Il Parco di comunità del Mago
Di Francesco Manni
Nel cuore dal Salento e comprendente buona parte delle serre centrali che attraversano l’area etnico-culturale nota come Grecìa Salentina, tra i comuni di Soleto, Corigliano d’Otranto, Zollino, Sterantia, San Donato di Lecce – Galugnano, San Cesario e Lequile si colloca la pluri secolare area de’ “Lu Levitu del mago”.
Di altissimo pregio paesaggistico connotato non soltanto dalle suggestioni dei mille e mille ulivi contorti, monumentali e pluri-secolari, tanti dalle forme antropo-zoomorfe, ma anche da un mosaico di pascoli rocciosi, seminativi, antiche e diffusissime masserie, dedali di muretti a secco, testimonianze archeologiche di epoca messapica e di altre epoche storiche e protostoriche, tratturi e trulli, intervallati da preziosi lembi di macchia mediterranea e relitti arborei dell’antico originario manto forestale che ricopriva queste lande, querce di varie specie, querce spinose e lecci, monumentali bagolari, etc., e non solo moltissimi dei più antichi ulivi, veri prodigi di natura e testimoni del millenario intervento dell’uomo nel plasmare la natura alle proprie necessità di sussitenza.
Nel Salento, di fatti, non si può parlare della presenza di un “ambiente naturale” ma bensì un “paesaggio culturale” ossia un ambiente fortemente antropizzato, risultato diretto di un plurimillenario adattamento del territorio alle esigenze culturali e produttive delle popolazioni.
Così, insieme agli ulivi monumentali che per millenni hanno “vissuto” le vicissitudini del territorio e dei suoi abitanti, incontriamo le tipiche masserie fortificate, sentinelle che con la loro presenza testimoniano la vita rurale di comunità che in questi luoghi diveniva vita sociale, (Ghetonìa in greco-salentino) i Furnieddri o Pajare piccoli rifugi per gli attrezzi agricoli e “osservatori” della economia di mera sussistenza delle popolazioni locali.
E ancora le centinaia di chilometri di muretti a secco che già dall’epoca messapica e dalla sistemazione a centurie di epoca romana evidenzia la necessità di parcellizzare le proprietà dei piccoli possidenti terrieri.
Tutto ciò testimonia il forte legame che sino a pochi anni fa ha legato indelebilmente i salentini (e riguardo il Parco del mago i Grichi) alla propria Terra.
Da qualche tempo, a causa di un tentativo ben riuscito di demonizzare tutto ciò che ha a che fare con la terra e la sua lavorazione, questo forte legame si è incrinato portando ad uno allontanamento delle popolazioni dal proprio territorio.
Difatti, Il tessuto socio-culturale locale ha visto negli ultimi anni un forte scollamento e allontanamento dal proprio ambiente rurale dovuto principalmente alle forti variazioni socio-economiche avvenute.
Scopo principale del progetto è proprio, attraverso una percorso di conoscenza diretta delle peculiarità storiche e antropiche del territorio, quello di far nuovamente riavvicinare la comunità ad esso.
Il progetto prende avvio anche dal cardine e principio dovuto alla forte spinta avuta negli ultimi anni da parte delle comunità locali attraverso l’associazionismo diffuso che ha visto un forte incremento delle progettualità del Terzo Settore soprattutto a riguardo la salvaguardia ambientale e della valorizzazione del patrimonio eno-gastronomico e culturale.
Famiglie, amministrazioni, aziende e singoli cittadini identificano le associazioni e i soggetti del terzo settore come interlocutori primari e sentinelle del territorio.
Il progetto nasce dall’esigenza di scoprire, potenziare e promuovere la risorsa più importante di tutte per un territorio, la stessa che maggiormente lo influenza: l’uomo.
La “riscoperta”del volontariato come strumento sociale di tutela, condivisione e promozione è la forza del progetto, i partner di progetto, promuoveranno forme nuove di coinvolgimento dei cittadini nella vita della comunità.
Si partirà con l’ascolto del territorio, l’analisi dei bisogni collettivi e la restituzione di proposte e idee dal basso per promuovere il volontariato come strumento reale per il territorio. Le associazioni saranno il punto di accesso alla cittadinanza, saranno i presidi di riferimento e i costruttori di nuove dinamiche aggreganti avvalendosi anche di strumenti innovativi per incentivare i cittadini a diventare parte attiva.
I comuni diventeranno dei cantieri aperti ove poter discutere apertamente di problematiche e cercare insieme soluzioni reali. Le associazioni restituiranno sotto forma di documento orientativo le linee guida e gli strumenti possibili per diffondere il senso di appartenenza al territorio, incrementando la conoscenza delle potenzialità inespresse e mettendo in rete singoli cittadini, attori sociali e istituzioni per la creazione di un “modello responsabile”. Il parco è inteso come una risorsa non solo ambientale, e perciò da tutelare, ma dalle comunità e identificato come un possibile mezzo di sviluppo sociale ed economico.
Una “rete umana” si estenderà all’interno del territorio e diventerà la base operativa di una nuova vision di comunità attiva.
Il progetto di istituzione a medio termine del Parco di comunità del Mago nasce da tale esigenza e si sviluppa dal basso ossia da una serie di associazioni e abitanti che da decenni hanno con forza e cocciutaggine continuato a vivere il territorio e, di conseguenza, a cercare in tutte le maniera di tutelarlo.
A tal fine il progetto nel breve termine si prefige:
- Di creare una rete tra gli otto comuni che, firmando un protocollo d’intesa nel gennaio 2016 si sono impegnati a portare avanti tutte le istanze del progetto del parco nonché, appena possibile, riuscire ad adattare tutti i propri strumenti urbanistici al fine di una migliore tutela degli elementi caratteristici e caratterizzanti il parco, e le varie associazioni di volontariato ed enti privati che promuovono l’iniziativa;
- Le stesse associazioni ed enti privati (sino ad ora una ventina) sempre nello stesso periodo hanno firmato un protocollo d’intesa che le impegnano a portare avanti al meglio tutte quelle azioni necessarie al raggiungimento della creazione del Parco e soprattutto l’organizzazione di eventi ed azioni necessarie a promuovere nella comunità il parco stesso;
- La promozione delle buone pratiche in agricoltura rivolte sia alle aziende col fine di rendere i propri prodotti sempre più naturali e di qualità, sia a tutta la cittadinanza al fine di riavvicinare la popolazione al proprio territorio;
- La futura realizzazione di un Marchio d’Area che vada a caratterizzare il Parco al fine di farlo conoscere e far identificare al meglio gli abitanti dei comuni al territorio;
- Lo stesso Marchio servirà a livello economico alle varie aziende di prodotti tipici e di qualità presenti sul territorio per poter unire la propria produzione ad un’area con caratteristiche ben identificabili;
- Uno studio approfondito da parte degli attori presenti sulle caratteristche ambientali e storico-culturali caratterizzanti il territorio;
- La successiva implementazione di un portale che raccolga e promuova tutti gli studi realizzati e li promuova al fine di un possibile incremento turistico dell’area;
- La creazione di percorsi turistici e ciclabili che sfruttino i secolari tratturi presenti sul territorio;
Inoltre riportiamo qui di seguito sintetizzata una Road Map della azione amministrativa virtuosa a cui ciascun ente, e ovviamente ciascun cittadino, che ha a cuore la tutela del Bene Comune di tale area e del Salento e ovvimente in prospettiva del Parco di Comunità del Mago potrà attivamente fare riferimento e mettere in pratica:
Queste sono solo alcune delle azioni da intraprendere per giungere alla creazione e promozione del Parco del Mago.
Molte altre possono essere intraprese nel momento in cui buona parte della popolazione riuscirà finalmente a riappropriarsi e considerare elemento inscindibile dalla propria identità il territorio che li circonda.