E giunse il giorno in cui il tempo aveva perduto il suo tempo
Di Pompeo Maritati
La luce lentamente s’abbassa, si notano solo i profili della gente intorno a me. Tutto ad un tratto cessano anche i rumori. Come se avessero spento il mondo. Ma mentre il mondo continua a girovagare nel bel mezzo dell’universo, io ho preferito chiedere al manovratore di turno dell’universo di farmi scendere.
Mi sono così ritrovato solo, nel buio cosmico dei miei pensieri. Non avevo paura, ero consapevole della mia scelta. Una scelta che madre natura c’impone e che a volte è foriera della vera pace. Ora sospeso nel vuoto cosmico vado alla ricerca dei miei pensieri, perché sono certo che stanno navigando verso la verità. Non c’è nostalgia o rimpianti, perché solo chi è alla ricerca della luce della verità, per quanto potrà soffrire dei distacchi, sa che nulla è per sempre.
Una atmosfera irreale mi circonda, mi avvolge, sembra quasi volermi coccolare, mi dice di non aver paura e di guardare le immagini dei miei ricordi che scorrono davanti a me, come se mi trovassi davanti ad un gigantesco schermo cinematografico. Rivedo volti e fatti della mia vita che avevo del tutto dimenticato. Compiacimenti e rimpianti si accavallano e s’inseguono. E’ come se qualcuno volesse pormi davanti al percorso della mia vita, cercando di farmi fare un esame di coscienza come mai ho fatto nella vita. Una piacevole rivisitazione di comportamenti e di scelte, che se anche spesso non piacevoli, li rivivo con la consapevolezza di essere stato un uomo, con numerosi difetti, tranne uno: di aver voluto mai far male intenzionalmente a qualcuno.
Un suono ovattato, come un woofer acceso, sembra costituire l’atmosfera cosmica di un susseguirsi di lampi di luce non accecanti, probabilmente rivenienti dalla profondità dell’universo dopo aver percorso tragitti non inferiore ad alcuni miliardi di anni. Un lasso di tempo questo per noi umani, incomprensibile, come incomprensibile è l’immensità del vuoto in cui mi ritrovo a navigare. Intorno a me non c’è nessun mare, nessuna terra ferma, cammino calpestando il vuoto, ho la sensazione che dopo ogni passo possa precipitare, cosa che non avviene e che per certi versi mi lascia attonito.
Ma non mi sento solo. Provo un grande desiderio di conoscere quale sarà il mio futuro ma la percezione del tempo pare essere scomparsa dalla mia mente. Non sono nel futuro e né nel passato, sono in un presente immutabile. Penso che domani sarà venerdì, ma il trascorrere del tempo, quello derivante dalla concezione e percezione umana pare essere svanito. Mi accorgo di vivere un presente che non ha mai avuto inizio e nemmeno una fine. Sono diventato anch’io un lampo di luce che ha brillato per un solo attimo e poi non mi son più ritrovato. Come se non fossi mai esistito. Che strano, ma io ancora provo delle sensazioni. Non ci sto capendo proprio nulla e forse è quello che il creato vuole, riportarmi nel nulla.
Oddio, che cos’è questo rumore? Apro gli occhi e girando lo sguardo vedo la sveglia lampeggiare e ad alto volume una voce suadente mi dice: sveglia, sono le sette, buongiorno.