Il ruolo femminile dalla storia al lavoro di Paola Dos Santos
Asunción, 17 de enero del 2023
Abbiamo letto in abbastanza molte storie sulla emancipazione delle donne tra secoli di rivoluzioni, e perché non dire sulle sanguinose guerre, come per esempio, la Paraguaiana dal 1865 al 1870, dove la donna dimostrò che il coraggio non era solo una cosa dell’uomo, nonostante, senza dimenticare il proprio ruolo di madre e di moglie, era soprattutto una cittadina della sua nazione, indipendentemente dal suo sesso biologico. La donna paraguaiana ha avuto un importante ruolo nella ricostruzione della sua patria. Se oggi ci siamo qua è grazie al suo lavoro e fedeltà nazionale.
Parlando di storia mondiale, considero che sia importante ricordare che quando i diritti umani nacquero come conseguenza della Rivoluzione Francese, le donne non sono state prese in considerazione, ma i libri classici che studiavamo alle scuole non ci raccontavano così questa parte della storia tanto meno con tutti i dettagli. La Uguaglianza, la Libertá e la Fraternità, le tre figlie simboliche della Libertà, sono stati i trofei degli uomini e mai delle donne che avevano partecipato con coraggio in questo obbiettivo umano.
Ironicamente il famoso quadro di Eugène Delacroix dal 1830 rappresenta alla libertà come una “donna” che guida al popolo francese. Una bella opera d’arte che mostra all’illuminazione dell’essere umano ma anche una bella parodia considerando la realtà storica. Devo chiarire che parlo dal mio punto di vista, perché molti amanti della storia ne pensano così.
Non erano considerate cittadine, non avevano il diritto al voto, le sue voci non esistevano per niente e le sue vite non importavano a nessuno in generale. Ma sapete che alcune donne come Théroigne de Méricourt, Charlotte Goday, Olympe de Gouges, Madame Tallien, ed altre parteciparono con le sue intelligence nella Rivoluzione Francese? Sapete che la prima professionista universitaria di Paraguay è stata una donna? Il suo nome era Serafina Dávalos e aveva lottato molti anni per il diritto al voto delle donne in Paraguay. Poverina, Serafina! lei morì ignorando che il suo lavoro ha avuto un risultato favorevole per le donne paraguaiane nel XX secolo. Brutta e cattiva storia di questa donna che neanche sappiamo fino a oggi dov’è sepolta.
Tra molti anni di lotta, le donne abbiamo vinto molti spazi sociali, culturali ed economici. Da quello tempo fino a oggi, le donne abbiamo imparato come litigare per i nostri diritti, non solo quello di essere madre, il quale molte donne l’avevano sempre difeso come delle leonesse, anche per il nostro diritto a lavorare liberamente e guadagnare lo stipendio giusto d’accordo alla nostra capacità ed al nostro proprio merito. Non riusciamo ancora ad arrivare al livello dove lo stipendio sociale è uguale allo stipendio economici. Vediamo ancora alla violenza contro le donne como una informazione quotidiana che mangiamo come prima colazione tutti i giorni.
Adesso persiste questa assurda guerra tra le due sessi: il femminile e il maschile, specialmente dentro del campo di lavoro, dove esiste forse, fino a oggi, una piccola differenza tra lo stipendio che guadagnano le donne e gli uomini per dei motivi puramente sessuali, specialmente in paesi come il nostro.
Nonostante non rimaniamo né zitte né sedute a questa situazione e alziamo la voce tutti i giorni dal posto che siamo, rivendicando questa ingiustizia chiamata “moderna” ma la possiamo
chiamare anche oscurantista. Per tutti questo, credo liberamente, senza nessun pregiudizio ideologico, che la situazione abbia migliorato in abbastanza con l’avvenimento della civilizzazione tra secoli di lavoro, ma le donne non restiamo ancora soddisfatte del tutto, perché il maschilismo persiste e non è solo un mito storico come l’idea conservatrice di molti governi vuole farci credere per questioni politiche. Siamo molte Frida Kalho ancora al nostro posto di lavoro.
Allora, anch’io penso come altre persone che le proteste radicale attuale abbiano disintegrato in parte la lotta femminista in certo ponto della realtà storica, e può essere che questa nuova forma di rivoluzione sia vista come un piccolo o gran retrocesso tra il tempo e la storia, perché adesso la percezione gira intorno ai fattori sessuali, come per esempio il dibattito sull’essere donna o uomo e il diritto di esserlo e anche il diritto che deve predominare essendo donna o uomo. Mi piacerebbe dire che è un po’ più facile di capire ma non trovo un’altra risposta che non sia questa: L’essere umano ama il complicare tutto.
Forse che tra la nostra rabbia umana abbiamo dimenticato che la libertá ha bisogno della capacità e del merito, sia per occupare un posto di lavoro che fare della politica ed amministrare la cosa pubblica. Si lasciamo andare queste caratteristiche, la frangia della uguaglianza tra le due sessi sarà veramente grande. “Ai nostri favori” diranno le femministe radicale, ma veramente sarà in contro di noi, come una involuzione di tutti quello che abbiamo guadagnato con il merito che la storia ci dimostra. La frangia della disuguaglianza non va di pari passo con la libertá per la quale molti rivoluzionari di secoli hanno lottato, siano uomini che le donne. Anche questa frangia non deve essere diseguale né per gli uomini né per le donne.
Quando capiamo questo punto, potremo fare una vera politica pubblica che soddisfatta a tutto il popolo senza differenze. Dobbiamo ancora capire molto sulla vera tolleranza umana senza differenza di razza, sesso, religione, ecc.
Quindi, per continuare la lotta per conservare i nostri diretti, ci bisogna lavorare per lo sviluppo delle uguaglianze reale, civica e democratica, le quale esigono la conoscenza della vera libertà dell’essere umani e che ha bisogno di un lavoro insieme, dimenticando le differenze sessuale e partecipando come veri cittadini al mondo aziendale, culturale, sociale, e macroeconomico.
Le donne siamo riusciti molte battaglie, la lavorale del mondo moderno non potrebbe essere la differenza perché abbiamo lo stesso diritto che gli uomini a contribuire con la nostra capacità allo sviluppo nazionale. Non siamo “manager” solo della casa nostra, possiamo essere anche dell’azienda e de un paese. Ci siamo qui per riuscire in tutto quello che ci proponiamo.
Non dimentichiamo la frase di Mary Wollstonecraft: “il mio desiderio non è che le donne abbiano potere sugli uomini, ma su sé stessi” Non vogliamo fare della guerra dei sessi, vogliamo costruire un mondo migliore per le future generazioni.
Paola Dos Santos
Asunción, 17 de enero del 2023