IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Dopo il naufragio, graphic novel di Ortica

Dopo il naufragio, copertina

di Paolo Rausa

Dopo il naufragio, graphic novel di Ortica“Piazza, bella piazza/Ci passò una lepre pazza…” Claudio Lolli cantava nel 1976 le gesta di un mondo che aveva sognato e che ora vedeva scomparire all’orizzonte l’idea del cambiamento rivoluzionario. “Verifichiamo compagni!” era la parola d’ordine di quegli anni, che vanno dal 1969 al 1980, uno slogan che riassumeva la linea operativa meglio conosciuta come “prassi-teoria-prassi”.

L’idea del sovvertimento sociale, in costruzione, doveva fare necessariamente i conti con “lo stato di cose presenti” per trasformarlo con le armi dell’ironia, del sorriso, del “vogliamo tutto”, del “vietato vietare” in un nuovo ordine sociale, senza sfruttati e sfruttatori, al quale ognuno avrebbe dato secondo la propria capacità e del quale avrebbe fruito a seconda dei propri bisogni. Insomma l’utopia al potere! Un ribaltamento delle logiche individuali di profitto da realizzare con pratiche collettive, con decisioni assunte in assemblee partecipate, mettendo in gioco tutto. La visione e la pratica del collettivo assumono la funzione di bussola dei comportamenti in tutti i luoghi frequentati, le fabbriche, le scuole, i centri sociali e gli happening all’aria aperta sull’esempio del Festival di Woodstock, organizzato nel 1969 in un’area metropolitana di New York, un tre giorni all’insegna della pace, dell’amore e della musica. A partire da questi contenuti si sviluppa in Italia un movimento di idee, una nuova concezione di vita e di arte attraverso la rivisitazione degli strumenti tradizionali della comunicazione, i libri d’artista, le riviste – Re Nudo fra tutte – , i manifesti, le fotografie di Ugo Mulas per es. intese come “verifiche” sul campo, le riprese e gli scatti di Gabriele Basilico e di Giovanna Calvenzi durante il Festival del Proletariato Giovanile di Parco Lambro di Milano nel 1976, i cataloghi, i documenti e soprattutto i video, all’inizio solo e volutamente in b/n e al naturale.

Si rigenerano di conseguenza i linguaggi artistici, che rompono con le esperienze precedenti, in contrapposizione e in polemica sorgono nuovi movimenti, affermandosi in diverse etichette evocative: Arte Povera, Arte Processuale, Minimal, Body Art, Fluxus, ecc. L’arte provoca e impressiona. Dapprima non violento alla maniera gandhiana poi in parte con esiti drammatici per la formazione dei cosiddetti nuclei armati proletari, il pensiero “antagonista” produce l’ala creativa della “Controcultura” con l’utilizzo di materiali visuali di bassa qualità tecnica ma di grande impatto emotivo e introduce nell’arte e nella società civile le nuove suggestioni della musica, della grafica, del fumetto, dell’uso del corpo e della sessualità.

L’artista non accetta più deleghe e l’opera d’arte è azione che coinvolge gli spettatori. Si afferma così una nuova concezione artistica dove arte e società si contaminano al fine di favorire il coinvolgimento diretto delle componenti sociali nella produzione di opere e di conoscenza, rendendo possibile attraverso performance in diretta l’affermazione di un nuovo diritto sociale a conoscere, inventare e produrre, cioè non essere solo consumatori riverenti. Tutto questo retroterra politico, sociale e culturale costituisce la materia narrativa nella graphic novel di Ortica che cerca di riannodare i fili della memoria e degli affetti negati. Ne viene fuori un racconto emozionante nel ricordo delle tante lotte e dei fatti drammatici, come la uccisione di Francesco Lorusso per mano di un giovane carabiniere durante uno dei tanti cortei e sit-it che coinvolgevano il mondo giovanile a Bologna e non solo.

Il movimento rivoluzionario ad un certo punto arretrò e i suoi rivoli conobbero la scelta della lotta armata e anche della disgregazione sociale per via delle droghe che infestarono i corpi e le menti, determinando lutti e altre speranze di redenzione, per lo più il risucchio e l’analisi introspettiva o la fuga verso l’India e i paradisi esotici. L’opera di Ortica espressa in numerose cartelle e realizzata in carboncino si accompagna a testi esplicativi e alle lettere di Gigi che cerca di riannodare il filo reciso dell’amore paterno, con un certo languore ma con grande passione, quella che ha caratterizzato una generazione di giovani alla ricerca della bellezza attraverso la costruzione di un mondo migliore. La meglio gioventù. A loro è dedicato questo pregevole lavoro. Momo edizioni, Roma, luglio 2024, pagg. 160, € 19,00.

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