La Corte Suprema russa chiude Memorial Internazionale e condanna a 15 anni Dmitriev
di Paolo Rausa
La liquidazione forzata di Memorial Internazionale è stata decretata ieri, 28 dicembre, dalla Corte Suprema della Federazione Russia con il pretesto di presunte violazioni della “legge sugli agenti stranieri”.
Quest’atto è di un’inaudita gravità!
La Russia ha così messo i sigilli ad un’associazione storica, centro di ricerca a livello internazionale e punto di riferimento della società civile. Pluripremiata per le sue puntuali e numerose attività di condanna dell’oppressione contro i democratici e i dissidenti sovietici e russi, riconosciute con l’assegnazione del Right Livelihood Award nel 2004, del Premio Sacharov nel 2009 e del Premio Freedom of Expression nel 2012, oltre che con la candidatura al Premio Nobel per la Pace nel 2015, Memorial Internazionale è stata fondata da personalità di spicco del movimento dissidente sovietico, tra cui Andrej Sacharov, Premio Nobel per la pace nel 1975.
Memorial è nata per preservare nella memoria le vittime delle repressioni sovietiche e per monitorare il rispetto dei diritti civili dapprima nello stato sovietico, e poi nello spazio postsovietico dopo il collasso dell’URSS. C’è da dire che nel corso degli anni Memorial si è evoluta nelle attività di ricerca e di studio delle repressioni sovietiche, con attenzione anche agli sviluppi della neonata democrazia russa e come centro di monitoraggio per i diritti umani.
Si può capire come Memorial si sia trovata al centro di pressioni sempre maggiori, che non hanno esitato a contemplare anche l’eliminazione fisica dei suoi collaboratori più impegnati nella salvaguardia dei diritti umani in Cecenia e altrove, fin dagli anni ‘90 e dopo la presa del potere da parte di Vladimir Putin.
Nel 2012 il regime ha escogitato una legge per neutralizzare gli “agenti stranieri in Russia” con l’intento di soffocare la società civile russa e soprattutto le associazioni come Memorial, che naturalmente si sono opposte. Da allora diverse sezioni di Memorial sono state colpite dal provvedimento e la stessa Memorial Internazionale, ente giuridico di coordinamento delle attività e delle sezioni di Memorial in Russia e all’estero, è stata iscritta nel registro degli agenti stranieri.
E’chiaro lo scopo intimidatorio e repressivo della legge. Di conseguenza Memorial Internazionale è stata sottoposta a vessazioni e a sanzioni economiche. Non contenti di questo alcuni provocatori sconosciuti, a volto coperto, hanno inscenato una irruzione nella sede moscovita dell’associazione mentre si proiettava il film L’ombra di Stalin della regista polacca Agnieszka Holland. Sul piano giudiziario la repressione ha colpito gli oppositori al regime, nelle persone di Ojub Titiev, direttore di Memorial Grozny incarcerato per possesso di droga, e Jurij Dmitriev, direttore di Memorial Carelia accusato falsamente di pedopornografia e condannato di recente a 15 anni di reclusione da scontare in una colonia penale. Non bastasse, i tentacoli giudiziari si sono estesi fino a neutralizzare il centro per i diritti umani, che fornisce assistenza legale e materiale a centinaia di prigionieri politici.
Memorial sezione Italia è insorta contro questa ondata repressiva e ha coinvolto il nostro Ministro degli Esteri affinché faccia sentire la voce dello sdegno del popolo italiano contro questa ignobile e antidemocratica repressione.
Con la liquidazione delle esperienze e delle attività di Memorial Internazionale si vuole cancellare la memoria delle vittime della repressione, distruggendo gli archivi dell’associazione e i documenti rarissimi che testimoniano le violenze del regime e le vittime del Gulag, russi ed europei, fra cui più di mille italiani come è stato documentato da Memorial Italia, che continuerà a portare avanti i temi e le istanze di Memorial Internazionale con le proprie attività e pubblicazioni, coinvolgendo i colleghi russi.
Info: Memorial Italia, corso Garibaldi, 75 Milano – tel. e fax 02.6575317, info@memorialitalia.it, http://www.memorialitalia.it/
Milano, 29/12/2021