I Conti Normanni di Lecce nel secolo XII, di Giovanni Guerrieri
di Giorgio Mantovano
Nel 1900 Giovanni Guerrieri, insigne storico, pubblicò a Napoli l’ interessante saggio “I Conti Normanni di Lecce nel secolo XII“, estratto dall’Archivio storico per le Provincie Napoletane (Anno XXV, Fasc.II).
In quel contributo l’Autore diede alle stampe, per la prima volta, le più antiche pergamene del monastero benedettino (in foto) di San Giovanni Evangelista in Lecce, dal 1133 al 1198.
Sono documenti che illuminano la Contea di Lecce che, fondata dai Normanni nella seconda metà del secolo XI, non possiede una storia sicura dei suoi primi Conti.
Il Guerrieri, dopo aver precisato che il documento più antico riguardante la contea è la concessione fatta nel 1082 da Goffredo conte di Lecce all’abate Pietro della SS. Trinità di Cava, offrì una serie di informazioni di assoluto rilievo.
Nel menzionato diploma della Cava del 1082 è detto che Goffredo, figlio di Accardo e fratello di Arnaldo, di Rinaldo e di Ruggero, ebbe in moglie una Gunnora e, come figli, Goffredo, Rinaldo, Roberto e Sarlo; dei quali il primogenito, ricordato dagli storici locali, alla morte del padre divenne conte di Lecce.
Nel 1114, stando a Giulio Cesare Infantino, si vuole che lo stesso conte Goffredo abbia eretto a proprie spese il campanile del Duomo di Lecce dedicato all’Assunzione di Maria.
Poi, un anno dopo, nell’agosto del 1115, col titolo di ” Goffridus Dei gratia Lycii et Hostunii comes”, concedette a Formoso vescovo di Lecce, per la riparazione della chiesa cattedrale, la metà del casale di Vernole, detto di San Lorenzo, con altre terre della sua contea.
Il Guerrieri citò sul punto l’opera di F.Ughelli, Italia Sacra, T.IX, Lycienses Episcopi, p.70.
Alla morte del secondo Goffredo conte di Lecce, avvenuta poco prima del 1120, successe “Accardus dominator civitatis Hostunii”, che nei diplomi delle donazioni fatte a Lecce nel 1133 prende invece il nome di “dominus Litiensis” o di “dominatur civitatis Licii”.
Accardo, nello stesso anno, fece dono al monastero di San Giovanni Evangelista, “propriis impensis edificato” e ad Agnese, sua sorella, che ne era l’abbadessa, il casale di Cisterno.
Alla morte di Agnese, il ruolo di abbadessa fu assunto da Guimarca, altra sorella di Accardo, il cui figlio, Goffredo, divenne signore di Lecce, con la scomparsa del padre.
Il Guerrieri, nel suo saggio, sottolineò che “dal 1142 al 1178 la storia del nostro monastero benedettino ci è affatto sconosciuta per mancanza di documenti, e ci restano ugualmente ignote per un periodo di circa quaranta anni le vicende della Contea di Lecce”.
Importanti studi e ricerche, nei decenni successivi, si soffermeranno a lungo sulla mitica figura di Tancredi, conte di Lecce, fondatore nel 1180 del monastero dei Santi Niccolò e Cataldo e poi re di Sicilia.