“La giara” di Luigi Pirandello, una riflessione
Lucia Larinis
“La Giara” è una delle novelle più celebri di Luigi Pirandello, pubblicata per la prima volta nel 1917 nella raccolta “E domani, lunedì…”. Attraverso questa novella, Pirandello non solo offre uno spaccato della vita rurale siciliana del suo tempo, ma mette in luce anche la complessità della natura umana e le dinamiche di potere all’interno della società.
La storia narra di don Lolò, un ricco proprietario terriero, e Zi’ Dima, un abile e ostinato riparatore di giare. Dopo che una preziosa giara viene accidentalmente danneggiata, Zi’ Dima viene chiamato per ripararla. Tuttavia, una volta entrato nella giara per effettuare la riparazione, si rifiuta di uscirne, trasformando l’oggetto in una sorta di fortezza personale. La situazione si trasforma in uno stallo, con don Lolò che cerca in tutti i modi di convincere o costringere Zi’ Dima a uscire.
Pirandello è rinomato per la sua abilità nel sondare le profondità dell’animo umano, mettendo in luce le contraddizioni e le maschere sociali che gli individui indossano. “La Giara” non fa eccezione, mostrando come la tensione tra don Lolò e Zi’ Dima rifletta conflitti più ampi di classe, orgoglio e resistenza all’autorità. Pirandello usa un linguaggio ricco e evocativo, intriso di dialettismi siciliani, per dare vita ai personaggi e alla loro ambientazione, rendendo la novella un vivido ritratto della Sicilia rurale dell’epoca.
La novella può essere vista come una metafora delle dinamiche sociali e del conflitto tra individualità e autorità. Don Lolò rappresenta il potere e l’arroganza dei benestanti, che si aspettano che le loro volontà siano esaudite senza obiezioni. Zi’ Dima, d’altra parte, incarna la resistenza dell’individuo contro l’oppressione, dimostrando come anche il più umile degli uomini possa sfidare l’autorità quando spinto all’angolo. La giara stessa diventa un simbolo della resistenza di Zi’ Dima, nonché della sua prigione auto-imposta, riflettendo l’idea pirandelliana della vita come confine tra realtà e illusione.
Pirandello utilizza la novella per esplorare temi di libertà, orgoglio e la ricerca dell’individuo di affermare la propria identità contro le forze oppressive. Attraverso la sua narrazione, l’autore solleva questioni etiche riguardanti il diritto all’autodeterminazione, la lotta contro l’ingiustizia sociale e il valore dell’integrità personale di fronte all’autoritarismo.
In conclusione, “La Giara” di Pirandello è molto più di una semplice storia di contadini e giare rotte; è un’acuta osservazione della condizione umana, un’esplorazione delle complessità dell’identità e della resistenza individuale. Attraverso questa novella, Pirandello non solo offre uno sguardo sulla società siciliana del suo tempo, ma invita anche i lettori a riflettere sulle proprie “giare” interiori e sulle battaglie che siamo disposti a combattere per preservare il nostro senso di sé.