I panni di Gesú Bambino e l’orfanella
di Antonio Nahi
Un tempo, la sera del 24 dicembre in tutte le case, per tradizione, si accendeva il fuoco.
« Questa notte passerà la Madonna a riscaldare i panni al Bambinello che sta per nascere », dicevano le brave mamme ai loro bambini, tutti attenti ad ascoltare il racconto, mentre i papà arrostivano le pigne sotto la brace. Dai piccoli gusci di color marrone traevano i pinoli e, facendo una piccola pressione su questi, asportavano la tenera pellicina per far vedere ai bambini quel che la fantasia del momento andava a… comporre!
« Ecco il braccino del Bambinello, papà! ».
« Mamma, mamma, guarda: una manina! ».
Cosí dicevano i piccoli, divertiti. E la notte del Santo Natale, trascorreva religiosamente tra racconti e sorrisi, mentre il fuocherello gaio scoppiettava e nuvole di tepore salivano lungo la cappa del camino nell’attesa che passasse la Madonna per riscaldare i panni al suo piccino.
Si narra di una povera orfanella, rimasta sola ormai nella triste casetta. Nessun parente si ricordava della piccola, nemmeno la notte del Santo Natale. Lei, ora, vicino al focolare, col rosario tra le mani, pregava per le anime dei suoi cari genitori.
Raccolta nel silenzio dei ricordi, di tanto in tanto si lasciava andare in singulti accorati, ma continuava a tener vivo il fuocherello, affinché la Madonna non passasse oltre, quando avrebbe cercato un camino dove riscaldare i panni per il Bambinello che tra non molto sarebbe nato.
Ad un certo punto, qualcuno bussò all’uscio. L’orfanella, tirato il catenaccio, aprí la porta.
« Buona piccina, sono tutta intirizzita e devo fare un lungo viaggio. Mi faresti accomodare per un po’ in un cantuccio del tuo focolare? Sono stanca! Ho tanta fame! », disse una signora tutta tremante dal freddo.
« Venga dentro, buona signora. Si accomodi. Non ho nulla da darLe da mangiare, ma il fuocherello Le ridarà vigore per affrontare il Suo lungo viaggio. Io sono sola, non ho piú nessuno. La Sua compagnia mi è cosí gradita!.. », rispose l’orfanella, cedendole subito l’unica seggiola.
« Povera piccina! E… dove sono i tuoi genitori? ».
« Sono stati chiamati da Gesú l’anno passato, signora! Erano tanto buoni! Sono certo in Paradiso e io non desidero altro che raggiungerli presto… qui sono sola e infelice… ».
La buona signora, commossa dalle parole dell’orfanella, non riuscí a nascondere le lacrime.
« Non faccia cosí, mia signora, La prego! Mi addolora averLa commossa con le mie lagne… ».
« Su, cara, ora è passato », disse la signora, mentre traeva dei panni dalla sua bisaccia.
« Che cosa fa, signora? riscalda i panni al fuocherello? », osservò la piccola orfanella divertita.
« Certo, cara… aspetto un bimbo! ».
« Oh, che bello, signora. Resti qui, La prego; faccia nascere qui il Suo piccino, io lo cullerò e gli canterò la bella ninna nanna insegnatami dalla mia mamma ». « Stai tranquilla. Riscalda i Suoi panni. Sarai tu, piccina, ad avvolgere il Bambinello, questa Notte Santa!