I film americani e i giornali ci hanno abituato a una narrazione dei crimini violenti non soltanto falsata e tossica, ma anche parziale
di Maria Teresa Greco
Lo stalking ad esempio, non è sempre narrato nella sua totalità, con la conseguenza che tale reato ( rientrate nei reati di violenza di genere) è poco conosciuto e molto spesso non viene riconosciuto.
Esistono quindi, varie tipologie di stalker e ad essi è attribuito un diverso modo di attuare il reato.
Vediamone qualcuno:
1- Il/la rifiutato/a.
( Questa tipologia rappresenta la forma più persistente , intrusiva e più rappresentata cinematograficamente, di stalker. )
Solitamente il soggetto rientrate tra questa forma di stalking è un/a narcisista, antisociale con disturbi di personalità.
2-Colui/colei che cerca intimità
Vuole costruire una relazione di amicizia o di amore con un/a partner che ha idealizzato .
In questi casi lo/la stalker segue quello che è il suo immaginario e quindi quell’ amore platonico che vive nel suo inconscio.
( Secondo alcuni dati è la forma più persistente di stalking commessa dalle donne).
3- L’ esatto opposto è invece rappresento dal ” cercatore incompetente”. Il soggetto non riesce ad entrare in sintonia con il/la partner desiderato/a in quanto è incapace di avvicinare persone dell’altro sesso e di entrare in relazione con loro.
4- Il/la Risentito/a.
Obiettivo di questo/a stalker è quello di causare paura e apprensione nella vittima. Lo stalking emerge da un desiderio di rivalsa nei confronti di un individuo dal quale lo/la stalker ritiene di essere stato/a danneggiato/a
Questo/a stalker agisce in ambito lavorativo, predilige per lo più i colleghi, datori di lavoro e professionisti sanitari, legali o amministrativi.
5- il/a predatore/predatrice
I/le persecutori/persecutrici provano eccitazione nei sentimenti di paura; organizza pedinamenti, inseguimenti e appostamenti, attaccando la vittima di sorpresa con palesi intenzioni sessuali.
6- lo stalker informatico
La corte di Cassazione ha sancito che sono sufficienti anche “due sole condotte di minaccia o molestia”.
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Nel nostro Codice penale, tale articolo è rubricato come << Atti persecutori>> ( Art.612bis), il quale afferma che “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
Suddetto articolo ha anche permesso un aumento di pena, nel caso in cui il reato è commesso “dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici”; tutelando di fatto anche le vittime di stalking informatico.
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Va tuttavia, sottolineato che non disponiamo di una reale percentuale del reato , soprattutto nel caso in cui si parla di ” stalker femminile”.
La principale motivazione risiede in un fatto culturale, secondo il quale , l’uomo decide di non presentare denuncia o di denunciare meno per non esser oggetto di ” scherno” / ” pregiudizi” …
Il tipico profilo delle stalker è quello di donne eterosessuali, con un’età compresa tra i 30 e i 35 anni, single e, spesso, con patologie psichiatriche.
Le donne mostrano generalmente meno aggressività rispetto agli uomini, ossia i comportamenti violenti, sia psichici sia fisici, tendono ad essere inferiori rispetto agli uomini.
Lo stalker maschio invece, cercherà con cura e dedizione la sua vittima, qualcuno con cui sentirsi forte, qualcuno da ammaliare, da conquistare, da far diventare totalmente dipendente da sé, in modo da poter essere lui a disporre totalmente, a proprio piacimento, dei sentimenti e della volontà dell’altro.
Il progetto ROMPIAMO IL SILENZIO nasce da una idea di Maria Teresa Greco, Sociologa in crimine e devianza; Sociologa in ricerca sociale politiche della sicurezza e criminalità.
Rompiamo il silenzio nasce con l’ obiettivo di esserci:
– Di sostenere donne e uomini vittime di violenze di genere;
– nella lotta agli stereotipi e pregiudizi;
– di ascoltare senza mai porre giudizi;
– per chiedere aiuto;
-informare e tenere aggiornati su fatti di cronaca ed aspetti legislativi e amministrativi legati al tema della violenza di genere;
– per Formare, informare, sensibilizzare e porre le basi verso la prevenzione attraverso una conoscenza giusta e non falsata della violenza di genere, della violenza contro le donne e della Problematica sociale tutta .