo richiede un’amministrazione della giustizia rapida ed efficiente. La lentezza dei processi italiani, unita alla complessità normativa, rende il sistema giudiziario poco accessibile per molti cittadini. L’efficienza non deve però andare a scapito dell’imparzialità. È fondamentale che i giudici siano liberi da pressioni esterne e che le loro decisioni siano motivate unicamente dalla legge e dai principi di giustizia.

Il sistema legislativo non è solo un insieme di regole, ma il riflesso dell’etica di una nazione. Se l’Italia vuole superare la crisi di fiducia che da anni mina le sue fondamenta democratiche, deve ripartire da leggi giuste, eque e coerenti, applicate con certezza e trasparenza. Solo così si potrà ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, e tornare a vedere nella giustizia il baluardo della dignità e dell’uguaglianza.


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