Itaca di Costantino Kavafis
Filippo Rispini
La poesia Itaca di Costantino Kavafis è una delle più famose e apprezzate opere del poeta greco, pubblicata postuma nel 1911. Si tratta di una riflessione sul significato del viaggio e della vita, ispirata al mito di Ulisse e al suo ritorno nella sua patria dopo le avventure dell’Odissea.
La poesia si presenta come un monologo, in cui il poeta si rivolge al lettore, invitandolo a partire per il suo viaggio verso Itaca, ma senza fretta e senza aspettarsi troppo dalla meta finale. Il vero valore del viaggio sta infatti nelle esperienze, nelle conoscenze, nelle emozioni che si accumulano lungo il percorso, e che arricchiscono lo spirito e la mente del viaggiatore. Itaca è solo un pretesto, un simbolo, una metafora della vita stessa, che va vissuta con curiosità, saggezza e piacere.
Il poeta usa un linguaggio semplice e diretto, ma ricco di immagini suggestive e di riferimenti alla cultura classica. Il ritmo è cadenzato e musicale, con l’uso frequente di parallelismi e ripetizioni. La struttura della poesia è formata da 46 versi liberi, divisi in cinque strofe di lunghezza variabile.
La poesia Itaca di Kavafis è una bella testimonianza della visione del mondo del poeta, che esalta il valore del viaggio come scoperta di sé e degli altri, come arricchimento culturale e spirituale, come occasione di crescita e di felicità. Allo stesso tempo, la poesia invita il lettore a non illudersi troppo sulle mete che si propone nella vita, ma a godersi il cammino, consapevole che ogni esperienza ha un senso e un valore in sé.
Itaca di Costantino Kavafis: testo
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Poseidone incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio;
senza di lei, mai ti saresti messo sulla via.
Nulla di più ha da darti.E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.