IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

IL MAESTRO ANTONIO SERRANO NON C’È PIÙ. ADDIO MIO CARO AMICO

Antonio Serrano

Antonio Serrano

Maurizio Nocera

(con scritti di Antonio Serrano)

Ci eravamo conosciuti una 30ntina di anni fa. Era venuto in casa mia assieme a Giuseppe Castrignanò, un cineasta leccese che amava molto riprendere immagini del Salento. Le vedemmo insieme – bellissime – di un Salento allora ancora sconosciuto. Il supporto era su cassetta VHS. Alla fine della visione entrambi mi dissero il motivo della loro visita. Volevano che intercettassi Riccardo Cucciolla affinché la sua voce si coniugasse con le meravigliose immagini salentine. Allora, assieme a Antonio L. Verri, facevamo parte del Consiglio Nazionale del Sindacato Scrittori presieduto dal nostro mai dimenticato Aldo De Jaco. Tale incarico mi portava spesso ad essere presente a Roma, per cui non mi fu difficile contattare Cucciola, dato che sia gli scrittori, sia i cineasti operavano nello stesso edificio. Riccardo accettò volentieri l’ingaggio ed oggi quelle immagini salentine hanno il commento della sua voce di grande attore.

Passò del tempo, quando un giorno il Maestro Serrano mi chiamò al telefono per dirmi se volevo dargli una mano nella rifondazione dell’Istituzione Concertistica Salentina. Dentro di me pensai quale migliore occasione per imparare un po’ di musica e storia della musica stando vicino ad un grande Maestro della Musica qual era il leccese Antonio Serrano. Fino all’incontro col Maestro io ero uno di quegli ignorantoni che la musica l’ascoltano e non sempre bene. Accettai la proposta. Cominciò così un lungo periodo di viaggi su e giù per la Puglia, soprattutto verso Bari, presso gli uffici periferici del ministero della cultura, dove Serrano era molto conosciuto per via della sua lunga attività di direttore d’orchestra. L’ambiente barese, sia quello del Petruzzelli sia quello delle compagnie musicali, lo conosceva bene, soprattutto per il suo legame e amicizia col compositore Nino Rota.

Quando andavamo a Bari era sempre lui alla guida della sua “Fiat ammiraglia”. Si partiva al mattino presto e si tornava a Lecce nel pomeriggio tardi. A Bari il Maestro aveva un caro amico (il consigliere regionale Vittorio Potì) che, quando poteva, faceva da tramite tra l’Istituzione Concertistica Salentina e le istituzioni regionali. Non capimmo il perché ma, ad un certo punto, ci fu un inghippo tra le attività del Maestro Serrano e le richieste del Ministero della Cultura e dello Spettacolo. Ci si richiedeva un certo numero di eventi musicali da eseguirsi entro l’anno per poi poter continuare le attività con un minimo di supporto finanziario del Ministero. Per una serie di motivi, non voluti da volontà ma da incidenti tipo alcune cadute accidentali di Serrano, quel programma da eseguire con un certo numero di eventi musicali nell’anno in corso, non si riuscì a rispettarlo. Il Ministero della Cultura e dello Spettacolo, che aveva cambiato alcune sue regole rispetto al mondo della musica, cominciò a non rispondere alle richieste dell’Istituzione Concertistica Salentina. Il Maestro Serrano lo vedevo a volte dispiaciuto, ma mai demoralizzato. La battaglia per far riconoscere la sua associazione continuava. Cominciò a cambiare strategia e a cercare di coinvolgere quanti più appassionati di musica attorno all’Istituzione. Da Antonio mi facevo spesso raccontare la storia dell’associazione. Un giorno, al nostro solito incontro presso il suo studio all’interno della sua casa leccese, sorridendomi bonariamente, mi passò un foglio, dicendomi:

«Eccoti la storia così non dovrai più richiedermela. L’ho scritta con un indirizzo a un Ente al quale mi rivolgo per chiedere un sostegno finanziario».

Intascai il foglietto e felice lo rilessi con più calma. Diceva:

            «L’Istituzione Concertistica Salentina, nata presso l’Auditorium Antonianum di Lecce, che rappresento legalmente e artisticamente, e che ho contribuito alla sua fondazione nel lontano 1972, è un’associazione artistico-culturale, senza scopi di lucro, che svolge costante e intensa attività in tutto il Salento, talvolta in altre regioni italiane e all’estero, allo scopo di contribuire attivamente alla promozione della cultura musicale a tutti i livelli sociali. Essa mira nel contempo a diffondere il grande repertorio cameristico, sinfonico e talvolta anche lirico, ma rivolgendo anche attenzione alla musica del nostro tempo attraverso un’attenta opera di ricerca./ Protagonisti di tale attività sono stati (e saranno in futuro) prestigiosi concertisti di livello internazionale (Alirio Diaz, Bruno Canino, Sergio Perticaroli, Severino Gazzelloni, Felix Ajo, Fernando Germani e tanti altri) ma soprattutto giovani di provato talento meritevoli di sostegno all’avvio della loro carriera, spesso selezionati attraverso i più qualificati concorsi nazionali e internazionali./ Sulla base di tali premesse si costituì nel 1981 la nostra Orchestra da Camera che, nel 1996, assunse la denominazione di “Mozart Sinfonietta”, formazione strumentale ad organico variabile a secondo delle esigenze dei programmi da realizzare. Con oltre 500 concerti all’attivo, essa vanta due tournée di grande successo (1989 e 1991) in alcune delle più prestigiose sedi della Baviera (Germania) tra cui: Monaco, Norimberga, Mournau Oberammergau, Lengries, ecc./ In questo anno 2006, ricorrendo il 250° anniversario della nascita di Wolfang Amadeus Mozart non potevamo non rivolgere la massima attenzione a sì grande evento e, pertanto, coerentemente con i nostri principi statutari, ci è gradito proporre […] l’inserimento nell’ambito delle manifestazioni estive da voi promosse (ma anche nei successivi periodi del corrente anno) di un concerto sinfonico della nostra Orchestra “Mozart Sinfonietta” (organico 30 componenti) diretta dal sottoscritto e con la partecipazione di solisti vocali e strumentali, il cui programma contiene alcune delle più significative composizioni del grande musicista austriaco./ Altro concerto che segnaliamo alla V/a attenzione: Duo MARIA GRAZIA NICCHIARICO (mezzosoprano) – ANTONIO SERRANO (pianoforte)./ Il programma contiene prevalentemente musiche mozartiane ma anche alcuni brani operistici del nostro grande Gioacchino Rossini; programma inserito nel nostro progetto artistico pluriennale “Mozart – Rossini”./ Poiché la nostra attività gode del sostegno finanziario della Regione Puglia e dell’Amministrazione Provinciale di Lecce, per la realizzazione delle suddette manifestazioni proposteVi è possibile richiederVi un contributo integrativo […] Fiduciosi nell’accoglienza delle nostre proposte, restiamo in attesa di V/e decisioni in proposito./ Sentiti ringraziamenti e cordiali saluti.// Il Presidente e legale rappresentante./(M° Antonio Serrano)».

Gli ricordai che stavamo lavorando alla programmazione di un evento che riguardasse il 50° anniversario dell’Istituzione Concertistica Salentina. Era il 2010. Su un foglietto il Maestro aveva scritto una sua memoria. Questa:

«L’Orchestra da camera della Istituzione Concertistica Salentina, già denominata “Mozart Sinfonietta”, riprende la sua attività in occasione del 50mo anniversario della fondazione dell’Istituzione./ Presidente e direttore artistico è il M° Antonio Serrano. Il suo organico, comprendente alcune figure storiche, si completa con giovani musicisti ancora impegnati negli ultimi anni degli studi musicali e con neodiplomati, desiderosi di ampliare la propria formazione e le proprie competenze all’interno di una vera e propria compagine orchestrale. La produzione culturale e musicale, quest’ultima individuata sulla base di un organico variabile e non statico, avrà il compito precipuo di promuovere, agevolare e coordinare attività che si svolgano essenzialmente nel territorio. La Direzione Artistica concepirà programmi che considerino anche ricerca e sperimentazione nel campo musicale, con riferimento ai nuovi linguaggi, eventualmente comportanti forme di integrazione con altre arti. Novità della ripresa sarà anche quella di organizzare Master con la finalità principale di rispondere alle esigenze culturali di approfondimento e specializzazione dei componenti l’organico in una prospettiva di elevata professionalità, idea nata dalla constatazione dell’assenza sia di specifiche opportunità di formazione in questo campo nell’ambito dei percorsi tradizionali, sia di istituzioni parallele con analoghe finalità».

Con questo bagaglio di esperienze e competenze, il Maestro Serrano faceva richieste ai sindaci della nostra provincia per la programmazione di eventi musicali, i quali sindaci rispondevano positivamente perché conoscevano il suo prestigio personale e la competenza più che sperimentata per lungo tempo. Tuttavia il Maestro allegava alla richiesta della programmazione di un evento musicale un suo personale profilo. Egli lo scriveva manualmente, poi lo passava a me per scriverlo a macchina (quando c’erano le macchine da scrivere) oppure (come in tempi più recenti) digitarlo. Ecco il suo profilo, che mi consegnò su un  foglietto manoscritto:

            «Antonio Serrano, pianista, didatta e direttore d’orchestra, ha compiuto i suoi studi musicali presso l’allora Liceo Musicale Pareggiato “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida del m° Gennaro Sannino, conseguendo nel 1960 il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e la lode. Successivamente compie studi di composizione e nel contempo frequenta corsi di perfezionamento pianistico con Alfred Cortot, presso l’Accademia Chigiana di Siena e con Renzo Silvestri a Roma. Svolge attività concertistica da solista ed in varie formazioni cameristiche. Per alcuni anni si dedica anche all’attività di critico musicale presso varie testate giornalistiche (“Tribuna del Salento”, “Gazzetta del Mezzogiorno”, “Quotidiano di Lecce”, ecc.) . Per molti anni svolge il ruolo di maestro collaboratore presso teatri lirici (“Petruzzelli” di Bari, “Politeama” di Lecce, Teatro “Morlacchi” di Perugia, “Luglio Musicale Trapanese”, ecc.)./ Nel 1970, dopo aver seguito corsi presso l’Accademia Chigiana di Siena con Franco Ferrara e presso il Comunale di Bologna con Sergiu Celibidache, inizia la sua attività di direttore d’orchestra che lo impegna costantemente tutt’ora in Italia e all’estero presso prestigiose istituzioni cameristiche, sinfoniche e talvolta in alcuni teatri d’opera./ Nel 1972 con alcuni sostenitori fonda l’Istituzione Concertistica Salentina, associazione artistico-musicale che lo impegnano costantemente in qualità di responsabile artistico e organizzativo, presso la quale costituisce l’orchestra da camera “Mozart Sinfonietta”, dirigendo alcune centinaia di concerti in Italia e all’estero./ Nel 1974 e 1975 collabora con il “Consorzio dei Trulli e delle Grotte” per la realizzazione di alcuni spettacoli lirici./ Nel 1975 e 1976 partecipa all’avvio del Festival della Valle D’Itria a Martina Franca nel ruolo di direttore musicale./ Dal 1982 al 1990 è direttore artistico dei corsi di perfezionamento “Incontri Musicali” a Otranto./ Già docente di pianoforte e di pianoforte principale presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce per oltre 40 anni, è spesso invitato quale componente di giurie e, talvolta, nel ruolo di presidente di concorsi musicali nazionali e internazionali./ Attualmente continua la sua attività di direttore d’orchestra in Italia e all’estero, nonché di promotore di varie iniziative che lo impegnano nella realizzazione di progetti di qualificato contenuto. È membro della “Confederazione Associazioni e Fondazioni per la Musica Lirica e Sinfonica” di recente costituzione».

Questo suo profilo professionale fu per me un po’ istituzionale, per cui, un giorno, gli chiesi di scrivermi uno più confidenziale. Ecco il contenuto:

«Antonio Serrano, pianista, direttore d’orchestra e didatta, ha studiato presso il Liceo Musicale “T. Schipa” di Lecce (attuale Conservatorio di Stato) conseguendo il diploma di pianoforte col massimo dei voti e la lode. Nel 1961 frequentò le lezioni di Alfred Cortot presso l’Accademia Chigiana di Siena. Successivamente ha studiato a Roma con Renzo Silvestri. Quindi ha svolto attività concertistica da solista e in varie formazioni cameristiche. Ha frequentato la scuola d’organo presso il Conservatorio “N. Piccini” di Bari e ha studiato composizione con Nino Rota. Ha svolto attività di critico musicale, di maestro collaboratore nei teatri lirici e nel 1972 e 1973 ha frequentato i corsi di direzione d’orchestra presso il teatro Comunale di Bologna tenuti da Sergiu Celebidache. Da circa 30 anni svolge attività di direttore d’orchestra in Italia e all’estero (Germania, Bulgaria, Romania, Argentina, ecc.) spesso ospite d’importanti istituzioni cameristiche e sinfoniche. Promotore di numerose iniziative, è stato socio fondatore dell’Istituzione Concertistica Salentina di cui da anni è presidente e direttore artistico, è stato direttore musicale del “Festival della Valle d’Itria” a Martina Franca nel 1975 e 1976 e, dal 1980, responsabile delle attività musicale di Otranto. Spesso fa parte di giurie di concorsi musicali nazionali e internazionali anche in qualità di presidente. È titolare di pianoforte principale presso il Conservatorio “T. Schipa” di Lecce ed è direttore della Orchestra da camera della Istituzione Concertistica Salentina».

Ecco. Gli dissi: “Caro Antonio, questo tuo profilo mi è più congeniale. Lo sento più vicino alle mie sensibilità”. Non sempre mi permettevo di chiamarlo direttamente col suo nome proprio. Spesso evitavo perché la stima e il rispetto che avevo verso la sua persona travalicavano ogni confine. Ma Egli bonariamente acconsentiva a tuto. Amavamo trascorrere spesso le mattinate nel suo giardino pensile, ubicato nell’enorme balcone all’ultimo piano dell’edificio. Il Maestro Serrano aveva un rapporto con le piante, in particolare con i fiori, quasi da umano a umano. Passando davanti ad ognuna di esse, le accarezzava e spesso le odorava. Conosceva approfonditamente i nomi scientifici delle piante e dei fiori, la loro origine, il loro sviluppo nel tempo. Lo ascoltavo incantato, anche perché molto spesso ignoravo quel che Egli andava raccontando.

Le sue richieste ai sindaci e agli altri Enti per la programmazione di eventi musicali erano sempre garbate e gentili. Quasi sempre si rivolgeva così:

«al S.r Sindaco del  COMUNE di […] Egregio Signor Sindaco, nel prossimo anno 2016, questa Istituzione raggiungerà il 45° anno di proficua attività e con ciò si accinge a varare un progetto artistico di particolare rilievo nel rispetto delle sue prerogative istituzionali: la promozione della cultura musicale a tutti i livelli sociali e alla valorizzazione delle più valide forze professionali del territorio./ La nostra Istituzione ha al suo attivo oltre 1000 manifestazioni in tutto il territorio regionale, nazionale e internazionale; ha ospitato concertisti di grande prestigio riscuotendo sempre lusinghieri consensi di pubblico e di critica./ Si intende quindi solennizzare il suddetto traguardo con un significativo concerto della propria Orchestra Sinfonica da effettuare nel nostro Capoluogo./ Per tale occasione saranno impegnati oltre 50 valorosi strumentisti, tra cui molti provenienti dalla ormai soppressa I.C.O. “Tito Schipa”./ Il programma sarà dedicato al grande repertorio del Romanticismo tedesco con musiche di MOZART, BEETHOVEN, WAGNER, MALHER./ Pertanto si propone di voler includere tale concorso nell’ambito delle attività artistiche che codesta Amministrazione intende realizzare per il prossimo anno 2016./ Con l’occasione, si evidenzia l’attenzione di questa Associazione nel coinvolgimento nella nostra attività di giovani talentuosi musicisti in particolare nostri conterranei. A tal proposito si rammenta che concertisti oggi di prestigio internazionale, quali il violinista Massimo Quarta e i pianisti Roberto Cappello e Francesco Libetta hanno esordito sotto l’egida della nostra Istituzione./ L’evento dovrebbe avere luogo in sede idonea e in data da concordare con codesto Ente possibilmente nell’ambito delle Festività Pasquali. […] Fiducioso nella Sua sensibilità e in quella di codesta Giunta verso l’iniziativa culturale di grande rilievo resto in attesa di riscontro per dar seguito ad un auspicabile incontro di persona./ Cordiali saluti.// Il Presidente Maestro Prof. Antonio Serrano».

Ancora:

«Ill.mo Sig. Sindaco del COMUNE di […] Gentile Signor Sindaco, l’Istituzione Concertistica Salentina di Lecce, associazione artistico-culturale, attiva sin dal 1973, ha sempre operato in tutto il territorio salentino, in tutta la Puglia, in altre regioni italiane ed anche all’estero, promuovendo la cultura musicale con importanti risultati sia a livello di pubblico che di critica, con oltre 1000 concerti cameristici, lirici e sinfonici./ Vi hanno partecipato concertisti di grande prestigio internazionale e anche giovani talenti del nostro territorio che hanno realizzato un’importante carriera. Questa Istituzione ha consentito l’opportunità di fare conoscere grandi capolavori universali ma anche prime assolute di compositori del nostro tempo./ Con codesta Amministrazione Comunale ci sono state diverse forme di collaborazione. Riteniamo pertanto legittimo rivolgere istanza affinché nel prossimo anno 2017 si riattivano tali sinergie. Prevediamo di realizzare un ciclo di concerti solistici e di gruppi strumentali, il cui programma è in via di allestimento. Ma l’obiettivo prioritario sarà quello di allestire un concerto lirico-sinfonico dedicato a GIACOMO PUCCINI del cui grande compositore ricorrerà nel 2017 il 160° anniversario della nascita. tale evento prevede, oltre al pieno coinvolgimento di un organico orchestrale costituito dai più qualificati strumentisti del nostro territorio, cantanti di prestigio che verranno segnalati dalla prossima edizione dell’Oscar della Lirica, che la Confederazione Italiana delle Associazioni Liriche e Sinfoniche (di cui questa nostra Associazione ne è socio fondatore) del prossimo anno./ Il progetto artistico delle manifestazioni, contenente il piano finanziario, la cui sede congeniale sarebbe il ripristino del Teatro “Apollo”, sarà completato a breve e sollecitamente sottoposto alla Sua attenzione e a quella della Giunta da Lei presieduta./ Auspicando un felice esito di tale progetto, confidando nella Sua sensibilità e fattività, Le rivolgiamo cordiali saluti.// Il Presidente/ Maestro Prof. Antonio Serrano».

Ancora:

 «al S.r Sindaco del COMUNE di […] Egregio Signor Sindaco, questa Associazione Artistico-culturale leccese, senza scopi di lucro, essendo stata costituita nel 1973, della quale quest’anno ricorre il 45° anno di attività, ha in programma per il 2019 (con data da stabilire) la promozione della cultura musicale a […] con la realizzazione di una manifestazione concertistica di particolare prestigio in cui prenderanno parte componenti artistiche e grandi concertisti che, nell’ambito dell’attività di questa istituzione, hanno percorso momenti importanti della loro carriera professionale come, ad esempio, Roberto Coppino, Massimo Quarta, Bruno Canino, Minatasci Yamazaki./ La nostra Associazione ha al suo attivo oltre 1000 manifestazioni in tutto il territorio regionale, nazionale e internazionale ed ha ospitato a Lecce e provincia concertisti di grande prestigio riscuotendo sempre lusinghieri consensi di pubblico e di critica./ Ci permettiamo far presente che dall’anno 2011, da parte della Municipalità di […] non è stata rivolta alcuna attenzione alla nostra Associazione, nonostante che dallo stesso Ente siano state elargite considerevoli risorse verso altre associazioni con un curriculum professionale di scarsissimo livello. Pertanto si propone di voler includere anche la nostra Associazione nell’ambito delle attività artistiche che codesta Amministrazione intende realizzare per il prossimo anno 2019./ Fiducioso nella Sua sensibilità e in quella di codesta Giunta verso l’iniziativa culturale di grande rilievo, resto in attesa di riscontro per dar seguito a un auspicabile incontro di persona./ Cordiali saluti.// Il Presidente/ Maestro Prof. Antonio Serrano».

Queste sono alcune proposte di programmazione di eventi musicali. Apparentemente possono sembrare simili, invece non lo sono perché, al loro interno ci sono sempre problematiche che si differenziano.

Un giorno, in occasione del centenario della nascita di Carlo Vitale, che Egli aveva conosciuto molto bene, tirò da dentro ad una vecchia cartellina un ritaglio di giornale con un articolo di Dino Foresio. A quel tempo Foresio era conosciuto come:

«Critico musicale e giornalista, insegnante di Tecniche della comunicazione musicale ai corsi dell’Istituto d’Alta Cultura Musicale “G. Paisiello” di Taranto. Dal 1980 al 2005 aveva diretto il Centro Internazionale di studi paisielliani di Taranto; dal 1986 al 1994 e dal 2003 al 2005 fu direttore artistico del Festival Paisiello./ Per oltre tre lustri firmò la critica musicale del Quotidiano di Lecce, Brindisi e Taranto. Scrisse pure per i mensili Opera International di Parigi e l’Opera di Milano. Collaborò anche con il quotidiano telematico Operaclick, con i mensili Opera-Magazine di Parigi, Opera di Londra, i periodici Trusts & Wealth Management Journal e Contrappunti./ Dal gennaio 2011 ricoprì la carica di segretario dell’Associazione Nazionale Critici Musicali ed fu membro della Giuria del Premio Nazionale della Critica Musicale Franco Abbiati./ Nel 1994 la Fondazione Nuove Proposte di Martina Franca e il Centro Culturale “Il Casale” di Spoleto gli hanno conferito il Premio Nazionale di giornalismo “Manuel Campus” per la critica musicale e nel dicembre 2007 gli fu assegnato il Premio Paisiello per il mondo dell’opera».

Poi attaccai a leggere l’articolo del critico musicale, che ha per titolo Carlo Vitale, nel centenario della nascita. Musicista e impresario. Lo riporto per intero perché è parte di uno spaccato di quella che è stata ed è la Musica in Puglia (Bari) e nel Salento leccese.

«Il 2 febbraio 2012 è ricorso il centenario della nascita di Carlo Vitale, uno dei protagonisti della vita musicale pugliese della seconda metà del Novecento. Nato ad Altamura ma barese d’adozione prima per studi e in seguito per aver svolto molteplici attività in campo direttoriale, compositivo e imprenditoriale. Volerlo imbrigliare in una categoria però non si rende giustizia al suo essere [M]usicista. Certo oggi il suo nome, non disgiunto da quello della moglie Maria De Bellis, potrebbe non dire alcunché alle nuove generazioni, e come dar loro torto se nessuno si è mai preoccupato, nonostante gli sforzi della famiglia e di qualche studioso, di perpetuarne il ricordo? Rammentare chi è stato e cosa ha rappresentato Carlo Vitale negli anni susseguenti la fine del secondo conflitto mondiale fino al 1989 per il Mezzogiorno è compito che spetta agli storici ma è sufficiente sfogliare quanto su di lui è stato scritto e quanto ha realizzato per farsene un’idea. Esempio di concretezza e di vulcanica operosità, ebbe per esempio l’intuizione di cambiare il modo di fare musica in una terra dove imperante era la tradizione bandistica; fu lui ad “inventare” la formula dello spettacolo en plein air in forma di concerto, con orchestra, coro e solisti che richiamavano folle oceaniche. Sempre lui riprese, nei primi anni Sessanta, con i complessi del Petruzzelli, la tradizione del Carro di Tespi lirico, portando l’opera alla conoscenza di un pubblico sempre più vasto.
Poi gli orizzonti si ampliarono con la gestione del Petruzzelli (che ottenne nonostante i danni subiti nel periodo in cui la struttura era stata requisita dagli Alleati negli anni della guerra) e del Piccinni di Bari, dove organizzò in crescendo stagioni liriche d’indiscutibile livello, creando così le premesse affinché il Petruzzelli, ottenesse, nel 1967, lo status di “teatro di tradizione” che all’epoca era un traguardo ambito da molti teatri.
Ebbe Vitale la sensibilità di comprendere che la società andava evolvendosi rapidamente e in campo musicale non si lasciò sorprendere dalle nuove tendenze, tant’è che in piena Rossini renaissance, ripropose in edizione critica opere quali l’Italiana in Algeri, la Cenerentola e il Barbiere di Siviglia con l’imprimatur direttoriale di un rossiniano doc quale Alberto Zedda e l’utilizzo, nel caso dell’Italiana, dell’allestimento scaligero firmato da Ponnelle. Fu Vitale a portare per la prima volta a Bari un’opera di Mozart sulle scene del Petruzzelli il Don Giovanni (1964); il Così fan tutte al Piccinni sempre nel ‘64 e nel 1970 ancora al Petruzzelli le Nozze di Figaro (1970). Nel 1976 giocherà la difficile carta wagneriana riproponendo in italiano, dopo decenni, il Lohengrin con Konya nonché la rarità del Macbeth verdiano, dopo novant’anni, con Cornell Mc Neil. Nel centenario della morte di Saverio Mercadante non si sottrasse al dovere di ricordare il suo illustre conterraneo allestendone Il Giuramento.
Importante è stato il suo contributo alla valorizzazione di compositori pugliesi del Novecento quali Pasquale Di Cagno (prima rappresentazione scenica nel 1968 dell’acquaforte in un atto Maremma), Nicola Costa (riproposta nel 1969 dell’atto unico Margot), Nicola Cosmo (nel 1972 il balletto Pigmalione) e Dino Milella (Farsa della tinozza (1969), Una storia d’altri tempi (1972), il Marchese di Roccaverdina (1979). Senza dimenticare Nino Rota del quale propose anche l’opera radiofonica I due timidi per la prima volta in forma scenica.
Negli anni tra il 1952 e il 1979 portò al Petruzzelli per la gioia dei melomani le grandi voci: Del Monaco, Bergonzi, l’Olivero, la Zeani, la Freni, Taddei, Cappuccilli, Kraus, la Scotto, Bruson, Christoff, la Valentini Terrani, Bruscantini, la Dimitrova, la Cossotto supportati da direttori altrettanto celebri.
Nel 1958 scritturò Maria Callas per la Norma ma la sospensione della premére dell’opera belliniana all’Opera di Roma, alla presenza del Presidente Gronchi, portò la diva a cancellare tutte le recite successive ivi compresa quella barese.
Carlo Vitale è stato pure un autentico talent scout sia che si trattasse di un concertista o di un cantante come nel caso di Luciano Pavarotti, un tenore all’epoca, poco più che esordiente che fece debuttare nel 1960 al Piccinni in una replica di Rigoletto.
Quando nel 1979, con la morte nel cuore fu costretto a lasciare il Petruzzelli, Vitale, come sempre affiancato dalla moglie Maria, riversò tutto il proprio impegno, il proprio entusiasmo sulla città di Lecce che musicalmente, nel frattempo, era cresciuta anche grazie al suo contributo. Si deve al suo incessante attivismo, così com’era avvenuto per Bari, ogni iniziativa per la costituzione dell’Orchestra sinfonica della Provincia di Lecce e per il riconoscimento del Politeama Greco a “teatro di tradizione” andassero a buon fine.
Dal 1980 le stagioni liriche leccesi subirono una crescita esponenziale in termini di qualità artistica complessiva non esclusivamente vocale. Tant’è che non mancarono i grandi nomi: la Kabaivanska, Bergonzi, la Devia in Sonnambula, la Gasdia, la Ricciarelli addirittura in Anna Bolena mai rappresentata a Lecce. Ricorderemo la Carmen con la Gonzales e il Faust con Vanzo in lingua originale e l’emozionante “prima volta” delle mozartiane Nozze di Figaro.
A Lecce, inoltre, Vitale e la signora Maria dettero il proprio apporto ad istituire la Camerata Musicale Salentina, organismo che sin dalla fondazione contribuì alla valorizzazione della musica cameristica, sinfonica e di balletto.
Vitale chiuse la propria esistenza il 6 ottobre del 1989, due anni prima che le fiamme distruggessero il “suo” Petruzzelli. Il destino aveva voluto risparmiargli un ulteriore colpo».

Lessi questo lungo articolo del Foresio, gli chiesi poi chi fosse questa famosa Maria De Bellis, moglie del Vitale. Non se lo fece ripetere, perché subito rispose:

«Mio caro, conoscevo tutto quel mondo ed oggi sono felice di ricordarlo come un tempo musicale di grande vivacità. Di Carlo Vitale ero amico, anche di sua moglie che era un’esperta di eventi nonché cantante».

Mi lasciai avvincere dai ricordi musicali del Maestro, per cui gli chiesi: «Antonio, ma qual è stata e qual è la storia della musica a Lecce, in particolare quella che ha visto il tuo coinvolgimento in essa?». Il Maestro cominciò il racconto ed anch’io cominciai a prendere appunti. Fu così, come fu come non fu, che appuntai:

Nel 1970 sorsero a Lecce i primi interessi per la nuova stagione della musica orchestrale. Già qualche anno prima, a Bari, su iniziativa del maestro Carlo Vitale, s’era costituita l’Istituzione Concertistica Orchestrale. I primi a muoversi in tal senso furono quasi tutti i componenti della famiglia di un medico chirurgo, tale dr. Ingrosso, in particolare la figlia Maria, che aveva acquisito e che già aveva messo in pratica l’arte del canto lirico. Il maestro Vitale, assieme a Maria Ingrosso, cominciarono a pensare a come far nascere un’istituzione musicale a Lecce. In questo loro percorso incontrarono la famiglia di Serrano, e tutti insieme si misero al lavoro per la nascita dell’istituzione. Assieme a pochi altri, questo iniziale gruppo di amanti della musica si riunì in un’Associazione culturale denominata “Camerata Salentina”, che per tutta l’estate 1970, e proseguendo per quella successiva del ’71, portò in giro per Lecce e per qualche altro grosso centro della provincia una stagione musicale. Ovviamente si trattò di concerti con ruoli preminenti svolti da Maria Ingrosso, Carlo Vitale e il Maestro Antonio Serrano./ Quest’ultimo non era alle prime esperienze, perché già nel 1969, assieme al direttore di segreteria del Conservatorio musicale di Lecce “Tito Schipa”, Renzo D’Andrea, aveva fondato l’Accademia Musicale Salentina, tenendo in varie centri della provincia alcuni concerti. Fu per primo D’Andrea a prendere contatti con i frati francescani del Fulgenzio, i quali avevano già a disposizione un Auditorium, finito di costruire alla fine del 1959. Negli anni ’60, grazie all’iniziativa di D’Andrea era nata a Lecce l’Accademia Salentina di Lettere ed Arti, nell’ambito della quale c’era pure un settore interessato alla musica. Questa associazione, presieduta dal D’Andrea, teneva i concerti (e questo fino al 1970, anno in cui D’Andrea si ammalò) nella sala Dante dell’Istituto per il Commercio e per i Geometri “Costa”, presso il quale studiava anche Antonio Serrano. Quando, nella metà degli anni ’60, si pose il problema di come chiamare l’associazione che si doveva interessare solo di musica, Renzo D’Andrea e il Maestro Antonio Serrano decisero di denominarla “Camerata Salentina”./ Tuttavia, occorre dire che il Maestro Serrano, per amore della musica, da lungo tempo, sin dalla sua giovinezza, aveva tenuto dei saldi rapporti con i frati dell’Auditorium Antonianum, in particolare col p. Igino Ettorre, che era stato suo maestro di musica. Egli, in un certo senso si può definire figlio d’arte in quanto, da parte della parentela della madre, aveva il nonno, proveniente da Napoli, che era stato tecnico accordatore di pianoforti e la sua famiglia aveva aperto a Lecce un negozia di strumenti e spartiti musicali./ Serrano, dopo la morte del padre nel 1951, nonostante che fosse stato iscritto all’Istituto per Geometri (presso il quale conseguì il diploma nel 1955) cominciò a studiare musica, prima col maestro Vincenzo Pecoraro (suo padrino di cresima) poi con altri, in particolare col maestro Gennaro Sannino, docente presso il Liceo Musicale di Lecce./ Nel 1971, Antonio Serrano e p. Agostino Lupoli (dell’Auditorium) si recarono a Bari per incontrare il maestro Carlo Vitale, a quell’epoca amministratore dei Teatri Petruzzelli e Piccinni, e con lui concertarono una serie di concerti musicali da tenere nella successiva stagione estiva. Il programma fu stabilito successivamente a Lecce, nella sede della Provincia, in quel momento presieduta dal prof. Egidio Grasso. Furono organizzate due stagioni concertistiche, la prima, nel 1972, con l’esecuzione di sette concerti nell’Auditorium Antonianum; alcuni di questi concerti, in particolare quelli di musica sacra, furono organizzati direttamente da p. Igino Ettorre. Maestro e direttore d’orchestra fu sempre Antonio Serrano, al quale spettò il compito di organizzare i musicisti. Le prime esecuzioni furono alquanto difficoltose, soprattutto perché a Lecce non c’erano ancora alcuni strumentisti, come ad esempio, il primo clarinetto e il primo oboe, che il maestro Serrano fu costretto a reperirli fuori provincia e qualcuno anche fuori regione./ Un ruolo importante venne svolto da p. Agostino Lupoli che, dopo qualche mese di forte interesse all’organizzazione delle stagioni musicali, abbandonò il gruppo per dedicarsi al cinema, che era il suo incarico principale nell’ambito del convento./ Ad un certo punto del percorso organizzativo dell’Istituzione musicale salentina, vennero al pettine alcuni nodi di impostazione: il maestro Vitale aveva una visione di quello che dovevano essere le stagioni concertistiche, fondamentalmente basate sul Teatro “Politeama Greco”, il maestro Serrano invece ne aveva un’altra, ed era quella che vedeva il coinvolgimento dell’Auditorium Antonianium. Era inevitabile a questo punto la differenziazione fra le due impostazioni anche sul piano della semplice programmazione dei concerti. Accadde così che Vitale si portò via la Camerata Salentina, mentre il maestro Serrano, assieme a Igino Ettorre, proseguirono la loro programmazione basata sull’Antonianum. Da qui la decisione di Serrano e di p. Agostino Lupoli di recarsi a Roma, presso il Ministero dello Spettacolo per chiedere quali pratiche fare per la nascita dell’Istituzione musicale a Lecce./ È l’ottobre 1972 quando un gruppetto di amanti della musica si reca dal notaio Mancuso di  Lecce per firmare l’Atto fondativo dell’Istituzione Concertistica Salentina dell’Auditorium Antonianum. Lo stesso anno, e precisamente il 7 dicembre, presso la sede dell’Auditorium Antonianum dei frati francescani, venne convocata la prima riunione dell’Assemblea dei soci dell’Associazione Culturale Musicale, denominata appunto Istituzione Concertistica Salentina con all’o. d. g. l’elezione del primo Comitato direttivo e l’ammissione dei nuovi soci./ La riunione, dato l’esiguo numero dei soci, deliberò la data di convocazione della nuova assemblea e l’ammissione all’associazione dei seguenti soci: Paolo Giannuzzi (Avvocato), Maria Teresa Degli Atti (docente), Maria Teresa Congedo, Dina Calasso-Casavola (docente), Silvia Mandorino (docente), Pietro De Mitis (docente), Tina Della Bona-Casavola (docente), Oronzo Persano (docente), Pietro Quinto (avvocato), Gaetano Laudisa (docente), Nicola Tessitore, Anita Briganti, Cosimo Candido (frate)./ L’11 gennaio 1973, sempre nella stessa sede dell’Antonianum, si tenne l’Assemblea dei soci (presenti 19), che deliberò l’allargamento del Comitato direttivo da cinque a sette ed elesse il nuovo Comitato direttivo nelle persone di: Francesco Mazzotta (preside di Scuola Media e Presidente dell’Associazione), Salvatore Siciliano (docente e Vicepresidente dell’Associazione), Maria Teresa Degli Atti (docente e segretaria dell’Associazione), p. Agostino Lupoli, Antonio Serrano (docente), p. Igino Ettorre, Silvia Mandurino (docente), Pietro Quinto (avvocato)./ L’Istituzione Concertistica Salentina si caratterizzò subito come un’associazione artistico-culturale con l’intento di svolgere costante e intensa attività in tutta la provincia di Lecce, ma anche estendendo il suo raggio di azione in altre regioni italiane e all’estero, allo scopo di contribuire attivamente alla promozione della cultura musicale a tutti i livelli sociali. È scritto nello Statuto-Regolamento (approvato dall’Assemblea dei soci il 28 giugno 1976) che l’Associazione «non persegue fini di lucro. Essa si propone: a) di rinnovare, approfondire e diffondere la cultura musicale; b) di promuovere la cultura musicale dei giovani e del popolo; c) di valorizzare gli elementi locali che diano affidamento; d) di sostenere e potenziare le forze musicali del Salento ed in genere della Puglia» (p. 3)./ Essa mira nel contempo a diffondere il grande repertorio cameristico, sinfonico e talvolta anche lirico, ma rivolgendo anche attenzione alla musica del nostro tempo attraverso un’attenta opera di ricerca. Protagonisti di tale attività sono stati (e saranno in futuro) prestigiosi concertisti di livello internazionale, ma soprattutto giovani di provato talento meritevoli di sostegno all’avvio della loro carriera, spesso selezionati attraverso i più qualificati concorsi nazionali e internazionali./ Sulla base di tali premesse si costituì nel 1981 l’Orchestra da Camera che, nel 1996, assunse la denominazione di “Mozart Sinfonietta”, formazione strumentale ad organico variabile a secondo delle esigenze dei programmi da realizzare. Con oltre 500 concerti all’attivo, essa vanta due tournée di grande successo (1989 e 1991) in alcune delle più prestigiose sedi italiane ed europee./ Nel 2006, ricorrendo il 250° anniversario della nascita di Wolfang Amadeus Mozart, la “Mozart Sinfonietta” rivolge la massima attenzione a un grande evento che abbia al centro delle manifestazioni il grande genio musicale che fu Mozart.

Appuntai tanto che la mano infine cominciò a dolermi. Ma non ero pago. Chiesi al Maestro se poteva raccontarmi ancora del grande tenore leccese Tito Schipa. Anche Antonio era stanco e, purtuttavia, bevve un sorso d’acqua, mi diede un ritaglio di giornale (si trattava del «Quotidiano di Lecce», 26 gennaio 1980, pp. 12-13) e mi chiese di leggerlo. Cosa che feci prontamente:

«Tito Schipa recitava cantando. Parlare di Tito Schipa per chi non ha avuto la fortuna di frequentarlo e soprattutto di poterne seguire dal vivo le luminose tappe della sfolgorante carriera, è compito assai difficile. D’altronde, uno scherzo della fatalità fece svanire, alcuni anni fa circa, un’interessante occasione che mi si era presentata per poter stabilire un prezioso rapporto di collaborazione professionale. Il presidente del Consiglio di amministrazione del Liceo Musicale dell’epoca, dr. Giuseppe Gustapane, mi offrì il ruolo di collaboratore pianistico per un corso di perfezionamento di canto, che il celebre tenore era stato invitato a tenere presso lo stesso Liceo. Purtroppo due telegrammi seguirono quasi contemporaneamente percorsi incrociati: da Lecce partì l’invito per il suddetto corso e da New York la partecipazione dell’avvenuta morte di Tito Schipa presso un ospedale. Sicché venne a mancarmi quell’unica ed irrepetibile occasione di poter intraprendere rapporti diretti con uno dei più grandi esponenti del mondo del melodramma di tutti i tempi./ Qualche generazione di distacco, mi ha privato anche dell’opportunità di poterlo ascoltare dal vivo sulle scene. Non posso quindi che riferire quel poco che mi riesce di attingere da alcuni suoi illustri e non illustri contemporanei ed azzardare qualche considerazione sulla sua arte affidandomi alle rituali fonti ufficiali e soprattutto a quella, sia pur esigua, scorta di materiale discografico che ci è pervenuto./ Tito, come si sa, nacque a Lecce il 2 gennaio 1889. Da fanciullo, cominciò a farsi notare nel coro del Seminario Vescovile della città. Studiò, quindi, col Maestro Gerunda ed esordì a Vercelli nel 1910, se non erro, in Traviata. In pochi anni riuscì a conquistare i maggiori teatri italiani ed europei e trionfò clamorosamente nel continente americano. Si specializzò in ruoli di timbro leggero: Barbiere di Siviglia, Don Pasquale, Elisir d’amore, Sonnambula. Successivamente ampliò poi il suo repertorio, inserendovi Manon e Werther, Lucia di Lammermoor e Don Giovanni. Una parte della sua attività la dedicò pure alle romanze da camera e alle canzoni popolari, in particolare napoletane e spagnole./ La sua splendida voce alquanto esigua e un po’ limitata nell’estensione, fu da lui utilizzata con impareggiabile abilità, facendo ricorso ad un limpidissimo ed efficace “recitar cantando”, appoggiandosi pure ad una chiarissima dizione e ad una straordinaria padronanza scenica. In un certo senso, possiamo dire che alcune sue interpretazioni (specialmente Manon e Werther) sono rimaste modelli insperati ed insuperabili nel loro genere. Il suo modo di cantare si ricollegava autenticamente alle antiche tradizioni della scuola rinascimentale./ Vale la pena citare quanto ebbe a scrivere di lui molti anni fa Giacomo Lauri Volpi, altro colosso della lirica venuto a mancare poco tempo fa, il quale, com’è noto, non è mai stato molto dolce con i suoi, sia pur illustri, colleghi. Disse: “È ovvio che la sua voce poteva mantenersi valida ed efficace in quegli atti in cui lo spirito romantico e poetico prevale; negli altri, in cui il dramma incalza (scena della maledizione nella Lucia; scena della borsa nella Traviata), si faceva sentire l’inefficienza del timbro un tantino opaco e poco vigoroso. Ma a tutto riusciva a rimediare l’artista, grazie alla padronanza della parola scenica e alla quadratura della frase, accortamente declamata. La linea di canto di Schipa, pur nelle lacune sonore, rimane un modello di magistero non superato dagli antichi e neppure sognato dai moderni, quantunque spesso forniti di voci abbondanti ed estese. Il sogno della Manon, una furtiva lacrima dell’Elisir d’amore, e anch’io vorrei dormir così dell’Arlesiana di Cilea, segnano vertici non facilmente raggiungibili per giustezza, ispirazione, dosatura di fiati e immediatezza di canto”./ Ci rimangono oggi alcuni suoi dischi in cui sono incise: romanze d’opera, canzoni napoletane, arie da camera e unica opera per intero: il Don Pasquale, di Donizzetti. Dotato anche di una buona cultura musicale, Schipa si cimentò pure con la composizione, producendo l’operetta La Principessa Liana, una Messa e alcune composizioni vocali».

Infine, addolorato per la sua perdita, ritrovo tra le mie carte un foglietto manoscritto. Si tratta dell’ultima pagina scritta della sua vita. Una nostra comune conoscente, da anni amica della signora Adriana Rogges, ci disse che la studiosa di tedesco stava scrivendo un libro e che le avrebbe fatto piacere se il Maestro Serrano, suo amico di vecchia data, le avesse scritto qualche rigo come ricordo dei vecchi bei tempi. Serrano fu felice di intraprendere anche lavoro di scrittura. E ha scritto:

«Ricordo di Adriana Rogges.// Nell’autunno 1983, ho conosciuto la dottoressa Adriana Rogges. Mi fu presentata da un docente del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce./ In tale occasione Adriana, in qualità di presidente dell’Associazione Italia-Tedesca “Richard Wagner”, mi invitò a illustrare l’opera omnia del grande compositore tedesco, che proprio in quell’anno si commemorava il 170° anniversario della nascita. Per l’evento era stata programmata l’esecuzione di un concerto pianistico, eseguito della pianista Willi Rizzato. La manifestazione musicale si svolse nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, in piazza Sant’Oronzo e dirimpetto all’anfiteatro romano./ La pianista ci propose di ascoltare una mirata selezione dal repertorio che il grande compositore aveva dedicato alla musica per pianoforte. Vi fu un lusinghiero successo ma, soprattutto, fu un’occasione per avviare un rapporto tra me e la Rogges per una proficua collaborazione culturale che, da allora, si protrasse per un lungo periodo. Tale collaborazione fu così proficua che l’amica Adriana, sempre in qualità di presidente dell’Associazione Italia-Germania, riuscì ad organizzare alcuni viaggi (due cicli) in Germania, dove io diressi alcuni concerti in dei land nei luoghi dove era nato e vissuto il grande Richard Wagner./ E veniamo all’oggi. Il 2022 è l’anniversario del Cinquantesimo della fondazione dell’Istituzione Concertistica Salentina di Lecce, durante la quale cercherò di coinvolgere la dottoressa Adriana Rogges perché da decenni si è rivelata una straordinaria promotrice di eventi culturali indirizzati al rafforzamento dei rapporti tra la Germania del grande Wagner e l’Italia del grande Giuseppe Verdi».

ADDIO MIO CARO AMICO

in memoria di Antonio Serrano

Maestro di Musica Maestro di vita.

Addio mio caro amico

sei volato via

una notte di caldo infuocato.

Il giardino pensile ansimava.

Avevi bagnato i tuoi adorati fiori

e soddisfatta la sete

del tuo piccolo laghetto

quello coi papiri sorridenti.

Ora non ci sarà più nessuno

a dare vita

a quel tuo giardino

profumato di rose

e di violette mammole.

Il sole quest’anno

infuriato più che mai

berrà tutta l’acqua del laghetto

e farà strage dei tuoi amati fiori.

Forse resisterà solo

quell’anemone di campo che

insieme –

piantammo in quel vaso

nascosto sotto

l’ombra delle nostre vite.

Ma che strano!?

Sono qui che scrivo

ed è notte fonda.

Vedo i tasti

dei tuoi due pianoforti

che si muovono:

la musica?

La sinfonia di Mozart.

di Maurizio Nocera

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