IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Disuguaglianza economica e potere delle multinazionali: una prospettiva critica sulla stabilità sociale

Etica nella banca e nella finanza

di Zornas Greco

Il fenomeno della crescente disuguaglianza economica, accompagnato dal consolidamento del potere nelle mani di pochi individui, ha suscitato crescente preoccupazione riguardo alle possibili conseguenze per la stabilità sociale. Questa mio scritto cercherà di esplorare la dinamica di questa tendenza, concentrandosi sull’ascesa degli individui più ricchi del mondo, sulla la crescita della povertà e il potere crescente delle multinazionali nel mettere sotto scacco i governi.

1. Concentrazione della ricchezza:
La disparità economica globale ha raggiunto livelli senza precedenti, con pochi individui che detengono una quantità sproporzionata di ricchezza. Questi “super-ricchi” non solo mantengono il loro status, ma aumentano la loro ricchezza anno dopo anno. Questo fenomeno solleva domande critiche sulla giustizia sociale e la sostenibilità di un sistema che consente una tale concentrazione di potere economico.

Ecco alcune delle persone più ricche del mondo e i loro patrimoni stimati fino al 2022:

  1. Jeff Bezos (Stati Uniti) – Patrimonio stimato: circa 177 miliardi di dollari.
  2. Elon Musk (Stati Uniti) – Patrimonio stimato: circa 151 miliardi di dollari.
  3. Bernard Arnault & famiglia (Francia) – Patrimonio stimato: circa 150 miliardi di dollari.
  4. Bill Gates (Stati Uniti) – Patrimonio stimato: circa 124 miliardi di dollari.
  5. Mark Zuckerberg (Stati Uniti) – Patrimonio stimato: circa 97 miliardi di dollari.

Se poi riflettiamo sulle grandi difficoltà del nostro Governo a reperire solo una diecina di miliardi, possiamo comprendere quanto siano potenti.

2. Crescita della povertà:
Parallelamente alla crescita della ricchezza dei più privilegiati, si assiste a un aumento significativo della povertà tra le masse. Milioni di persone stanno affrontando condizioni di vita precarie, con limitato accesso all’istruzione, alla sanità e alle opportunità economiche. Questa crescente disparità alimenta il malcontento sociale e mina la coesione della società.

3. Potere delle multinazionali:
Le multinazionali, controllate da pochi individui, esercitano un’influenza sempre maggiore sulla politica e sulle decisioni governative. La loro capacità di influenzare le leggi e di evitare tassazioni significative mette i governi in una posizione di debolezza, contribuendo a un circolo vizioso di favoritismi e disuguaglianza. E’ di questi giorni il braccio di ferro della Fiat (o di quello che ne resta) contro il nostro governo, lamentando aiuti e ricattando con la prospettiva di chiusura di qualche stabilimento, generando così disoccupazione.

4. Rischio di collasso sociale:
Il continuo aumento della disuguaglianza e il potere senza freni delle multinazionali possono portare a gravi conseguenze per la stabilità sociale. La crescente frustrazione tra le masse può sfociare in proteste, disordini pubblici e, in ultima analisi, minacciare la tenuta del tessuto sociale. I governi, diventando sempre più dipendenti da queste potenti entità economiche, rischiano di perdere la fiducia della popolazione, portando a uno scenario di instabilità senza precedenti.

Conclusioni:
In sintesi, la combinazione di disuguaglianza economica in aumento, crescita della povertà e il potere delle multinazionali crea un terreno fertile per il collasso sociale. È imperativo affrontare questi problemi in modo tempestivo attraverso politiche inclusive, riforme fiscali e regolamentazioni che limitino il potere eccessivo delle grandi corporazioni. Solo attraverso un impegno globale per affrontare le radici di questa disuguaglianza possiamo sperare di costruire una società più stabile e giusta per tutti.

Il tutto per evitare quanto già ho scritto in qualche sede, ovvero, che le nostre belle piazze delle nostre città non vengano, ancora una volta, addobbate con le ghigliottine.

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