La costola di Adamo e Racconti Vari – un libro di Vincenzo Fiaschitello
Antonio Galati
Non finisce di sorprendere Vincenzo Fiaschitello. Dopo Lo strano caso dell’Abbazia ed altri racconti ( Urso 2017 ) e i Racconti attorno al Mediterraneo e anche oltre ( Urso 2017 ), non esaurendo nel contempo un’intensa attività poetica, ecco questa nuova raccolta di racconti.
La scelta letteraria del racconto in Fiaschitello non prefigura i toni minori della scrittura, tipici dei racconti per intrattenimento, destinati alla sollecitazione di emozioni e compiacimenti che si estinguono rapidamente ad una bramosa lettura.
Appare subito evidente che l’Autore, per gli scenari dei suoi racconti, non conosce limiti ed orizzonti di luoghi e di tempi, reali o veri, fantastici o immaginati, prelevando dai ricordi, anche lontani, sfumature e colori che ravvivano la narrazione. Nell’indagare e nel cogliere gli svariati aspetti dei comportamenti umani, siano essi di fragilità o di fermezza, o anche di passione o vocazione, di violenza o avidità, di dominio insano e di arricchimenti disonesti, li fissa in contesti che appaiono veri e palpitanti. Così impegna curiosità, sorpresa e interesse, induce a riflessioni ed analisi correlati al nostro mondo, infonde diletto e stimolo alla mente e all’intelligenza.
Il punto di partenza, esplicito ed improvviso, alza il sipario come un cantastorie su un fatto, un evento, un avvenimento, sia esso costruito nel mondo immaginario, in cui la fantasia diventa architettura di intrecci sapientemente concatenati, sia esso legato a pagine di storia ( Barabba e il Cireneo ), che non si possono obliare, o ad avvenimenti realmente accaduti ( Il diario di una bambina che viaggiò nello spazio ).
Nel primo caso, i personaggi che si muovono nella scena sono verosimili e vicini a tipologie di avvenimenti ricorrenti e rinvenibili nelle cronache d’oggi; nel secondo, gli attori, i
luoghi o i tempi sono fedeli e rispettati nei loro profili originali: verso di essi l’Autore si muove con piede felpato, affinché il racconto, ricco pur di fantasia ed immaginazione, non scalfisca la storicità dei soggetti, delle immagini o dei tempi medesimi. Tali personaggi, lontani e diversi per tempi e contesti, presentati rapidamente senza preamboli, con l’avanzare serrato e talvolta ritmico della narrazione, esprimono un identico mondo di valori ( amore, misericordia e perdono, altruismo e solidarietà, coerenza e impegno sociale), che si fa anelito di bontà nei rapporti umani, di una umanità perduta e di valori da recuperare o, in contrapposizione, scenari di dominio, di sfruttamento, di sopraffazione, di orgoglio, di autoritarismo, di crudeltà, di pregiudizi…, che si fanno denuncia e abominio del decadimento della natura umana.
Così il cantastorie Lorenzo aspira a farsi “voce di chi voce non ha, dei diseredati e degli ultimi”.
Così Antonio, per coerenza con i suoi principi, attraverso le irregolarità, l’ingiustizia, le sofferenze, disvelate nel mondo degli interessi personali, sceglie, per una innata generosità senza limiti, di “abitare con se stesso”, abbracciando la via della vocazione originaria di dedizione agli altri.
Così il Cireneo rifiuta vendette e avverte pietà per l’assassino del padre e conosce l’amore che “trasfigura” il cammino della vita.
Così la vedova di Via Bellosio perdona, giustifica e comprende, dona con generosità denaro e beni a chi non li ha.
Così…
Non cedendo alla tentazione di precludere al lettore la gioia di scoprire e segnare con i suoi passi la sorprendente bellezza dei racconti di Fiaschitello, mi soffermerò brevemente sul primo.
Il racconto, La costola di Adamo, appare come un viaggio di chi rifugge dalla solitudine, alla ricerca di un senso profondo della vita: passa dall’orgoglio all’umiltà, dall’arroganza al dialogo, dalla violenza anche estrema, esecrabile ed inaccettabile, all’amore, metaforicamente dalla notte alla luce. E’ un passo veloce come un sogno, dall’uomo selvaggio che è in noi, all’homo sapiens che discerne, che si misura e che aspira a correre verso i “confini dell’eterno” con accanto quella parte del suo corpo, la “costola”, che ha preso la forma leggiadra della donna, compagna inseparabile nel viaggio della vita.
E’, nel contempo, un inno all’immaginazione, alla fantasia, alla poesia che scuotono i “cristalli di tristezza” dell’anima.
Quest’ultimo aspetto è in vario modo presente in ogni racconto e trova vigore laddove l’Autore evoca anche esplicitamente ricordi di luoghi ben conosciuti o episodi che lasciano soavi segni di nostalgia.
Essendo la fantasia-l’immaginazione-la poesia la madre di tutti i racconti di Vincenzo Fiaschitello, non inducono a meraviglia vari spazi riservati alla fiaba: incastonati in alcuni di essi e tessuti accanto a quadri narrativi dai toni veristici, li impregna di intensità e di profonda umanità.
Ogni lettura di per sé arricchisce ed eleva la mente dei lettori.
I racconti di Fiaschitello spingono il pensiero ad “andare infinitamente più lontano della realtà che ci circonda” e “ vedere le cose anche se i nostri occhi non vedono”.
Questo ho avvertito leggendoli. E’ necessario alzarsi come un aquilone e mettere un filo molto lungo, e volare alto per vedere all’orizzonte un mondo di bontà, in cui trasferire il proprio “io” negli altri e in tutte le cose.
E’ un messaggio e una speranza per tutti.