IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Fanta scenario di una Europa laddove alla Germania fosse imposto di pagare i danni di guerra

Merkell e Tsipras

Merkell e Tsipras

Di Pompeo Maritati

Ipotizziamo, visto che fantasticare al momento non costa nulla, cosa succederebbe all’Europa e non solo, se alla Germania fosse imposto di pagare i danni di guerra della seconda guerra mondiale. La Grecia da tempo, visto che proprio dalla Germania viene economicamente e finanziariamente maltrattata, rinfaccia il mancato pagamento dei cospicui danni derivanti dall’ultimo conflitto mondiale. Attenzione, non è una boutade, ma una vera e propria ufficiale recriminazione da parte del governo ellenico.

Alla luce di alcuni recenti calcoli, il risarcimento complessivo spettante alla Grecia dovrebbe attestarsi tra i 220 e i 300 miliardi di dollari. Precisiamo che oltre alla Grecia vi numerosi altri stati  potrebbero vantare nei confronti della Germania  sostanziosi rimborsi, che sono stati avvalorati tra i 2500 e i 3000 miliardi di dollari.

Di fronte ad una tale eventualità il popolo tedesco resterebbe in brache di tela. Sicuramente il pagamento verrebbe dilazionato in un lasso temporale non inferiore ai vent’anni, ma che costituirebbe un esborso di cassa annuale, tra capitale e interessi, non inferiore ai 100 miliardi.  Per l’economia tedesca sarebbe un disastro, però paradossalmente nel giro del breve termine, il conto verrebbe pagato  da tutti i partener europei, pesando in modo più evidente e preoccupante proprio su noi italiani e greci, in quanto zavorrati da un mostruoso debito pubblico.

La prima immediata conseguenza sarebbe la svalutazione dell’euro che potrebbe perdere in termini di potere d’acquisto tra il 20 e il 25%, nei confronti delle valute principali, generando nel mercato europeo un’inflazione galoppante senza precedenti. Avremo una drastica riduzione dei consumi, con conseguente ulteriore aumento dell’indice di disoccupazione e di chiusura di unità produttive.

Nella fase iniziale la svalutazione dell’euro produrrebbe un immediato aumento delle esportazioni, che dopo i primi cicli di produzione , per via dell’aumento dei costi di approvvigionamento dall’estero, finirebbero per allinearsi. Senza contare che in circostanze di forti turbolenze, molti stati potrebbero salvaguardare le proprie economie produttive applicando dazi addizionali. L’instaurarsi di cartelli protettivi tra stati potrebbero ulteriormente appesantire la nostra economia europea complessiva. Alla luce di quanto anzidetto i benefici finanziari derivanti dal pagamento dei danni di guerra da parte della Germania nel giro di appena un anno, si trasformerebbero in un danno rilevante, al punto che gli stessi stati creditori sarebbero i primi a riproporre, ancora una volta, un totale condono di quanto già a suo tempo fatto nel 1953 e nel 1990.

Gli USA e la Cina, che rappresentano da sole un terzo del PIL mondiale, consapevoli dello scenario anzi descritto, si opporrebbero fermamente ad una revisione dei precedenti trattati, che a suo tempo avevano condonato alla Germania  i relativi danni di guerra. Gli interessi di una finanza e di un sistema commerciale industriale globalizzato non potrebbero sopportare uno shock del genere, e pertanto non lo consentirebbero mai.

Pertanto la richiesta ellenica, per certi versi sacrosanta, non potrà essere ricevuta dalla Germania anche perché non voluta proprio dagli altri partener europei, i quali però potrebbero finalmente auspicare un inversione di marcia delle politiche del rigore.

Come spesso ho avuto modo di scrivere, i dettami del cuore cozzano con una realtà costruita esclusivamente su interessi finanziari, i quali volano sopra le nostre teste e dove la morale e l’etica non sono elementi che le appartengono. Se non ci si spoglia dall’emotività, prendendo atto della crudezza dei sistemi in cui viviamo, non faremo altro che rafforzare la globalizzazione della sottomissione dell’uomo al volere e potere delle lobbie.

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