I trovatelli e la “strage degli innocenti”
Di Giorgio Mantovano
Nel 1898, su proposta del sindaco di Lecce, avv. Giuseppe Pellegrino, fu abolita la ruota per l’accettazione dei bimbi illegittimi o indesiderati.
Si trattava di un alto cilindro, un tamburo in legno, ruotante in posizione verticale con all’interno uno spazio.
Con l’abolizione della ruota fu istituito, contemporaneamente, un Ufficio di consegna degli Esposti, intitolato alla grande patriota Adelaide Cairoli (1806- 1871), ritenuta vero e proprio modello di “madre della nazione”.
Già in precedenza, nel 1870, era stata abolita, per disposizione normativa, la tristissima marca di piombo da appendere, quale segno di riconoscimento, al collo dei neonati abbandonati.
La casa che ospitava la ruota era in via Antonio Galateo, nel cuore della Lecce antica, poco distante da Porta Rudiae.
In quella via, popolarmente detta “alla Rota”, è tuttora visibile, anche se in parte illeggibile, la lapide dell’Ufficio di consegna degli Esposti.
Una relazione redatta nel 1908 dal dott. Michele Vitto (cfr. M. Vitto, I Trovatelli, gli Orfani e l’Infanzia abbandonata, R. Tipografia Editrice Salentina, 1908) fotografò, per il periodo 1902-1906, la drammatica situazione igienica e alimentare in cui versavano le istituzioni assistenziali a favore dell’infanzia abbandonata.
Inquietante la modalità di consegna dei neonati illegittimi o indesiderati:
” Un compare o una compare compiacente, quando tutto il paese dorme, nell’ora più alta della notte, splenda la luna o incombano le tenebre più fitte, sia quieta l’aria o turbini il vento, fiocchi la neve o piova a diluvio, cacciano in un paniere il misero neonato, legittimo o illegittimo che sia, e di corsa raggiunta che abbiano l’abitazione della guardia campestre o municipale, del sagrestano o del curato, d’una pia donna o d’una prostituta, dopo aver picchiato forte alla porta, depongono il palpitante fardello sulla soglia e scappano ! … Se i vagiti dell’infelicissima creatura riescono a commuovere il disturbato dormiente, il paniere viene ritirato al coperto fino a giorno; se no, l’infante muore sulla pubblica via”.
Su 4323 bambini illegittimi, negli anni dal 1902 al 1906, cessarono di vivere 2100, di cui 1317 durante il primo anno di vita e 783 oltre il primo anno.
Fu, dunque, una vera e propria “strage degli innocenti” di cui, annotò amaramente il Vitto, “pare si accorga solo il becchino, che ne scava la fossa al cimitero!”.