Il Legame tra Scienza e Musica di Albert Einstein con Firenze
di Riccardo Rescio
Giunto a Firenze alla fine di ottobre del 1921, in transito verso Bologna dove nei giorni seguenti avrebbe tenuto conferenze sulla relatività, Einstein soggiornò a casa di sua sorella Maja che, insieme al marito, lo accolsero a braccia aperte nella loro casa che avevano preso tra Firenze e Fiesole.
Il suo animo, sensibile a ogni tipo di bellezza, rimane incantato, tanto da ammettere negli anni successivi: “Mi sento mezzo ebbro solo a immaginare il cielo, le colline e i palazzi di Firenze”, parole che evidenziano un legame con la città durato per tutta la vita.
Durante i suoi giorni in città, poté coltivare anche la sua seconda passione che dopo la scienza era la musica.
Portava infatti sempre con sé il suo violino,
che suonò anche sulla collina di Fiesole.
È a Fiesole che Einstein scopre il convento di San Francesco, all’epoca un cenacolo culturale animato da un frate che si esprimeva non solo attraverso la spiritualità ma anche con le note dell’organo nella chiesa, dove inizialmente Einstein si limita ad ascoltare, per poi duettare con il violino che portava sempre con sé.
L’Italia lo ha onorato e amato anche in tempi molto difficili per uno scienziato ebreo del suo calibro.
Un antico volume, arricchito da una dedica di due donne che hanno trascorso gran parte della loro vita accanto allo scienziato più celebre al mondo, insieme alla passione per la fisica, per la musica e per la storia fiorentina, hanno ispirato Valeria Rondoni e Paolo Bulletti nella scrittura di “Albert Einstein e Firenze” un libro di racconti e vicende tra famiglia, bellezza, musica e scienza di Albert Einstein e della sua famiglia in terra toscana.
I ricordi della nonna dell’autrice, che nei primi anni Settanta incontrò più volte Margot Einstein, figlia adottiva, e Helen Dukas, fedele segretaria e biografa, nella villetta di Princeton in New Jersey dove lo scienziato aveva scelto di insegnare e vivere, forniscono una comprensione più intima della vita fiorentina della famiglia dello scienziato.
Ogni visita era un’occasione per rievocare la bellezza dei luoghi e i ricordi di quegli anni, periodo in cui l’affermazione internazionale dello scienziato si intrecciava con gli eventi, non sempre lieti, che segnarono la vita dei suoi familiari in Toscana. Questo libro, animato non solo da memorie personali e ricostruzioni storiche, ma anche arricchito da citazioni evocative e sintesi scientifiche, cattura il lettore introducendolo nel contesto familiare di una celebrità del mondo scientifico e catturando l’essenza del suo genio.
Valeria Rondoni è co-partner della Fondazione Earth and Water Agenda (EWA), dove, oltre alla divulgazione dei temi scientifici, cura programmi di formazione a vari livelli.
Ha insegnato in università italiane e americane, sviluppando un percorso che dai studi umanistici e filosofici si è esteso fino a comprendere ambiti scientifici, dedicandosi in particolare ad argomenti che intrecciano arte, scienza e spiritualità.
È anche coordinatrice per la divulgazione in ambiti fisici e astrofisici e fa parte del Comitato Direttivo dell’Associazione Astrofili ASTRIS di Roma.
Paolo Bulletti è architetto e consulente immobiliare, con una passione per la storia fiorentina, la cultura scientifica e la musica, avendo suonato per anni in gruppi jazz.
Insegna da più di quarant’anni in università americane e all’Università di Firenze e ha tenuto corsi di formazione tecnica per ordini professionali. Ha organizzato mostre ed eventi ed è stato relatore e moderatore in numerosi convegni.
Il libro “Albert Einstein e Firenze. Racconti e vicende tra famiglia, bellezza, musica e scienza” è editato da : Angelo Pontecorboli Editore Firenze