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Ipogeo di Crispia Salvia a Marsala

Ipogeo di Crispia Salvia a Marsala

Per l’ipogeo di Crispia Salvia a Marsala, gli scavi sono stati eseguiti in via Massimo D’Azeglio a Marsala fino al 1997.

L’indagine archeologica ha consentito il rinvenimento di un’area sepolcrale in origine adibita a necropoli punica, frequentata nel III e II sec. d. C., da pagani, ebrei, e forse anche da cristiani. L’indagine ha portato alla luce un ipogeo a camera di circa 25 mq di forma trapezoidale.

La camera funeraria è stata chiamata Ipogeo di Crispia Salvia per la lastra rinvenuta e che porta l’epigrafe di Iulius Demetrius. Si tratta di una dedica alla moglie Crispia Salvia, morta a 45 anni libenti animo. Una epigrafe per l’eternità.

“CRISPIA SALVIA …VIXIT ANNOS PLUS MINUS XLV UXORI DOLCISSIMAE IULIUS DEMETRI”

Epigrafe dell’ipogeo di Julius Demetrius

Alla cripta si accede dopo avere attraversato un’area condominiale con regolare portone in alluminio, per via di un palazzo di civile abitazione che la sovrasta. L’accesso a dromos è formato da dieci gradini che scendono nel buio più fitto come se si raggiungesse l’Ade. La camera trapezoidale è stata interamente scavata nella roccia.

All’interno si osservano quattro tombe scavate nel pavimento a tre metri sottoterra; sulle pareti, con stupende pitture interamente dipinte a mano, sono raffigurate figure femminili che suonano il flauto.

La camera funeraria di 25 mq, scavata nella roccia, ospita la sepoltura di Crispia Salvia, moglie di Julis  Demetrius, forse un magistrato. Di lei una placca spezzata in terracotta ci dice che visse suppergiù 45 anni, di cui 15 a fianco del marito: questo ci fa pensare che fosse per lei il secondo o il terzo matrimonio, dato che, nel II sec. d.C., le fanciulle romane si sposavano generalmente intorno ai 14 anni. L’impatto con l’ipogeo sotto al condominio è forte, soprattutto per la vivacità dell’impianto decorativo dai colori brillanti, nel quale non compare alcun simbolo cristiano.

I nomi della donna rivelano le sue nobili origini, appartenendo a due gens i Crispius, che svolgevano delle attività economiche nella Sicilia occidentale, visti i ritrovamenti di utensili e tegole con bollo A. C. Crispi a Segesta, ed i Salvii anch’essi riconducibili a Lilibeo.

Del marito Iulius Demetrius non si possono facilmente conoscere le origini dato che il nome era diffuso in tutte le città della Sicilia, sia da personaggi di alto rango che da liberti ma non si esclude l’origine nobile.  Uno degli affreschi riporta varie scene tra cui cinque danzatori ed una donna seduta. Ciascuno dei danzatori poggia un braccio sulla spalla di quello che lo precede, il primo a destra ha in mano un fiore, l’ultimo una corona. La donna suona un “aulos” a canne doppie. Nella scena sono cosparsi dei fiori rossi.

Affresco con i cinque danzatori – Ipogeo Crispia Salvia

Nel resto della scena alcuni commensali siedono o sono sdraiati sui triclini, attorno ad un tavolino a

tre gambe di puro stile pompeiano, ovvero romano, su cui è poggiato un bicchiere di vetro mezzo pieno, che brindano col vino in calici anch’essi di vetro, sempre attorniati di fiori rossi.

Affresco – Ipogeo Crispia Salvia

In un’altra parete dell’ipogeo, sovrastante la fossa di sepoltura scavata nel tufo e dipinta di ocra, evidentemente una fossa per l’inumazione della salma, troneggiano due amorini in volo che sorreggono una ghirlanda con dei nastri verdi.


 

Ai lati della tomba l’affresco rappresenta due uccelli che sembrerebbero due colombi, il che sottolineerebbe il rapporto d’amore tra i due coniugi, visto che anche all’epoca le colombe erano simbolo d’amore e infatti erano considerate tra gli attributi di Venere.

Affresco con colombe ai lati della tomba di Crispia Salvia

Del resto tutto l’ipogeo sembra testimoniare un rapporto d’amore e anche qui i fiori rossi sono sparsi ovunque, in memoria della felicità della coppia quando era ancora in vita. Probabilmente è per questo che il marito ha contato gli anni di convivenza, in segno di rimpianto per ciò che è stato e che non potrà più avere.

Affresco con pavoni – Ipogeo di Crispia Salvia
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