I luoghi delle amare riflessioni
di Giorgio Mantovano
Ci sono luoghi che inducono amare riflessioni.
Nella Villa Comunale di Lecce alcuni busti di Salentini illustri versano da tempo in condizione di assoluto degrado.
Il riferimento è di triste evidenza: Francesco Rubichi, celebre Principe del Foro, non ha più un’identità, risultando da anni asportate buona parte delle lettere che ne componevano il nome.
Gaetano Stella ( 1787 – 1862), uno dei più illuminati amministratori della storia cittadina, ha il volto da tempo vandalizzato.
Laureato in medicina e versato nelle scienze agrarie, assunse la prestigiosa carica di Segretario perpetuo della Regia Società Economica di Terra d’Otranto dal 1835 al 1862. Alle sue cure amorevoli dobbiamo l’Orto botanico, aperto al pubblico nel 1843 e la cui definitiva distruzione si completò nel primo dopoguerra, nel 1929, con la costruzione di alcuni edifici pubblici tra cui il Consiglio Provinciale delle Corporazioni (attuale Camera di Commercio).
Apprezzato studioso, Gaetano Stella fu per oltre un trentennio direttore della Villa Comunale di cui curò, con infinito amore, il pubblico giardino.
Fa altrettanto male il vedere il volto deturpato anche di Oronzo Massa.
Nato a Lecce il 18 agosto 1760, aderì nel 1799 alla proclamata Repubblica Partenopea. Gli fu conferito il grado di Generale d’artiglieria col difficile e delicato compito di difendere Castelnuovo. Dopo un’accanita resistenza, Oronzo Massa fu il primo, il 14 agosto 1799, ad essere giustiziato. Al carnefice che ritardava l’esecuzione, gridò in un impeto di orgoglio “Fa presto che non ho tempo da perdere!”.
Il suo busto si deve alla geniale arte di Eugenio Maccagnani, che lo scolpi’ nel 1889.
Anche in Via Palmieri, nel cuore della Lecce vecchia, si è persa traccia del fulgido passato di Michelangelo Schipa. Le parole che anni prima erano state apposte per ricordarne la casa e la figura, sono oramai del tutto corrose dal tempo e dall’incuria.
Quella che voleva essere un’epigrafe, una testimonianza di ossequio verso un figlio illustre di Terra d’Otranto, è oramai un quadro vuoto, ricco solo di colpevole indifferenza.
Michelangelo Schipa fu famoso per la vastissima e precoce produzione scientifica e per i preziosi contributi sulla storia del Mezzogiorno. Dal 1904 al 1929 autorevole Maestro dell’Ateneo napoletano, membro dell’Accademia Pontaniana, della Società Napoletana di Storia Patria, nonché componente dell’Accademia dei Lincei e di molti altri sodalizi scientifici.
Lo Schipa diede alla luce, in circa sessant’anni di attività, opere monografiche e una lunghissima serie di articoli e recensioni, volti ad illustrare, con ricchezza insuperata di analisi, la storia del Mezzogiorno.
Benedetto Croce, nella sua “Storia del Regno di Napoli” (Laterza,1925), gli dedicò parole toccanti :
“ALL’AMICO / MICHELANGELO SCHIPA / CHE L’INTERA VITA HA CONSACRATA / A ILLUSTRARE LA STORIA /
DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA / Maggio MCMXXIV“.
Il mancato restauro della memoria di tanti figli illustri di questa terra
(e gli esempi potrebbero purtroppo continuare…)
è un doloroso schiaffo alla nostra Storia!