Il restauro della Terrazza Vasariana sull’Arno
di Riccardo Rescio
La chiusura dal 9 maggio 2022 per due mesi dei lungarni Anna Maria Luisa dei Medici e Archibusieri, segna il via al restauro della Terrazza Vasariana sull’Arno, una delle più belle, conosciute, iconiche terrazze di Firenze, quella che consente l’affaccio dal Lungarno Anna Maria Luisa dei Medici con alle spalle il piazzale degli Uffizi e davanti Ponte Vecchio da un lato e colline, San Miniato e piazzale Michelangelo dall’altro, meta imprescindibile dei turisti per una foto ricordo.
Purtroppo e inevitabilmente l’esposizione agli agenti atmosferici, a cui sono soggette le costruzioni più o meno di pregio, ne ha causato il progressivo deterioramento. Anche per la Terrazza Vasariana è giunto il tempo di un suo completo restauro, i cui lavori prevedono un costo di 300.000 euro “Da questa Terrazza – ricorda il sindaco Dario Nardella – possiamo godere di una delle viste più suggestive di Ponte Vecchio e dell’Oltrarno fiorentino.
Grazie a questi lavori riporteremo allo splendore originario anche le balaustre, i corrimano, gli elementi in pietra ma anche tutta la parte sottostante, invisibile ai più. Non smettiamo così di valorizzare, curare e recuperare il nostro patrimonio artistico e culturale”. Già nel decennio del 1540-50 il Duca Cosimo I de Medici aveva concepito l’idea di riunire le maggiori corporazioni e le funzioni amministrative e direzionali della città nell’area della Piazza Ducale.
Nel 1546 aveva fatto aprire la strada dal Palazzo ducale all’Arno, con l’intento di costruire un edificio per accogliere tredici delle principali Magistrature dello Stato mediceo. Ma solo con l’arrivo a Firenze di Giorgio Vasari l’idea si concretizza: in soli quattro mesi, nel 1560, il modello è pronto e sotto la sua direzione vengono iniziati i lavori di realizzazione degli Uffizi. Nel 1574 alla morte di Cosimo e del Vasari, avvenute in pochi mesi l’uno dall’altro, il primo l’edificio è in gran parte, ma non definitivamente completato.
La piazza degli Uffizi stretta tra gli edifici si configura nello stesso tempo come piazza-cortile, ma anche come percorso. Interessante nella qualificazione come ‘interno’ dello spazio degli Uffizi è l’utilizzo della pietra ‘serena’, usualmente utilizzata nei cortili interni, al posto della pietra ‘forte’. Già alla fine del Quattrocento, per influsso dell’architettura del Brunelleschi, si era diffuso l’uso della pietra serena che rispetto alla pietra forte richiede una maggiore protezione dagli agenti atmosferici.
Nella fabbrica degli Uffizi il Vasari risolve questa problematica con la realizzazione di una gronda con aggetti di oltre due metri che costituisce un elemento essenziale dell’architettura degli stessi. La fabbrica inoltre è una esperienza interessante di tecnica costruttiva; infatti l’impiego di armature metalliche della pietra ed altri accorgimenti nell’apparecchio delle pareti, consentono di realizzare una continuità strutturale. Vasari era cosciente dell’importanza di queste soluzioni tecniche e riservò il capitolo introduttivo delle Vite alla loro descrizione.
Riccardo Rescio per Italia&friends #tuttoilbelloeilbuonochece #etpress I&f Arte Cultura Attualità Etpress Comunication