IL PETRUZZELLI LA SERA DELL’INCENDIO 27 OTTOBRE 1991, C’ero anch’io… per la serie dei ricordi
di Eliano Bellanova
Quella tragica sera di domenica ero al Petruzzelli in compagnia di un’amica appassionata di musica classica e operistica.
Si rappresentava la Norma di Vincenzo Bellini: quasi un paradosso o una vendetta nascosta, visto che l’opera finisce con la tragedia dell’incendio.
L’amica con cui ero in compagnia propose di cenare al Marc’Aurelio o al Sorso Preferito, ristoranti rinomati e prossimi al Petruzzelli.
Le dissi che ero stanco. Così feci rientro a casa, in Viale Ennio. Nella notte un tonfo, un rumore sordo, indimenticabile. Con un amico del condominio raggiungemmo la terrazza e vedemmo una nuvola di fumo probabilmente al centro della città.
“Cosa è successo? Cos’è mai questo rumore? Cos’è questo fumo?”
Sta di fatto che dopo circa un’ora rientrammo in casa per andare a dormire.
La sorpresa fu grande quando la mattina presto mi recai al Bar dell’Opera (nel corpo del Petruzzelli) e vidi la tragedia. Il caffè lo andai a prendere al Bar Saicaf, dove incontrai l’amico con cui giocavo le schedine o con cui mi intrattenevo la domenica allo stesso Bar Saicaf in Corso Cavour: il Generale dei carabinieri in pensione Giovanni Petti-Russi. Abitava di fronte al Petruzzelli e mi raccontò la tragedia. Mi disse che quando provò ad aprire la finestra si scottò la mano alla maniglia. “Poi chiusi” – soggiunse – “il fumo acre e terribile non permetteva di stare aperti”.
La città cadde in una tristezza incredibile. Il resto esula da questo scritto.
Eliano Bellanova