Il ninfeo delle fate: quando la storia si fonde con la leggenda
Giovanni Scupola
La bellezza di una città enigmatica come la nostra Lecce, il fascino che si trova nei percorsi più lontani rispetto alle maestose facciate barocche del centro storico, e la curiosità per la città che verrà.
In questo mix storico-culturale, in un angolo solitario del quartiere Rudiae-Ferrovia, vi è il senso di una doppia scoperta: il meraviglioso Ninfeo delle Fate.
Per diverso tempo si era persa la memoria, aleggiavano solo leggende fantastiche su uno strano luogo, che si affaccia sulle Cave di Marco Vito, in cui vi erano le fate.
Solo nei primi anni del ‘900 è iniziato lo studio del sito che ha riportato alla luce l’importanza ed i collegamenti con il mondo classico.
La struttura ipogea, faceva parte di una residenza costruita nel XVI secolo e poi trasformata in masseria (Masseria Tagliatelle) nel XVIII secolo.
La struttura – annoverata tra le Giornate del FAI all’aperto di giugno 2020 – è scavata nella roccia e consiste in un primo vano rettangolare sulle cui pareti entro 12 nicchie sono raffigurate 6 figure femminili a grandezza naturale.
Una delle nicchie immette in un vano circolare più piccolo con una copertura a falsa cupola e foro centrale. Un luogo adibito a funzioni termali.
In origine la villa venne fatta erigere da Scipione Da Summa, governatore dal 1532 al 1542 di Terra d’Otranto.
A Lecce, oltre al Ninfeo delle Fate, sono noti i ninfei di Fulgenzio della Monica e di Belloluogo. Veri e propri pezzi di storia.
Recentemente, il consiglio d’amministrazione della Fondazione con il Sud ha deliberato un intervento di valorizzazione della masseria per una somma pari a 500mila euro.
Ad un ente terzo, tramite bando, sarà affidata la gestione che verterà su progetti di inclusione sociale.