Il fascino di Milano, da China Town e Arena a Parco Sempione
di Serena Rossi
Da ragazza avevo mia nonna ricoverata dalle suore del Don Guanella in via Cagnola in un bello stabile che rinchiude dei bellissimi giardini fioriti, a pochi passi dall’arco della Pace e dal parco Sempione. Io arrivavo dal centro e facevo la passeggiata nel parco Sempione dove non può mancare la sosta al baretto all’aperto seduti tra le piante e la visita alla bella e fornitissima Biblioteca, dove tuttora vado a rifornirmi di libri. Loro tengono anche le edizioni degli ultimi anni oltretutto si possono prenotare online e ritirare sul posto, ho trovato anche libri attualissimi come Non chiedo salvezza di Mencarelli o Gelosia di Jo Nesbo che sto leggendo ora.
La struttura architettonica della Biblioteca è ultra moderna e affascinante, fuori da essa c’è il box per la raccolta libri che è aperta anche a biblioteca chiusa, io passo in bicicletta anche fuori orario e imbuco i libri da restituire, molto comodo. I bibliotecari anzi le bibliotecarie, tranne un ragazzo, sono molto gentili e precise e all’interno della struttura, Covid permettendo, fanno anche piccole interessanti conferenze sulle piante, sull’arte e sulla zona.
Si trova al centro del Parco Sempione, sulla lieve altura del Monte Tordo, è un edificio completamente immerso nel verde e nel silenzio. Il luogo è molto tranquillo, e sembrano percepirlo anche i signori cinesi che usano praticarvi tai-chi di fronte.
La biblioteca non nacque con questa destinazione, fu costruita infatti su progetto di Ico Parisi e Silvio Longhi per la X Triennale del 1954 come Padiglione di soggiorno con all’interno una sala lettura e un piccolo bar poi smantellati. La struttura portante e la copertura erano in cemento armato a vista, con una forma che ricorda la chiocciola della lumaca. Purtroppo con l’ultimo restauro il tetto è stato ricoperto con un altro materiale, ma i vuoti sono ancora riempiti dalle vetrate continue che garantiscono un’illuminazione naturale costante e una veduta totale del parco intorno.
Nella zona retrostante c’è un bel giardino ombreggiato dedicato a zona di lettura, mentre davanti, nel patio, si trovano alcune opere d’arte: “La Lettrice” di Francesco Somaini (lo scultore dell’Onda al parco Marinai d’Italia), un rilievo in marmo e cemento di Bruno Munari, una tarsia marmorea di Mauro Reggiani e un bassorilievo di Umberto Milani.
Tornando ai miei ricordi, dopo anni di giri in zona, quando resami autonoma col lavoro ho dovuto scegliere dove andare ad abitare non ho avuto dubbi zona cinese, che sarebbe accanto all’arco della Pace.
La zona si estende da via Cagnola, via Canonica, via Procaccini dietro Corso Sempione fino alla famigerata via Paolo Sarpi, la vera via dei cinesi a Milano, e tutte le sue strette e caratteristiche vie intorno e trasversali fino alla Fabbrica del Vapore, sede espositiva di mostre d’arte fino al Cimitero Monumentale. Dal centro città si arriva direttamente e comodamente coi tram jumbo 14 e/o 12, o col metro giallo da Duomo a Zara poi si cambia linea e la lilla da Zara a Gerusalemme.
Io abito dalle parti di questa simpatica piazza arredata con tanti giochi giostrine per bambini, panchine sotto a perticati verdi dove soggiornano adolescenti anche alla sera, e il solito carrettino che vende gelati e bibite, in più da poco hanno aperto una gelateria; lì accanto la buonissima panetteria Da Massimo in via Monviso dove il proprietario Massimo appunto sforna panini detti bocconcini ottimi e buone crostatine, lui non bada al costo degli ingredienti li vuole solo di ottima qualità ed il risultato si sente.
In piazza Gerusalemme dopo il periodo pandemico hanno dedicato al personale medico e infermieristico del vicino ospedale per bambini Buzzi uno splendido murales con base rosa e forme astratte, vicino ai soliti tag dei giovani artisti street che girano in zona.
Da non perdere in zona un giro nel grande negozio di alimentari ma non solo, cose asiatiche e da tutto il mondo, Kathay in via Canonica, su due piani, si trovano da ortaggi freschi asiatici ai semini digestivi indiani, al pregiato riso Tilda che mi consigliò tanti anni fa il fotografo Fulvio Ventura e che non ho mai smesso di consumare, poi dalle tisane da tutto il mondo ai cosmetici biologici, fino ai profumi e agli incensi.
Dicevo che la via principale di China town è via Paolo Sarpi, ricca di negozi di telefonia a basso costo, cinesi ovviamente, raviolerie oggi molto di moda da asporto con spesso lunghe code nelle ore di punta, per ora mai provate, piccoli bar cinesi e grossisti cinesi di moda.
Nel periodo di febbraio del capodanno cinese guardando in alto erano state appese tante lanterne rosse per fare festa, lo spettacolo era molto suggestivo, dove la via incrocia via Bramante c’è un bellissimo negozio di articoli di arredamento cinese e vestiti tradizionali, vale la pena entrare e perdersi nei vari sentori di oriente, Oriente Store.
Comodissimo a piedi si raggiunge in dieci minuti il cinema Anteo, vicino a corso Como e alla stazione Garibaldi, punto d’incontro di tanti intellettuali milanesi dove vengono offerti film di qualità e culturalmente interessanti, in questi giorni inizia una rassegna di film di Pasolini, in quanto sono cent’anni dalla sua nascita.
Inoltre il cinema Anteo se ti iscrivi nella sua newsletter ti manda inviti a proiezioni di film in cui in sala è presente il regista o gli attori o il famoso critico Gianni Canova e fanno lezioni di cinema gratuite.
A gennaio ho seguito l’incontro estremamente stimolante con i due fratelli gemelli D’Innocenzo, registi romani trentenni molto moderni e talentuosi, ultimo loro film America Latina con il bravissimo Elio Germano, film thriller drammatico, distopico e surreale, molto interessante.
E poi si arriva dopo una bella passeggiata al Parco Sempione, affollato di scoiattoli, cagnolini con apposite adibite aree cani, sportivi di ogni genere, ciclisti e gente che si gode una bella sosta relax sui pratoni e sulle panchine disseminate in giro.
Simbolo di Milano, il parco Sempione è un polmone verde nel cuore della città, facilmente raggiungibile con tutti i mezzi pubblici. Un tempo piazza d’armi collocata vicino al Castello Sforzesco, il parco è stato realizzato a fine ‘800, e a ha ospitato la prima Esposizione universale di Milano nel 1906. Ai suoi fianchi ci sono alcuni dei monumenti più famosi della nostra città, come l’Arco della Pace, l’Arena Civica, la Triennale e il Castello Sforzesco. Nei suoi pressi ci sono musei che offrono mostre di livello internazionale. All’Arena si svolgono manifestazioni culturali e sportive di richiamo. Chi vuole passare ore di svago può immergersi nei suoi sentieri alberati, come fare diversi sport. Due distinti percorsi didattici organizzati dalle Guardie Ecologiche Volontarie guidano alla scoperta di 50 specie arboree etichettate e illustrate in una piccola guida gratuita. Tra gli alberi monumentali si segnalano un olmo sul belvedere di fronte alla statua di Napoleone III, un ippocastano nei pressi del “Ponte delle Sirenette” e faggi penduli vicino al giardino della Triennale. Salire sulla Torre Branca per guardarlo dall’alto insieme al centro di Milano è un’esperienza indimenticabile.
Rappresenta il secondo parco costruito a Milano e deve il proprio nome al fatto di essere posto lungo la direttrice che dal Duomo porta, attraverso l’Arco della Pace, al Passo del Sempione. Posto sul luogo dell’antica Piazza d’armi, fu realizzato a partire dal 1890 dall’architetto Alemagna con un impianto irregolare studiato per contrapporsi alla struttura regolare del contesto urbano.
Già all’epoca della sua realizzazione diventa sede di iniziative pubbliche, come l’Esposizione Internazionale del 1906 di cui resta, come testimonianza, il padiglione dell’Acquario civico in stile Liberty, opera dell’Arch. Locati, restaurato nel 2006.
L’idea progettuale di Alemagna fu quella di un grande parco all’inglese, composto da corsi d’acqua, sentieri, brevi alture, come la collina del Monte Tordo, con un magnifico gioco prospettico tra il Castello e l’Arco della Pace. Nel 1973 furono collocate nel parco le opere “Storia della Terra” di A. Paradiso, “Accumulazione musicale” di Arman e i “Bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico. Nel 1957 fu ideato un progetto di risistemazione dell’area a cura dell’architetto Vittoriano Viganò e del paesaggista Pietro Porcinai.
Nel 2003 si è concluso l’importante restauro iniziato nel 1996 grazie al quale si è completata la recinzione e si è aumentata la superficie protetta da 167.000 a 386.000 m² e sul piano botanico sono state messe a dimora molte specie arbustive e tappezzanti in uso al momento della costruzione del parco. Grazie a questa opera di bonifica il parco si è ripulito anche dalla frequentazione dei tossicodipendenti che negli anni 80-90 rendevano pericoloso l’accesso.