Il fiume Dnepr teatro di due cruente battaglie nella seconda guerra mondiale
Di Eliano Bellanova
Il fiume Dnepr è inconsapevole protagonista di due battaglie sul fronte sovietico, nella Seconda Guerra Mondiale.
Nel silenzioso volgere verso il Mar Nero, in cui sbocca dopo il suo percorso, esso assiste alla prima battaglia nel periodo intercorrente fra i mesi di luglio e settembre 1941.
Il 22 giugno la Germania, stracciando il Patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov, aveva attaccato l’Unione Sovietica di Stalin, sorprendendo le truppe avversarie che avevano ripiegato in disordine, prima di imbastire una linea difensiva degna di tal nome.
La grande offensiva germanica ha luogo contro la cosiddetta “Linea Stalin”, estesa da Nord a Sud, da Leningrado a Rostov.
Migliaia di chilometri su cui “si abbatte” l’Operazione Barbarossa, il nome di antica memoria imposto dai vertici germanici per evocare i fasti dell’Imperatore Federico Barbarossa…
La Zona Operativa Sud è competenza di una vera autorità strategica, il Maresciallo Karl Gerd Von Rundstedt, un grande combattente di scuola prussiana, nato 12 settembre 1875 ad Aschersleben, che quando mette piede in terra russa ha quasi 66 anni. È stato richiamato in servizio da Adolf Hitler per fornire il suo indiscutibile contributo alla causa del Terzo Reich. Di nobile famiglia, di antiche tradizioni militari, contro di lui il Tribunale di Norimberga non troverà addebiti sufficienti per comminargli una pena sia pur minima, per cui andrà assolto.
Al gruppo Armate Sud del Feldmaresciallo Von Rundstedt è aggregato il CSIR, il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (58 mila uomini), inviato da Benito Mussolini e posto agli ordini del mesagnese Generale Giovanni Messe. Alla campagna partecipano anche la Terza e Quarta Armata romena.
L’attacco tedesco inizia nel luglio 1941 e ha come obiettivo la conquista dell’Ucraina, terra ricca di grano e petrolio, elementi importanti per l’Esercito nazista a cui essi difettano.
Il 10 agosto Rundstedt conquista Cremenciug. Il 25 Dnjepropetrowsk.
L’Armata Von Kleist si muove nella direttiva nord-est e il 26 agosto si congiunge a Lubny con l’Armata di Guderian, che opera nella direttiva nord-ovest. Il Generale russo Budënnyyi tenta di opporsi all’attacco concentrico, contrattaccando sul fianco e conducendo al massacro ben quattro Armate, che solo a Uman perdono 650 mila uomini.
L’altro Comandante germanico, Von Reichnau raggiunge Kiev e conquista la Poltava e quindi l’intera Ucraina.
Il CSIR ha un compito supplementare ed è aggregato all’Undicesima Armata tedesca, in qualità di “riserva mobile”, che si distingue nella conquista di Petrikowka.
La composizione delle Armate tedesche è la seguente:
Sesta Armata, agli ordini di Von Reichenau.
Primo Gruppo Corazzato, agli ordini di Von Kleist.
Diciassettesima Armata, agli ordini di Von Stülpnagel.
Undicesima Armata (operativa nella zona della Moldavia), agli ordini di Von Schobert.
Si tratta di un complesso imponente: 42 Divisioni, appoggiate da circa 800 carri armati.
Il CSIR del Generale Giovanni Messe (che sarà l’ultimo Maresciallo d’Italia) è invece composto di 2800 Ufficiali, 58 mila soldati, 4.150 quadrupedi, 5.450 automezzi, 57 aerei da caccia, 22 da ricognizione, 11 da trasporto.
La concentrazione del CSIR era avvenuta in Ungheria, nella città di Borsa, dopo 26 giorni di viaggio a bordo di 225 “tradotte”.
Da settembre 1943 a marzo 1944, lo scenario sul fiume è ben diverso.
Il Maresciallo sovietico Zukov (che conquisterà Berlino nel 1945) procede alla rioccupazione del bacino del Donetz, quindi si avvia verso l’ansa del Dnepr e nel settembre 1943 è in vista delle foci del fiume.
Il 6 novembre Kiev è riconquistata dopo una memorabile resistenza avversaria. Il 10 Zukov dispone per il passaggio del fiume con lo scopo di procedere all’accerchiamento delle Forze tedesche, che, però, oppongono dapprima un’ostinata resistenza e quindi contrattaccano con decisione.
Ne consegue una lotta accanita, come nelle antiche battaglie. Le truppe tedesche sono pressoché accerchiate e i rifornimenti a mezzo aerei non pervengono efficacemente per l’intervento massiccio dei cacciabombardieri e per l’accanita azione contraerea di parte sovietica.
Le Divisioni germaniche SS della “Viking” subiscono una disfatta terrificante nei pressi di Korsum, perdendo letteralmente quasi tutti gli effettivi.
L’azione russa si completa con l’azione dei Generali Tolbukin e Malinowsky, che procedono all’occupazione di Krivoirog, centro importante soprattutto per i suoi giacimenti minerari.
La lotta si sposta sempre più verso ovest e il basso Dnepr e il Bug. È l’inizio di quell’offensiva sovietica, che dopo il disastro germanico di Stalingrado, proseguirà inarrestabile fino a Berlino.
L’altro teatro di scontri massacranti è il Don, dove il Gruppo Armate Sud sarà impegnato in una serie di attacchi e contrattacchi, che si chiuderanno con la resa di Von Paulus a Stalingrado e il definitivo arretramento tedesco.
Per quanto riguarda lo schieramento italiano, esso è stato trasformato in ARMIR e posto agli ordini del Generale Italo Gariboldi. Consta di ben 225 mila uomini, che andranno incontro ad uno spaventoso massacro.
Eliano Bellanova