Gli influssi della cultura Araba nel Mediterraneo e sulla Sicilia: architettura, arte e scienza.
di Fabrizio Manco
Le origini degli Arabi.
Quando si parla di Arabi si intende un gruppo di popolazioni nomadi abitanti della penisola Arabica che vivevano di pastorizia, i quali intorno al 610 D.C., spinti dal loro capo tribu di nome Maometto ( 570- 632 D. C. ), il quale era un mercante e un profeta, intrapresero una lunghissima battaglia per la conquista del Mediterraneo che ne avrebbe cambiato il suo volto per sempre. Dopo il crollo dell’ Impero Romano d’ Occidente, nel 476 D.C, a causa del re Odoacre che depose l’ultimo imperatore Romano d’ Occidente, Romolo Augustolo, l’ Occidente Latino si era trovato in mano alle popolazioni Barbariche dei Visigoti in Occidente e degli Ostrogoti nelle zone più Orientali dell’ Impero Romano.
Le prime conquiste Arabe.
Gli Arabi, spinti dal loro profeta Maometto ( 570- 632 ) che in seguito ad una presunta rivelazione dall’ Arcangelo Gabriele decise di creare un popolo sotto un unico Dio, Allah, gli Arabi partono alla conquista del mondo, incominciando a dare una nuova forma Geo- Politica/ Culturale al Mediterraneo e a quei territori ormai abbandonati dai Romani. Innanzitutto i primi territori occupati dagli Arabi furono quelli più vicini alla Penisola Arabica, come la Persia e l’ Egitto e successivamente i territori della Mesopotamia come la Siria e la Palestina. Le popolazioni di questi territori divennero quindi di fede Musulmana, la quale dura ancora oggi. Gli Arabi proseguirono le loro conquiste spingendosi fino alla Spagna dove sconfissero i Visigoti e cercarono di impadronirsi anche della Francia , ma furono fermati dalle truppe di Carlo Martello.
La conquista della Sicilia.
La conquista ufficiale della Sicilia da parte degli Arabi avvenne il 17 Giugno dell’ 827 D. C. anche se già da circa un secolo la Sicilia era stata presa di mira degli Arabi con delle occasionali incursioni. La Sicilia interessava agli Arabi per la sua geolocalizzazione , la quale permetteva un ottimo punto di appoggio militare e un ottimo punto strategico per il commercio navale. Gli Arabi decidono di entrare ufficialmente in Sicilia proprio dalla odierna città di Mazara del Vallo, il quale nome viene dato dagli Arabi. Subito dopo è la volta di Lilybeo, la quale cambierà nome e per volere degli Arabi diventerà Marsa- Alì. La città di Lilybeo dopo la caduta dell’ Impero Romano d’ Occidente era stata abbandonata a sé stessa. Gli Arabi la ricostruiscono rispettando la pianta urbana originale Greca e Romana.
La Sicilia dopo la caduta dell’ Impero Romano d’ Occidente diventa Bizantina. I Bizantini di Giustiniano guidati dal grandissimo e valoroso generale Flavio Giulio Belisario, arrivano in Sicilia nel 535 D.C. in occasione della Guerra Gotica , che per quasi 18 anni infiamma l’ Italia dell’ Alto Medioevo. Ma la Sicilia diventerà in modo effettivo Bizantina soltanto nel 554 D. C. , quando finisce la Guerra Gotica. Belisario conquista Siracusa e Palermo, due città che nel periodo Bizantino saranno di importanza fondamentale per l’impero Romano d’Oriente. Soprattutto la città di Siracusa, la quale fu eletta capitale dell’ Impero Bizantino.
Dopo che gli Arabi conquistano Mazara del Vallo e Lilybeo, è la volta di Palermo, Messina e Taormina, le quali cadono una dopo l’altra sotto il potente esercito degli Arabi. La Sicilia Araba va dall’ 827 D. C. fino al 1061, anno nel quale le truppe Normanne , di origine Scandinava e Vichinga, guidate dal re Roberto Il Guiscardo e da suo fratello Ruggero, incominciano ad invadere la Sicilia, a cominciare da Messina, la quale cadde sotto l’esercito Normanno, rivelatosi ancora più forte di quello Arabo.
Gli apporti culturali degli Arabi al mondo Occidentale.
Per quanto riguarda gli apporti culturali degli Arabi sul Mediterraneo , essi sono qualcosa di straordinario. Innanzitutto gli Arabi ripresero tutta la cultura scientifica, filosofica e letteraria lasciata in eredità dai Romani e dai Greci. Branche della scienza come Astronomia, biologia, fisica e ingegneria, furono in modo abbondante riprese e perfezionate dagli Arabi. Il testo di Marziano Capella, un avvocato di Madaura vissuto tra la fine del Quarto secolo e la prima parte del Quinto secolo D. C. , il De nuptiis Philologie et Mercurii , un trattato enciclopedico che tratta tutte le materie più importanti com come la Retorica , la Grammatica, l’ Astronomia e la Geometria, fu ampiamente ripreso, analizzato e studiato degli Arabi. Essi erano interessati soprattutto al libro dedicato all’ Astronomia, del quale fecero numerose copie, analisi e commenti. La Metafisica di Aristotele fu riccamente ripresa e commentata dagli Arabi , come dimostra l’opera filosofica e teologica di Avicenna , che porta lo stesso titolo: La Metafisica. Mentre l’importante introduzione alla Logica delle Categorie Aristoteliche di Porfirio di Tiro, L’ Isagoge, è stata studiata e tradotta dai Persiani Musulmani come lo scrittore Abd- Allah ibn Al Muquaffa (…. 756 D. C. ). Nella geometria e nella matematica gli Arabi ebbero un ruolo di importanza capitale: introdussero in Occidente una nuova numerazione basata sulle cifre la quale permise a grandi matematici come Leonardo Fibonacci di creare un sistema matematico e geometrico conosciuto come La sequenza di Fibonacci o Sezione Aurea insieme alla Spirale Equiangolare. La numerazione Occidentale fino a quel momento era quella Romana, e i calcoli matematici si facevano ancora nella tradizione Greca. Gli Arabi introdussero quindi una nuova numerazione e il numero 0. Queste conoscenze gli Arabi li presero dal mondo Indiano, soprattutto il numero 0, che oltre un numero ha un significato filosofico e mistico: il numero 0 infatti viene raffigurato dalla forma di un uovo proprio perché rappresenta l’ Uovo Cosmico Universale e l’origine di tutte le cose e di tutti i numeri.
Gli Arabi furono avanti anche nel campo della Medicina e delle scienze naturali, come dimostra il medico Arabo Ibn Al – Mafis ( 1213- 1288), il quale descrisse per la prima volta in maniera sistematica il sistema circolatorio sanguigno sia cardiovascolare che polmonare. Il botanico e geografo Persiano Abu Hanifa Al – Dinawari ( …… 894 D. C. ), si occupò invece di botanica scrivendo un importante trattato dal titolo Il libro delle piante.
In Sicilia gli Arabi portarono il massimo influsso culturale, artistico e architettonico. Nel campo dell’ agricoltura introdussero nuovi metodi di coltivazione per i cereali e il grano. Infatti gli Arabi utilizzano un sistema che permette di coltivare senza l’utilizzo dell’acqua e quindi dell’ irrigazione. Si tratta della cosiddetta Coltivazione asciutta. Fino alla fine dell’ Impero Romano l’unico elemento agroalimentare più coltivato era il grano. Gli Arabi invece favorirono la coltivazione di diversi cereali. La capitale della Sicilia Araba era ovviamente Palermo, Balarm in lingua Araba, la quale durante il periodo dell’ occupazione Araba raggiunse una densità di popolazione che arriva fino a 300. 000 abitanti, e secondo il geografo Arabo Ibn- Hawqal, la città conteneva circa 300 moschee.
Nel campo agro/ alimentare la Sicilia Araba era la prima produttrice di zucchero, olio ,cotone e tessuti. Mentre furono esportati dai terreni Orientali Musulmani datteri, fichi, mandorle e lo zucchero di canna.
L’Architettura Arabo / Normanna.
Nel camp dell’ architettura e dell’ arte , la cultura Araba si unisce a quella Normanna e a quella precedente Bizantina. I Normanni arrivati in Sicilia, vollero creare un proprio stile architettonico e artistico. Tuttavia, alle analisi dei diversi stili artistici- architettonici, non esiste un vera e propria architettura Normanna: sia gli Arabi che i Normanni costruivano su edifici preesistenti. Ma mentre gli Arabi si limitavano ad abbellire con delle decorazioni e con poche tecniche architettoniche, i Normanni imposero un loro stile, il quale però contiene influssi Gotici, Bizantini, Romanici e Arabi.
L’ Architettura Arabo/ Normanna è quindi un mix di stili precedenti , in quanto i Normanni non avevano una propria architettura, però sono stati capaci di elaborare tutti questi stili e farli propri. I monumenti più significativi di questa architettura si trovano per la maggior parte nella città di Palermo, come il Palazzo dei Normanni, la Cappella Palatina, La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti , La Zisa e La Cuba. Ma anche a Mazara del Vallo con La Chiesa di San Nicolò Regale è un ottimo esempio di architettura Arabo / Normanna.
Il Palazzo dei Normanni fu costruito tra il 1129 e il 1140, anno nel quale fu inaugurato. Per volontà del re Normanno Ruggero Secondo di Sicilia ( 1095- 1154), si tratta di un grandioso edificio contenente la maestosa Cappella Palatina, la quale per la maggior parte è una costruzione Normanno/ Bizantina. La parte Normanna della costruzione la si può osservare nella volta a Crociera, nelle absidi e nella Cupola, i quali elementi furono inseriti per volere dello stesso Ruggero Secondo di Sicilia. Gli influssi Bizantini si trovano negli splendidi mosaici raffiguranti il Cristo Pantokrator, i cicli della Genesi e i cicli dei santi Pietro e Paolo. Tuttavia gli elementi Arabi sono presenti e si trovano nei mosaici in stile Fatmida, situati nei soffitti della Cappella Palatina. Le immagini in stile Arabo sono infatti inconfondibili: esse sono le decorazioni che in lingua Araba sono dette Muqarnas , provenienti direttamente dai maestri Persiani. Ma non solo. Le cosiddette Iscrizioni Cufiche, le quali contengono le lettere Arabe dipinte sul soffitto, sono una altro splendido esempio di arte Araba. Ma gli elementi Arabi nella Cappella Palatina non finiscono qui. Le raffigurazioni artistiche Arabe riguardano animali esotici, altri elementi zoomorfici e soprattutto la rappresentazione di odalische e danzatrici del Ventre. E non va dimenticata nemmeno l’originale raffigurazione di Ruggero Secondo in vestiti arabi e in posizione meditativa : un bellissimo mosaico che si trova sul tetto della Cappella Palatina.
Quindi la Cappella Palatina si rivela un perfetto esempio di sincronismo artistico tra diverse culture, come quella Araba, quella Bizantina e quella Normanna.
La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti presenta elementi Arabi per quanto riguarda le cupole delle absidi , la cupola del campanile e per una cisterna interna. Ma forse i due monumenti dove sono presenti elementi Arabi in più abbondanza sono La Cuba e La Zisa.
Al grande imperatore Federico Secondo di Svevia ( 1194- 1250 ) dobbiamo innanzitutto l’aver fatto conoscere al mondo Occidentale lo straordinario trattato sui falchi e le aquile. La versione originale del trattato sui rapaci è di un certo autore Persiano di lingua Araba di nome Maomin, del quale nulla sappiamo. Il De Scientia venandi cum avibus, ovvero La scienza della caccia degli uccelli, fu tradotto in lingua Latina proprio per volere dello “ Stupor Mundi “ Federico Secondo di Svevia. Il trattato sugli uccelli rapaci come falchi e aquile fu arricchito anche di splendide illustrazioni, molte delle quali rivoluzionarie per l’epoca soprattutto per la loro rappresentazione dei dettagli anatomici di questi uccelli. Il De arte venandi cum avibus di Federico Secondo di Svevia uscito nel 1260 circa, ebbe talmente tanto successo nel suo regno che una illustrazione della seconda pagina del trattato raffigura l’imperatore con accanto un aquila. Non ha importanza se si tratta di un’ opera originale, di una scopiazzatura o di una semplice traduzione in latino da un precedente trattato. Quello che è importante è l’impatto che Federico Secondo di Svevia ha dato alla cultura Occidentale con questo trattato. Ma tuttavia, l’unione Arabo/ Normanna di Federico Secondo di Svevia non si limita soltanto al trattato De arte venandi cum avibus ….
Nella corte dello “ Stupor Mundi si respirava quasi un’atmosfera magica dalle Mille e una notte: nelle sue stanze bellissime danzatrici del ventre e odalische provenienti da Bisanzio e dall’ Oriente, danzano in modo sinuoso e affascinante. All’esterno della sua reggia, ingegneri Arabi costruiscono orologi ad acqua e numerosi impianti idrici. Mentre in tutto il mondo Occidentale viene fatta conoscere la scienza ornitologica fino a quell’epoca sconosciuta. Federico Secondo di Svevia, come tutti i suoi predecessori Normanni, ha unito virtualmente più mondi: quello Scandinavo/ Germanico si unisce a quello Arabo e a quello Bizantino, creando una sincronia culturale tra mondi diversi e facendo capire ai posteri che la cultura è anche dialogo e unione con più mondi; e non soltanto chiusura in un solo isolato mondo.
Inoltre l’ arte Normanna agisce come l’evoluzione degli organismi biologici: così come le strutture anatomiche degli organismi viventi come i polmoni, gli arti e le piume, spesso traggono origine da strutture preesistenti le quali vengono riplasmate dando vita a strutture nuove, così i Normanni fecero con le culture Arabe e Bizantine preesistenti a loro in Sicilia. Le rielaborarono e diedero vita ad un nuovo stile architettonico e artistico.
L’ influenza Araba nelle idee sulla rappresentazione delle immagini: l’ Iconoclastia.
Tornado indietro di alcuni secoli i re Normanni Siciliani, durante il regno Bizantino retto dall’ imperatore Leone Terzo l’ Isaurico ( 674 – 741), soprannominato così per la sua origine, fu molto probabilmente influenzato dagli Arabi per la sua lotta alla rappresentazione delle immagini: l’ Iconoclastia. Gli Arabi infatti non hanno nessuna rappresentazione sacra o che raffiguri elementi sacra attraverso le immagini. Leone terzo, come racconta lo storico Bizantino Teofane il Confessore ( 758 – 817 D. C. ) nella sua Cronaca ( 814 D. C. ) , sarebbe stato influenzato da un prigioniero Arabo entrato nelle grazie dell’ Imperatore Bizantino grazie alla sua forza fisica. Così, ispirato dalle idee Arabe sulle immagini, per legge anche lui ha vietato in Occidente la rappresentazione di icone raffiguranti immagini sacre.
Molto probabilmente, la leggenda della Statuetta della Madonna della Cava della mia città di Marsala, risale proprio a quel periodo storico. Alcuni artisti scolpirono la statuetta raffigurante la Madonna con il bambino, ma la nascosero in un cava, nella quale fu scoperta tanti secoli dopo, sotterranea perché la legge Bizantina vietava qualsiasi rappresentazioni di immagini sacre. Ricordiamo infatti che all’epoca di Leone Terzo l’ Isaurico e della Iconoclastia, la Sicilia faceva parte dell’Impero Bizantino. Tuttavia la convocazione del secondo Concilio di Nicea del 787 D. C. e il successivo sinodo dell’ 832 D. C. , fecero in modo di eliminare per sempre dal volto Occidente l’iconoclastia. E se noi oggi possiamo permetterci tutte queste profusioni di immagini che attraverso media , pubblicità, TV, fumetti e cartoni animati hanno plasmato e continuano a plasmare l’immaginario Occidentale, e non solo, forse lo si deve all’esito del secondo Concilio di Nicea e al successivo sinodo.
Ma quando le truppe di Gensis Khan invasero i territori Orientali di fede e cultura Islamica attivando fino alle porte dell’ Europa, nuove immagini si imposero nell’ arte Medioevale: pipistrelli, draghi volanti e demoni alati, incominciano ad essere raffigurati in tutto l’ Occidente descrivendo gli Inferi e i demoni. Ma questa è un’altra storia, e deve essere raccontata un’altra volta.
FABRIZIO MANCO, MARSALA ( TP)…. 12 APRILE 2023…..
Nota Biografica:
Fabrizio Manco nasce a Marsala, l’antica Lylibeo, dove vive e lavora come Operatore Culturale. Come attività si occupa principalmente di Turismo accompagnando scuole e turisti alla scoperta dei luoghi turistici della città. Crede nell’importanza della Conoscenza senza l’intervento di Ideologie, credenze e insegnamenti preconfezionati. Ogni anno partecipa alla realizzazione del festival “ Le vie dei tesori “ e collabora con alcune associazioni culturali. Scrive per alcune riviste online come “ Il Pensiero Mediterraneo “ vari argomenti diversi che spaziano dalla filosofia alla letteratura, dalla storia dell’arte alla psicologia.