Il grande manipolatore universale delle idee: Internet
Di Pompeo Maritati
A manipolare le idee degli esseri umani nell’era della comunicazione via etere non sono più i giornali e le televisioni, si è aggiunto Internet, una rete di collegamento a livello planetario.
Internet oramai amalgama in se tutte le attività commerciali, industriali, culturali, nonché tutta l’informazione sullo scibile umano. In poche parole possiamo asserire senza ombra di dubbio che l’insieme di tutte queste informazioni , vengono studiate e vivisezionate. Non esiste nessuna attività umana che non sia disponibile attraverso degli scatolotti elettronici che sono entrati prepotentemente nella nostra vita quotidiana e che non riusciamo più a farne ameno e che sono i computer e i cellulari, fatta eccezione, per fortuna di qualche debita quanto necessaria fisiologica necessità.
I social network, nuove piattaforme mediatiche di comunicazione umana hanno avuto il pregio di far comunicare ed avvicinare le persone lontane i cui contatti erano stati perduti da decenni, mentre ha fatto allontanare quei contatti sociali e umani con chi vive intorno a noi. Paradossi della modernità.
Possiamo definire Internet una galleria planetaria di negozi, sostanzialmente una potentissima macchina per vendere. La televisione nei precedenti decenni, informava, educava e intratteneva, oggi Internet sorveglia, annuncia e vende. Il sorvegliare sta per controllare e analizzare tutto quello che fa un internauta. Dato che ogni nostra azione viene registrata dai sistemi informatizzati, ecco che le nostre idee, i nostri sogni, i nostri desideri, nonché tutti i nostri reconditi gusti e abitudini vengono registrate e analizzate. Queste analisi effettuate da psicologi e sociologi aiutano e facilitano la realizzazione di strategie di marketing atte a manipolare e a indirizzare i nostri consumi.
Ritenere tutto ciò negativo è sbagliato. Di sbagliato è invece l’utilizzo abusivo, incontrollato, non autorizzato di tutti questi dati per fini illeciti. Potremo osservare in merito che la stessa manipolazione di questi dati, anche in presenza di autorizzazioni, potrebbe comunque rappresentare una procedura non corretta, in quanto spesso il risultato delle campagne mediatiche impongono comportamenti psicologicamente non corretti da parte delle masse.
Certo è che gran parte della nostra Privacy, nonostante tutti gli accorgimenti legislativi in atto, va a farsi benedire, dato che di ogni nostro acquisto resta una traccia indelebile, che insieme a tutte le altre costituiscono il patrimonio genetico dei nostri desideri e di come questi possono essere scientificamente ed artatamente modificati e pilotati.
Prima, televisione e stampa vendevano prodotti e servizi, Internet oggi vende pacchetti di consumatori, ovvero i loro nominativi, i cui gusti e tendenze sono poi selezionate per settore merceologico. Basta prendere come riferimento Facebook, il più grande social network, che per altro in questi ultimi mesi ha acquistato WhatsApp, sicuramente il sistema più diffuso per poter inviare e ricevere messaggi, foto e video nonché per telefonare, il tutto gratuitamente, spalmato su oltre un miliardo e mezzo di utenti.
La comunicazione mediatica ha oramai invaso tutti i settori della nostra società. Basta una mera quanto stupida sponsorizzazione per arrivare a toccare, sensibilizzare, influenzare l’arte, la cultura, la scienza, l’istruzione ed anche la religione. In merito alla drammatica quanto pericolosa influenza sulla religione, ci sarebbe da scrivere in merito un trattato, qui dico solo di porre una particolare attenzione sull’influenza mediatica su alcuni orientamenti religiosi. Manipolazioni che tendono a veicolare una informativa errata, finalizzata a giustificare strategie belliche o di sfruttamento economico, il tutto riconducibile agli interessi delle grandi lobbie.
Sono state poste in essere tecniche di persuasione , veicoli ideologici, tutti al servizio di una società fondata sul capitalismo e sul pandemico consumismo, riuscendo a far trasformare nella mente delle masse la convinzione generalizzata di consumare prodotti e servizi frivoli, inutili, come se fossero delle vere e proprie necessità.
Successo, efficienza, comfort, felicità, benessere sono le promesse della moderna pubblicità che attraverso soprattutto internet entra ovunque, facendo dell’oggetto di consumo un vero e proprio culto.