Il Teatro Comunale Paisiello, una vera e propria “bomboniera” di assoluta eleganza
Di Giorgio Mantovano
A Lecce, nella bella via Palmieri, prima di raggiungere Porta Napoli, si incontra il Teatro Comunale Paisiello, una vera e propria “bomboniera” di assoluta eleganza.
La sua storia ha origine nel XVIII secolo. Francescantonio Piccinni, della Classe dei Civili della città di Lecce, nelle sue “Cronache” ci ha narrato cosa accadde in quel 1759, quando fu realizzato il Teatro Nuovo.
È una testimonianza di estremo interesse storico:
“li signori d. Gaetano Mancarella e d. Francescantonio Bernardini patrizi leccesi si presero ad enfiteusi due magazzini appartenenti al Conservatorio di S. Anna avanti la porta di S. Giusto e demolito sotto la direzione del signor d. Giovanni Pinto regio ingegnere e coll’assistenza del signor d. Luigi Marchant avvocato fiscale di questo Tribunale, si fabbricò di pianta il nuovo nel giro di quarantacinque giorni, avendovi lavorato sessantatré mastri e manipoli e ridottisi in una forma bella e vasta fu aperto nel dì 4 novembre giorno del nome del nostro Monarca e si recitò l’opera buffa detta la Gelosia posta in musica dal signor Nicolò Piccinni napolitano, Maestro di Cappella reale e poi se ne recitarono altre differenti, e così rimase ove al punto esiste per opera dei suddetti due signori Bernardini e Mancarella”.
Nel 1867 il Teatro Nuovo fu ceduto al Municipio che ne curò la ricostruzione su disegno dell’ing. Oronzo Bernardini. Riaperto al pubblico nel gennaio del 1870 fu dedicato alla memoria del grande musicista tarantino Giovanni Paisiello (1741-1816), uno dei più importanti ed influenti compositori d’opera, la cui fama lo portò a lunghi soggiorni, dapprima a San Pietroburgo, alla corte della Zarina Caterina II di Russia, e poi a Parigi, alla corte di Napoleone.
Il Teatro fu tra i più eleganti del Regno e seppe conservare le sue nobili tradizioni di arte, gareggiando con i Teatri di Napoli, Milano, Genova e Venezia.
Le “Cronache” di Francescantonio Piccini sono raccolte, unitamente a quelle del Braccio, del Panettera e del Cino, nel prezioso volume “Cronache di Lecce“, a cura di Alessandro Laporta, Edizioni del Grifo, 1991.
Il grande auspicio, in questi giorni bui, è che tutti i Teatri, luoghi fondamentali della meditazione civile, possano risorgere quanto prima.