Egidio Zacheo presenterà a Martano il 16 aprile il suo ultimo libro “Una politica da mediare”
di Anna Stomeo
A tò Kalòn di Itaca Min Fars Hus, a Martano in via Marconi 28 alle ore 19.00 di Martedì 16 Aprile 2024, si torna a parlare di politica, di storia e di attualità con il Prof. Egidio Zacheo, già docente di Scienza della Politica all’Università del Salento, che presenterà il suo ultimo libro Una politica da mediare, Edizioni Esperidi, 2024.
A dialogare con l’Autore, oltre ad Anna Stomeo e Paolo Protopapa, ci saranno tre graditi ospiti: il Direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia, dr. Rosario Tornesello, giornalista competente e stimato, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nel dibattito politico-culturale del Mezzogiorno e del Salento, promuovendo e stimolando un confronto alto e costruttivo tra i diversi soggetti sociali e culturali; il Prof. Vito D’Armento, sociologo accademico dell’Università del Salento, attivo operatore di cultura a livello nazionale e internazionale e studioso attento, con numerose ricerche e pubblicazioni, delle dinamiche socio-etnografiche e politiche del nostro tempo; il Prof. Luigi Calò, docente di Lingua e Letteratura Italiana e già Assessore Provinciale, protagonista, da giovanissimo, di una delle stagioni politiche, culturali e istituzionali più vivaci e produttive della Puglia.
Il prof. Egidio Zacheo, già noto e apprezzato dagli amici di tò Kalòn per le sue lezioni su temi di storia e di filosofia della politica, tenute con generosa continuità nel nostro Cento Culturale negli ultimi anni, è anche amato per la sua capacità divulgativa e per la sua onestà intellettuale, che ha il merito di richiamare, senza mezzi termini, all’attenzione di molti, spesso distratti dal quotidiano, la gravità di alcuni problemi politici e culturali che sembrano attraversare la nostra società, dalla crisi della Sinistra al declino della Politica , e ai quali è possibile porre rimedio solo con la riflessione critica e lo spirito costruttivo che deriva dalla conoscenza e dallo studio attento della società, nel solco dell’insegnamento gramsciano. Come testimonia ancora una volta la pubblicazione di questo libro, che raccoglie alcune delle analisi più rigorose e stimolanti della realtà che ci circonda.
Da intellettuale impegnato quale è sempre stato, Egidio Zacheo ci consegna un libro-documento che raccoglie le sue impressioni ‘a caldo’ (interventi, recensioni di libri, interviste, riflessioni e studi personali) sulla politica italiana degli ultimi due anni, rivisitata con la lente dello scienziato della politica, ma anche del cittadino consapevole e attento ai destini della comunità, alla quale sa di aver donato i migliori anni della propria vita (più volte sindaco di Campi Salentina, ‘maestro’, per molti di noi, di politica e responsabilità civile, promotore di cultura con iniziative di risonanza nazionale).
Egidio Zacheo non si è mai risparmiato ed ha rappresentato, nel corso degli anni, un punto di riferimento intellettuale indispensabile, una mente pensante ‘da consultare’, attraverso i suoi costanti interventi sulla stampa politica locale, e a cui rivolgersi per capire i momenti di passaggio più significativi del dibattito politico italiano di questi anni. come testimonia non solo questo libro, ma anche i suoi precedenti più recenti (La sinistra finisce, 2019 e Ritrovare la Sinistra, 2021), nei quali la riflessione teorica si fa sempre riferimento concreto al qui ed ora della società e della politica.
Alla base della sua riflessione teorica c’è non solo l’assunto gramsciano della conoscenza storica delle dinamiche sociali, che fa della politica un formidabile esercizio teoretico ed etico di trasformazione del mondo, ma anche una lunga ‘militanza accademica’, fatta di studi e di confronti con la politica e la cultura. Ciò sulla scia del suo maestro (e predecessore sulla Cattedra di Storia delle Dottrine Politiche dell’allora Università di Lecce) Umberto Cerroni, tra i primi docenti universitari ad aver ‘fatto scuola’ nel Salento, facendo convergere, tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, le energie intellettuali di molti giovani universitari salentini intorno ad un progetto di conoscenza e trasformazione, fino ad allora affidato esclusivamente al ‘partito’ nelle sue connotazioni più burocratiche.
Egidio Zacheo appartiene a quella generazione di italiani che aveva intorno ai vent’anni nel fatidico Sessantotto e che ha sempre concepito la politica come progetto totale di riscatto sociale e di trasformazione culturale, insomma come programma di ampio respiro etico, prima ancora che politico, oltre il riformismo di circostanza. Una generazione che, tuttavia, per tutta la seconda metà del Novecento, proprio attraverso le riforme e le battaglie politiche di rinnovamento, ha contribuito alla trasformazione dell’Italia in senso autenticamente democratico. Non a caso Egidio Zacheo ha sempre legato l’impegno accademico di ricerca e di rinnovamento, all’impegno nelle istituzioni locali, facendo il sindaco e affrontando, per più legislature, i problemi quotidiani dei propri concittadini e l’evoluzione democratica e civile della propria comunità. Proprio perciò oggi, di fronte alla crisi della politica e alla fine dell’impegno diretto nelle istituzioni, egli denuncia l’ineluttabile ‘tradimento dei chierici’, secondo la nota definizione di Julien Benda di un secolo fa, ma ancora attuale, se si pensa a quanti intellettuali oggi rinunciano ad una presa di posizione limpida e decisa, con il rischio di sconfinare, come dice, citando Umberto Cerroni, “in una serie di alibi dietro cui vivono inostri problemi personali e le nostre angosce intellettuali”.
In questo libro (che ama definire ‘libro dei libri’ per le recensioni che contiene e che lo rendono particolarmente vivo e dialettico), Zacheo affronta, ancora una volta, la ‘crisi della Sinistra’, ponendola come origine di tutte le inadeguatezze e le sofferenze del paese. La vittoria elettorale della destra-destra è vissuta momento per momento nel suo inesorabile procedere e nel vuoto di alternative che disegna un futuro tutto affidato all’improvvisazione dei politici di turno e al disincanto di quegli intellettuali che hanno smesso di credere in un progetto e in un soggetto politico efficace. Con lucida e acuta analisi, ma senza disincanto, né disperazione, Zacheo segue giorno per giorno, dal suo osservatorio privilegiato di studioso della politica e di cittadino libero da vincoli ideologici, l’evolversi della situazione. Lo fa confrontandosi con gli ultimi libri e con gli autori che li hanno scritti, recensendoli con spirito critico e costruttivo, come è costume di un intellettuale che si è formato nel cuore delle battaglie civili dell’ultimo mezzo secolo.
Con l’umiltà e l’ironia, che solo la sua acuta intelligenza riesce a suggerire, Zacheo denuncia le devianze del potere politico per esempio nel comportamento di alcuni sindaci supponenti e megalomani (come Nardella a Firenze) che in un delirio di onnipotenza scambiano la propria carica amministrativa per la panacea di tutti i problemi globali, o in quello di alcuni imprenditori di risaputa fama (come De Benedetti) che riscoprono, in tarda età, le contraddizioni del capitalismo avido e neoliberista, l’aumento della povertà, il disastro ecologico e nello stesso tempo dimenticano le proprie responsabilità, dalle privatizzazioni al Jobs Act, suggerito a suo tempo a Renzi. E ancora l’allegra deriva di paludati intellettuali, tradizionalmente e decisamente collocati sinistra, come Aldo Schiavone, che ammettono candidamente la ‘vittoria del capitalismo’ e l’inutilità del socialismo, per il quale pure hanno lottato per una vita, e che oggi considerano tutto da rinnegare, perfino nel termine, che consigliano di ‘non usare’.
Le notazioni di Zacheo seguono il ritmo del presente quotidiano e spaziano in più direzioni tenendo però dritta la barra dell’argomentazione, sempre rigorosa, anche nei testi più impegnativi sul piano dell’interpretazione. Impossibile qui rendere conto della puntuale e articolata rassegna di tutti i temi politico-culturali affrontati e di tutti i libri recensiti, in termini pervicaci e persistenti, quasi a voler colmare, attraverso la lettura critica, l’isolamento ‘civico’, come lo chiama, imposto dall’attuale situazione politica. Zacheo non si scoraggia, ma coglie sempre l’occasione per delineare, tra le pieghe delle critiche più aspre, la possibilità di un riscatto prima di tutto intellettuale e culturale e poi politico.
Di fronte alle innumerevoli e ripetute inconcludenze di una politica che, a sinistra, non riesce a riemergere nella sua autentica dimensione di prassi organizzata e coerente, mentre, a destra, copre le proprie ‘carenze’ culturali e storiche (il neofascismo) con un decisionismo di risulta, finalizzato a mantenere comunque il potere, barcamenandosi tra Biden e Orbàn, senza perdere di vista il ‘controllo’ della stampa, l’unica possibilità che rimane ad un intellettuale, libero e pensante, è quella di ‘mediare’ l’attesa del futuro mantenendo la speranza e i nervi saldi.
Il verbo ‘mediare’ va qui assunto, a nostro avviso non tanto nel significato letterale dello ‘stare nel mezzo’ (dove, per i padri latini risiedeva, ahimé, la virtù), ma nel compiere quelle operazioni culturali intellettuali, per così dire ‘di passaggio’, ‘mediali’, che preparano al cambiamento e che predispongono a quella presa di coscienza limpida e operativa che tante volte ha soccorso, in extremis, la storia e la politica italiane. (Anna Stomeo)