I Re Taumaturghi, di Marc Bloch
di Francesco Abate
I Re Taumaturghi è un saggio pubblicato dallo storico francese Marc Bloch nel 1924 in cui viene analizzata la leggenda del tocco miracoloso dei sovrani francesi e inglesi, coi quali si credeva guarissero i sudditi dalle scrofole.
La leggenda del miracolo reale nacque tra il XII e il XIII secolo e si sviluppò prevalentemente in Francia e in Inghilterra. Da tutta Europa giungevano alle corti francesi e inglesi malati di scrofole in cerca della guarigione miracolosa e questo spinse anche altri sovrani a tentare di attribuirsi doti miracolose, ma la credenza si affermò solo nei due paesi di origine.
L’inizio della credenza, come tutte le cose che affondano le radici nell’antichità, è incerto. Quel che gli storici sanno è che nei secoli immediatamente successivi all’anno Mille i re erano visti alla stregua dei sacerdoti, anche in virtù dell’incoronazione mediante unzione con olio sacro dei sovrani francesi; questo di sicuro creò una condizione ottimale per la nascita e lo sviluppo della leggenda.
Intorno al potere taumaturgico attribuito ai sovrani nacque un’accesa disputa ideologica. I teorici del primato del re sulla Chiesa sostenevano che il potere appartenesse al sovrano per via della sua discendenza, mentre il clero – nel tentativo di limitare l’influenza dei re sulle cose sacre – promuoveva la tesi secondo cui solo al momento dell’unzione con l’olio sacro il sovrano entrasse in possesso del potere di guarire le scrofole.
Quella del potere taumaturgico dei re di Francia e Inghilterra fu comunque una credenza molto diffusa, infatti furono registrati arrivi da tutte le parti di Europa per richiedere la guarigione, e la Chiesa (salvo qualche rara eccezione) non si scagliò mai contro di essa. Si trattò anche di una credenza molto duratura, infatti fu rifiutata del tutto verso la fine del Settecento.
Alla corte d’Inghilterra, oltre alla leggenda del tocco guaritore, si sviluppò anche quella dei Cramp rings, anelli forgiati dal denaro che il re deponeva sull’altare della chiesa dopo l’adorazione della croce del Venerdì Santo; secondo la credenza popolare avevano il potere di guarire da crampi e spasmi muscolari. Si tratta di una leggenda che durò molto meno di quella del tocco, ma fu altrettanto accettata e anche per gli anelli si mossero genti da tutta Europa.
Il saggio di Bloch non ci offre solo una panoramica dettagliata sulla credenza del tocco guaritore dei re francesi e inglesi, ma ci mostra anche come i culti di alcuni santi nascessero all’epoca (e credo nascano ancora oggi) senza un reale fondamento e venissero “adattati” in base alla convenienza.
Nella Francia medievale si diffuse il culto di san Marcolfo, al quale nel tempo venne attribuita la paternità della guarigione delle scrofole, che lui veniva poi trasmetteva ai re in carica. Di questo santo in realtà si sa soltanto che visse circa cinque secoli prima dell’anno Mille e le prime leggende sul suo conto parlano di guarigioni senza mai citare le scrofole. Solo col tempo, e grazie alla volontà dei monaci di entrare nelle grazie del re di Francia, il santo viene associato alla guarigione delle scrofole; da qui la credulità popolare non tardò ad associarlo al potere del re, così divenne consuetudine credere che il sovrano ricevesse la dote miracolosa dal santo.
I Re Taumaturghi è un saggio di cui consiglio la lettura perché mostra come delle credenze in apparenza troppo assurde per essere credibili siano state credute. Per secoli uomini di diverse estrazioni culturali – non solo ignoranti – hanno creduto che il re potesse guarire una patologia col tocco della mano, quindi era accettato che il sovrano fosse più vicino a Dio dell’uomo comune.
Oggi noi sorridiamo leggendo certe cose, ma queste conoscenze devono spingerci a delle riflessioni circa la nostra capacità di discernere tra il sensato e l’assurdo. Così come un tempo la gente era pronta a convincersi che Dio potesse concedere un potere sovrumano al re, oggi c’è chi crede di poter comprare la felicità eterna seguendo un rito scritto da uomini autoproclamatisi messaggeri di Dio. Non dimentichiamo poi quante persone si affidano a sedicenti santoni per curare patologie più o meno gravi; sono passati i secoli, il grado di istruzione è cresciuto, eppure restiamo sempre degli ingenui creduloni. Dalla lettura del saggio di Bloch possiamo – e dobbiamo – porci delle domande sulla capacità umana di valutare razionalmente le verità che gli vengono offerte.