IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Il capolavoro di Pablo Picasso by Max Sauvage alla Galleria d’Arte Maccagnani di Lecce dal 1° al 20 di Aprile

Pablo-Picasso by Max-Sauvage

Pablo-Picasso by Max-Sauvage

L’artista salentino di Gallipoli non finisce mai di riscoprire con i suoi inediti omaggi ai grandi maestri dell’arte contemporanea, perché la sua produzione è sterminata e molto più diversificata da quell’universo zoomorfico arci-noto che lo caratterizza da 52 anni di militanza artistica. Questi nuovi cicli hanno una inesauribile felicità espressi-ve con le sue gioiose cromie. Questo Re del pop, con queste sue nuove icone, stupisce e sorprende sempre per la sua fertile creatività. È un grande disegnatore, inserendosi in quella stirpe novecentesca che unisce Picasso, Matis-se, J. Grìs, G. Braque, Le Corbusier, Depero, Rossello, Nespolo, Bay, Dova e questi ultimi artisti influenzati da P. Picasso ma influenzati dal Cubismo europeo. Pochi tratti, allo stesso tempo istintivi e calibratissimi con il suo se-gno grafico autonomo, inconfondibile, riassumono il mondo e la figura con uno slancio che non è realistico ma futuribile, straordinario per la sua caparbietà di recepire e fare cultura, nel suo percorso d’artista, ma non così an-cora conosciuto nella sua interezza che meriterebbe di più, essendo lui un artista appartato, fuori dagli schemi.

Questa sua nuova esposizione nella barocca città di Lecce vuole dimostrare la triste attualità, visti i grandi e picco-li conflitti che ancora affliggono il mondo; l’artista Max Sauvage dà nuova vita alle opere con un accattivante omaggio al genio Pablo Picasso, inventore del Cubismo. Guernica, di mt 3,50×2,00, racconta la celebre opera scandendone la genesi sull’eccidio della distruzione della città spagnola di “Gernika”, in seguito ai bombardamen-ti della guerra civile; la terribile notizia viene successivamente interiorizzata da Picasso sulla maxi-tela di metri 8,50×3,50 alt.: qui tutta la sua disperazione trasforma in dolore in immagini cariche di Pathos che l’artista, sovra-stato dall’impotenza dell’opera e dalla potenza del messaggio universale in essa contenuto. Il capolavoro realizza-to dall’artista catalano in occasione dell’Esposizione Universale del 1937, questa monumentale tela fece il suo debutto nel nostro Paese soltanto nel 1953, quando venne presentata insieme ad un consistente nucleo di dipinti del pittore nella Sala Cariatidi di Palazzo Reale a Milano.

Quella storica esposizione, accolta all’interno di un edi-ficio ancora segnato dai bombardamenti, fu la sola ed unica presentazione del capolavoro cubista in terra nostrana. Oggi, Max Sauvage la vuole ricordare con una replica ridotta in questa rassegna leccese, ma con delle varianti pop, rivisitata per ricordare il 50° anno della scomparsa di Pablo Picasso, celebrandolo. “Siamo quelli che esistono ancora” osserva il filosofo della tecnica Gűnther Anders nel 1961. Seguendo questa affermazione, si può dire che la domanda centrale per l’umanità, ieri come oggi, non è “Come dobbiamo vivere?” ma “Vivremo ancora?”, in quanto questo nemico assoluto e globale – la bomba atomica, tattica o strategica che sia – è il nemico di tutta l’u-manità, non di una parte di essa. In genere, in una controversia ci sono i pro e i contro.

Ma, come il nazismo e il fascismo, che per i loro progetti di sterminio razziale, non sono opinioni, ugualmente l’arma nucleare non è un argomento di controversia. Le discussioni, che insistono sulla rinuncia al negoziato, si basano su un solo assunto, che era sorprendentemente quello dei filosofi Karl Jaspers e Leo Strauss, per i quali “la minaccia totalitaria può essere neutralizzata solo con la minaccia della distruzione totale”, che indirettamente sembra un assist verso il Presidente russo Putin. Ma, dal momento che la bomba atomica è stata impiegata dagli americani senza che vi fosse una reale giustificazione, questa argomentazione è falsa. E. oggi, riesumare questo argomento è un gesto suicida e criminale.


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