Incontriamo Socrate, Platone, Aristotile, Pericle e Omero nel libro di Pompeo Maritati “La mattonella di AFRODITI”
Una recensione di Lunetta Milù
Il libro di Pompeo Maritati è un’opera straordinariamente coinvolgente e ricca di sfaccettature, un viaggio che trascende i confini del tempo e dello spazio per esplorare le profondità dell’animo umano attraverso il prisma dell’amore adolescenziale e dell’incontro con il divino. L’autore ci offre una narrazione che è al tempo stesso un romanzo di formazione, un’avventura epica e una profonda riflessione filosofica, tessendo insieme elementi storici, mitologici e letterari in un mosaico narrativo di rara bellezza.
La premessa del romanzo è audace quanto affascinante: il protagonista, una sorta di alter ego di Maritati stesso, viene catapultato indietro nel tempo fino all’antica Grecia, in un’epoca in cui gli dei camminavano tra gli uomini e i filosofi ponevano le basi del pensiero occidentale. Questo espediente narrativo permette all’autore di esplorare temi universali quali l’amore, il destino, la conoscenza e il divino, in un contesto storico ricco di fascino e mistero.
Il primo amore adolescenziale del protagonista, rivissuto in questo contesto atemporale, assume una dimensione quasi mitica. L’incontro con figure storiche e leggendarie come Platone, Aristotile, Socrate, Pericle e addirittura Omero non è solo un pretesto per intessere dialoghi filosofici o per ricreare scenari storici con accurata fedeltà, ma diventa un mezzo per riflettere sulle emozioni, sui sogni e sulle aspirazioni che caratterizzano l’esperienza umana in ogni epoca.
La conversazione con Omero, in particolare, è uno dei momenti più suggestivi del libro. L’autore dell’Iliade e dell’Odissea, figure enigmatiche e fonte di infiniti dibattiti accademici, si rivela al protagonista, confidandogli segreti mai svelati. Questo scambio non solo arricchisce la trama con elementi di mistero e rivelazione ma apre anche interessanti riflessioni sul ruolo dell’autore e sulla natura della creazione letteraria.
La rivelazione che gli dei dell’Olimpo non risiedano sul Monte Olimpo, ma sull’isola di Aegina, è un colpo di scena che ribalta le convenzioni e invita a riconsiderare le nostre percezioni del mito e della religione. Questa scelta narrativa non solo aggiunge un ulteriore strato di mistero e fascino alla narrazione ma rappresenta anche una metafora dell’inaccessibilità e dell’alterità del divino, tema che percorre l’intero romanzo.
La discussione sul “tempo senza tempo” con Eracle introduce riflessioni filosofiche di grande spessore, portando il lettore a interrogarsi sulla natura del tempo, sulla realtà e sull’esistenza stessa. Questi dialoghi, lontani dall’essere mere digressioni teoriche, sono profondamente intrecciati con il filo emotivo e narrativo del romanzo, arricchendo la trama con una dimensione contemplativa e universale.
Nonostante la complessità dei temi trattati e la ricchezza dell’intreccio, Maritati riesce a mantenere una prosa chiara e accessibile, capace di coinvolgere il lettore in una narrazione che è al tempo stesso avvincente e profonda. La sua abilità nel rendere vivide le ambientazioni storiche, nel caratterizzare con profondità psicologica i personaggi e nel tessere dialoghi filosoficamente ricchi ma mai pedanti è degna di nota.
Tuttavia, l’ambizione dell’opera potrebbe risultare a tratti eccessiva, con il rischio di disorientare il lettore meno avvezzo ai salti temporali e alle riflessioni filosofiche. Inoltre, la densità di riferimenti storici, mitologici e letterari richiede un’attenzione costante, che potrebbe appesantire la lettura per chi è alla ricerca di un racconto più lineare e immediato.
La mattonella di Afroditi” di Pompeo Maritati rimane un’opera di notevole impatto, capace di stimolare la riflessione e di trasportare il lettore in un viaggio indimenticabile attraverso il tempo, la storia e le profondità dell’animo umano. Un libro che, al di là della sua trama avventurosa e del suo impianto filosofico, celebra la potenza immortale del racconto e la capacità della letteratura di esplorare e illuminare le questioni più profonde della vita.